Capo d’ Orlando (Me): Mirella Restuccia ospite a Villa Piccolo per la presentazione del suo libro “Da una vita all’atra”

Ancora una volta Villa Piccolo si presta con presentazioni su tematiche di grande riflessione.

Il libro presentato lo scorso venerdì è di Mirella Restuccia dal titolo “Da una vita all’altra”. L’argomento insolito ed ostico è quello della medianità, ad affiancarla nei dialoghi Lelio Bonaccorso ed Elide Maria Grasso.

Esperienze personali quelle che Mirella racconta tra le pagine del libro, ma non solo, riflessioni anche a seguito degli incontri con Gustavo Rol e Demofilo Fidani.

A scatenare l’interesse verso queste tematiche è quasi sempre la dipartenza di qualcuno che si ama fortemente, genitore, figlio, amico, qualcuno che è punto fermo nella vita di chi subisce la perdita. Così è stato anche per Mirella, quando si ritrovò desolata per l’assenza del padre.

Anni di riflessione, presenza e segnali avvertiti da Mirella, l’hanno condotta verso la conoscenza e l’approfondimento del mondo della medianità. I discorsi di Mirella e le conversazioni che il giardino di Villa Piccolo ha ascoltato, erano parole serene di una donna perfettamente in equilibrio con se stessa ed il mondo che la circonda. Tra le affermazioni da lei espresse, più di una volta prendeva forma l’importanza dell’amore, il senso fondante della salvezza umana scorre verso la via principale dell’amore. Non vi era in lei esoterismo, atteggiamento megalomane di chi possiede tutte le verità in mano. Vi era piuttosto scienza e coscienza, pace, luce e speranza. Non vi era rassegnazione, ma convinzione del senso del passaggio della continuità della vita e di come essa, vada vissuta nel senso più alto del termine. Non vi era in lei l’atteggiamento ambiguo in quanto soggetto che frequenta “incontri medianici”, tutt’altro, tutto in lei era espressione di serenità. La scrittrice ha affermato di come gli incontri di cui lei è stata testimone, si svolgevano in uno stato di perfetta normalità. Le persone da lei incontrate (tra cui Roberto Setti) del Cerchio Firenze 77, non hanno mai avuto interessi economici in merito.

Durante la serata Lelio Bonaccorso, ha interagito con Mirella ed Elide Maria, con esempi tratti dalle sue esperienze lavorative, rifacendosi anche all’attinenza in merito dei trattati di fisica. Come a dire che la scienza stessa con lo studio dei campi elettromagnetici, ci conferma l’esistenza di quelli che spesso vengono considerati settori enigmatici e poco chiarificatori.

La serata è stata ricca di spunti ed il pubblico si è prestato ad un ascolto attento e condiviso. Mirella ha confermato in quanti al giorno d’oggi sono interessati a questa tematica, ma temono il giudizio sociale negativo, che potrebbe suscitare l’attenzione rivolta a queste tematiche.

Tra le diverse riflessioni l’importanza di come il potere di tutti i tempi, abbia la necessità fondante di tenere i propri sudditi sotto il peso della paura. La paura è il miglior modo per rendere una persona schiava, l’essere libero è prima di tutto l’essere che non teme i percorsi della vita, le difficoltà della vita. L’essere libero considera la vita un cammino con i suoi sassi da incontrare, ma dei sassi che possano arricchire il percorso dell’essere.

Libertà e amore sono stati i sostantivi protagonisti dell’incontro a conclusione del quale, l’arte, è la manifestazione compiuta, dove libertà e amore si incontrano per dare senso all’immortalità dell’essere. L’essenza primordiale (tra l’alfa e l’omega tra la vita e la morte) di quel sentire che gli umani non riescono a percepire come verità evidente, ma che comunque rimane inevitabile nel percorso di ogni singolo essere vivente.

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