Regionali 2012: Sturzo sui contestati compensi dei deputati regionali

Riceviamo e pubblichiamo

Sui contestati compensi dei deputati regionali in Sicilia, Gaspare Sturzo, il candidato politico di Italiani Liberi e Forti alle regionali, si è espresso chiaramente. “Nel programma che abbiamo presentato la prima azione è quella per il recupero delle risorse e la difesa dell’autonomia statutaria siciliana. Il primo atto da realizzare nei primi cento giorni è quello della abrogazione della legge che equipara l’Assemblea Regionale Siciliana al Senato della Repubblica. Questo consentirà l’equiparazione immediata degli stipendi dal Presidente della Regione fino all’ultimo dipendente dell’ARS alle regioni virtuose. Anticipando con propria autonomia un provvedimento del Consiglio dei Ministri che sarebbe incostituzionale perché andrebbe a violare la autonomia siciliana” ha dichiarato Sturzo.

Nel frattempo i siciliani continuano a scendere in piazza, i precari degli enti locali, i forestali. Tutti dopo anni di precariato chiedono l’assunzione. La preoccupazione del posto di lavoro fa comodo perché rende le persone più disponibili a votare i candidati che fanno promesse. Questi si stanno preparando a raccogliere voti, facendo qualcosa. A giugno l’Assemblea Regionale ha approvato una legge per stabilizzare circa diciottomila cinquecento precari degli enti locali. Se però questa legge voto non sarà approvata anche dallo Stato molti precari resteranno a casa. Si distingue Sturzo dagli altri candidati, sul comportamento e sul pensiero dei quali si è potuto vedere qualcosa di significativo anche nella trasmissione di Report condotta da Milena Gabanelli, andata in onda domenica scorsa. Uno dei deputati regionali oggi candidato col Pdl, l’on. Salvino Caputo  ha riferito che del problema dei precari ci si è sempre occupati, non è quindi una legge di sapore preelettorale, e che alcuni mesi fa ha dato parere favorevole anche per la stabilizzazione dei forestali. In piazza i forestali sono guidati dal segretario del loro sindacato, Maurizio Grosso oggi candidato nel listino della Giovanna Marano, anche per lei questa gente ha il diritto ad un processo di stabilizzazione. “Mai più un nuovo precario “ dice nel suo comizio Musumeci, anche lui ha a cuore precari e forestali. Questi ultimi giovedì scorso hanno perso poi la pazienza bloccando viale Regione Siciliana, a Palermo. Il risultato è stato che, a pochi giorni delle elezioni, sono stati  sbloccati finalmente gli stipendi che aspettavano da mesi. Tutto come copione, dunque. Ma con quali soldi verranno pagati? Con quali soldi stabilizzare i precari? “Questo lo chiederemo anche al governo nazionale” è l’idea riferita da Musumeci, candidato de La Destra. “Vanno stabilizzati con progetti produttivi  e li paghiamo utilizzando i fondi europei per il patto dei sindaci” secondo Rosario Crocetta, candidato del Pd. Miccichè ha risposto molto semplicemente: ”Non ho una lira!” Ma neanche la Sicilia e la nazione, e quindi dove trovarle? Sbattendo i pugni sui tavoli di Roma e dell’Europa sempre secondo Miccichè. “I candidati presidenti vadano richiamati ad una assunzione di responsabilità che sia all’altezza della drammaticità del momento” è la riflessione di Giovanni Fiandaca, docente di Diritto Penale a Palermo e ha lanciato una sua proposta. Quella di ridurre il numero dei deputati da 90 a 50, azzerare le spese dei gruppi e dimezzare gli stipendi dei deputati. Ma Crocetta è per allinearli almeno a quelli dei parlamentari europei e si dice  non  tanto disponibile ad azzerare i fondi ai gruppi dei partiti. Nello Musumeci fa presente che non dipenderebbe da lui. Gianfranco Miccichè candidato del Grande Sud, sostanzialmente manifesta le stesse idee degli altri, dice che i programmi di un Presidente della Regione prescindono dai  costi della politica che sono di competenza dell’assemblea regionale. E che quindi, per quanto riguarda il ridurre il numero dei parlamentari non dipenderebbe da lui, come anche dimezzare lo stipendio dei parlamentari. Ma allora dov’è il nuovo? Il copione continua, tutto come prima. Nessuno ha pensato di proporre la soluzione di Gaspare Sturzo che abbiamo illustrato all’inizio, autonoma e competente. La gente siciliana ha tutta la comprensione per esserne stanca. In  questo contesto si inserisce l’antipolitica del non voto, che sarebbe da temere sul serio. “Io credo che l’antipolitica sia quella che sta governando la Sicilia e l’Italia – è ancora Gaspare Sturzo che ci riferisce – è un modello di sfruttamento che domina i cittadini riducendoli a sudditi. È un modello che ha sovvertito la democrazia italiana in logiche di grandi affari, di comitati per cui si vota ma poi si cambiano sulla carta i governi. Il modello Lombardo in Sicilia è un esempio abbastanza evidente, cinque diverse coalizioni in quattro anni, tutte diverse da quelle che avevano supportato la sua candidatura. Ma anche il governo Monti è assolutamente identico. Una logica emergenziale che ha fatto sì che abbiamo assistito ad un sovvertimento del voto democraticamente dato senza passare dalla volontà dei cittadini. Oggi io credo che gli unici che possono vincere sono i cittadini, quei due milioni novecento siciliani che sono incerti su cosa e se votare.” Se i siciliani non hanno mai cambiato politica in questi ultimi anni è perché quella politica come arte di sfruttare il prossimo e di dominarlo ha creato e conservato le condizioni di sfruttamento dei cittadini. “Tenerci tutti costantemente in uno stato di assoggettamento, di necessità, gli articolisti, i precari, i forestali, gli industriali, tutti legati a delle forme assistenzialistiche di contribuzione, senza mai risolvere nulla, senza mai creare sviluppo sostanzialmente se guardiamo al mondo del lavoro precario è l’esempio perfetto di questo- ha continuato il candidato di ILeF. Per quanto riguarda i cattolici ha poi  riferito “Significherà  pur qualcosa se  una  crescente parte del  voto cattolico è attirata dal messaggio senza speranza di Grillo”.  Per lui, Pdl, Udc e Pd “hanno tradito i cattolici nei fatti”.

Vito Piepoli

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