Catania: dall’architettura dell’anima allo scambio tra gli artisti del Mediterraneo

Continua il viaggio itinerante di paesaggi aperti in Sicilia, tra Catania e Palermo, tra l’espressione collettiva che ridisegna i quartieri etnei e l’interazione degli artisti del Mediterraneo tra le vie palermitane. L’evento “L’architettura dell’anima” ha coinvolto la comunità in una passeggiata nel quartiere Librino.

Passo dopo passo è stato palese quanto incide l’educazione alla bellezza e al rispetto dei luoghi sullo sviluppo dei tessuti urbani. Tra la porta delle farfalle, la porta della conoscenza e quella della bellezza, sono state protagoniste le installazioni monumentali che negli ultimi venti anni hanno trasformato il volto del quartiere grazie alle generazioni etnee che si sono alternate partecipando attivamente alla realizzazione della grande opera di land art, oggi segno di riscatto per Librino, il quartiere dalle grandi potenzialità da sempre etichettato come periferico.

L’opera è frutto della semina del mecenate Antonio Presti, presidente della fondazione Fiumara d’arte che, con il progetto Magma, museo a cielo aperto dell’immagine e dell’arte contemporanea di Librino, ha introdotto un’importante riflessione sul tema della riqualificazione urbana del quartiere  e ha posto la sua attenzione su una visionee del paesaggio come dimensione spirituale che trova la sua manifestazione nell’affermazione del valore della bellezza.

L’evento è stato organizzato da IN/arch Sicilia con il supporto dell’ordine degli architetti PPC di Catania  e della rispettiva fondazione e hanno partecipato Mariagrazia Leonardi, presidentessa IN/arch Sicilia – paesaggi aperti; Giuseppe Messina, segretario ordine PPC Catania ed Eleonora Bonanno, presidentessa fondazione architetti PPC Catania.

“Quest’esperienza di confronto – ha spiegato il mecenate Antonio Presti – che ha coinvolto anche i professionisti, apre nuovi orizzonti sull’architettura dell’anima e dà respiro negli spazi delle periferie ad una dimensione metafisica spirituale, per agire sulla via di condivisione e trovare il suo senso nell’abbraccio della comunità di Librino”. La giornata si è conclusa al tramonto con l’accensione delle opere di Lighting design dell’artista Fabrizio Corneli che ha illustrato le installazioni di arte-ombra su due grandi facciate. Tutte le attività hanno coinvolto la comunità abitante.

Durante l’evento “Il quartiere che vorrei. La città dei bambini” – che si è svolto all’istituto comprensivo Campanella Sturzo di Librino a Catania – paesaggi aperti ha attivato il laboratorio con i più piccoli per motivarli a costruire il futuro della comunità: tra collage e colori, gli alunni di diverse fasce di età sono stati sollecitati a riflettere sulle potenzialità del loro quartiere, hanno espresso con l’arte e la creatività i loro desiderata per renderlo più vivibile.

Le attività ispirate da Antonio Presti sono state condotte da Paolo Romania, dall’architetto Martina Pappalardo da Mariagrazia Leonardi (presidente IN/Arch Sicilia). I laboratori con gli studenti continueranno con la realizzazione di opere d’arte in ceramica che abbelliranno alcuni spazi del quartiere.

“I processi e i casi studio analizzati – ha affermato Mariagrazia Leonardi – ci dimostrano come sia sempre più urgente coinvolgere le comunità nei processi di trasformazione del paesaggio urbano in modo che si possa riacquisire il senso e l’orgoglio di appartenenza ad un luogo in cui si abita”.

Ancora a Catania con il supporto del Di3A Università di Catania – all’interno del laboratorio di progettazione e riqualificazione del paesaggio del corso di laurea magistrale in salvaguardia del territorio dell’ambiente e del paesaggio – e del comitato popolare antico corso, alcuni futuri paesaggisti hanno visitato l’antico corso focalizzando l’attenzione sullo stato del verde pubblico per una possibile riprogettazione.

Ad aprire le attività a Palermo è stata invece la scoperta della città con “Ready Steady Go! … discovering and connecting with Palermo”: un’esplorazione condotta da Lucia Pierro (In/Arch Sicilia – Paesaggi Aperti) con la partecipazione di 14 artisti ed operatori culturali provenienti da vari paesi del sud del Mediterraneo. L’attività è stata organizzata con Roberto Cimetta Fund e Amunì.Paris nell’ambito del progetto “Ready Steady Go!” che favorisce la mobilità e l’internazionalizzazione di giovani artisti e di operatori culturali basati nelle aree remote del Mediterraneo. «A Palermo – spiega Lucia Pierro (IN/Arch, Phd PoliMi, AutonomeForme) – il progetto Paesaggi Aperti guarda alla città come luogo di interazione tra molteplici storie e culture che possono assumere un ruolo cruciale nella rigenerazione urbana”.

La tappa palermitana è proseguita con il coinvolgimento di Lucia Pierro come una delle animatrici del workshop “One to one” volto a scambiare esperienze tra gli operatori culturali ed artistici del Mediterraneo con un focus sull’impatto dell’attività culturale sulla rigenerazione urbana e lo sviluppo delle comunità. Paesaggi Aperti farà nuovamente tappa a Palermo con un seminario e un laboratorio di rigenerazione dedicato alla città multicentrica, multiperiferica e stratificata da una aggregazione di diverse comunità che occorre mettere in rete.

Nel quartiere Antico Corso di Catania si svilupperanno nuovi eventi – il 20 e 27 aprile alle ore 9.00 – al bastione degli infetti per coinvolgere la cittadinanza e i tecnici in un confronto di pensieri sulle possibilità di riqualificazione degli spazi interstiziali di connessione dell’area. Interverranno: Mariagrazia Leonardi, Francesco Mannino (Presidente Officine Culturali), Salvatore Castro (Presidente Comitato Popolare Antico Corso), Giulia Sanfilippo (DICAR, professore associato di Restauro, Università di Catania), Giuseppe Lanza (architetto, Comitato Popolare Antico Corso), Veronica Leone, Eleonora Bonanno, Ignazio Lutri (urbanista, IN/Arch Sicilia), Silvia Porcaro (paesaggista, libero professionista), Cecilia Alemagna (architetto, IN/Arch Sicilia).

 

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