Siracusa: operazione antimafia Agorà, 56 arresti

Sono 56 le persone arrestate nell’ambito dell’operazione antimafia denominata Agorà e condotta dai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Siracusa. Gli indagati sono ritenuti affiliati e contigui alla famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano, alla famiglia di Caltagirone, a quella di Ramacca e al clan Nardo di Lentini.

Il provvedimento è stato eseguito da oltre 400 militari nei territori delle province di Catania e di Siracusa. I soggetti arrestati sono indiziati di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico e allo smercio di droga, nonché di numerose estorsioni pluriaggravate, di concorrenza illecita, di turbata libertà degli incanti e di trasferimento fraudolento di beni, reati tutti aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose.

Contestualmente è stato notificato anche un decreto di sequestro preventivo di beni. Sotto sequestro sono finite nove attività attive nei settori dell’edilizia, della logistica e dei servizi cimiteriali nonché dei beni e conti correnti ad esse riconducibili, per un valore di oltre 10 milioni di euro.

Le indagini hanno svelato le criticità, i nuovi rapporti di forza e gli equilibri raggiunti tra le famiglie di Cosa nostra operanti nei territori di Catania, Caltagirone e Siracusa e segnatamente la famiglia Santapaola-Ercolano, la famiglia mafiosa La Rocca, quella di Ramacca e il clan Nardo. .documentata dalle indagini anche la riorganizzazione interprovinciale del sodalizio mafioso che è riuscito a mantenere l’operatività nei tradizionali settori delle estorsioni, del recupero crediti e della cessione di stupefacenti.

Ancora, è stata accertata la capacità dei clan di infiltrarsi nell’economia lecita e di influenzare i processi decisionali degli enti locali. Gli accertamenti sviluppati anche tramimte intercettazioni si sono avvalse anche del contributo di 16 diversi collaboratori di giustizia. È stata così ricostruira la rete di relazioni e la struttura della famiglia Santapaola Ercolano, di quella La Rocca di Caltagirone, quella di Ramacca e il clan Nardo.

È stato cristallizzato un momento particolare di composizione degli assetti mafiosi dell’area. Dai diaoghi captati all’interno dell’officina di Salvatore Rinaldi, eletta a luogo di incontro privilegiato delle diverse articolazioni di cosa nostra catanese, emergeva come il susseguirsi di provvedimenti cautelari scaturiti dalle indagini Kronos e Chaos avesse di fatto interrotto il processo di riorganizzazione di cosa nostra catanese avviato da Antonio Tomaselli, il responsabile dell’epoca, arrestato nell’operazione Chaos e che i soggetti rimasti in libertà fossero stati in grado di riorganizzarsi e mantenere un elevato livello di pericolosità criminale.

In particolare, venivano registrati momenti di forte conflittualità tra i sodali, dovuti proprio all’assenza dell’investitura ufficiale di un nuovo reggente, che consentivano di monitorare dialoghi di straordinaria portata investigativa. Il dato trovava piena conferma nella gestione delle estorsioni, in passato curate in prima persona da Tomaselli. In questi frangenti Salvatore Rinaldi, Michele Lorenzo Squillaci, referente del gruppo Nizza; Luigi Ferrini, referente per i paesi e Carmelo Renna, referente del villaggio Sant’Agata, indicati dalle indagini, con alto grado di probabilità, quali vertici dei diversi gruppi, discutevano di come gestire la situazione e dividere i relativi utili.

L’officina era anche il luogo dove avvenivano le riunioni con esponenti della fammiglia di Caltagirone e del clan Nardo e ciò ha permesso di aprire ulteriori filoni investigativi che permetevvano di acclarare l’operatività delle due compagni nel territorio calatino e siracusano.

La famiglia mafiosa di Caltagirone ha al vertice Gioacchino Francesco La Rocca, detto Gianfranco, figlio di Ciccio La Rocca, morto nel 2020. Lui è a capo di un nutrito gruppo criminale in stretto rapporto con gli imprenditori Giuseppe Ciriacono, il figlio Gianfilippo Ciriacono, Giuseppe Spitale e Salvatore Orefice, attraverso i quali cosa nostra calatina, grazie anche alle entrate di cui gode presso il comune di Caltagirone esercita un’attività pressoché monopolistica nel settore degli appalti. In particolare è stato documentato come alcuni dipendenti dell’amministrazione comunale, consapevoli di chi rappresentasse Ciriacono ,modellavano i bandi per favorire le aziende di quest’ultimo e Gianfraco La Rocca. A quest’ultimo sono riconducibili anche l’impresa Edile di Spitale Gaetano & c. snc e la ditta individuale Salvatore Orefice, entrambe operanti nel settore del movimento terra.

Particolarmente significativa appare la vicenda relativa alla gestione dei servizi cimiteriali nel comune di Vizzini, scaturita dalla volontà di Gesualdo Briganti, gravemente indiziato di essere esponente di spicco del clan Nardo, di inserirsi nella gestione dell’appalto attraverso una società a lui riconducibile, ma in violazione di accordi risalenti nel tempo che attribuivano tale servizio, sebbene ricadesse in un’area di influenza del clan Nardo, alla ditta La Cutrera Onoranze Funebri srl, di fatto riconducibile a Gianfraco La Rocca.

La questione veniva poi risolta a seguito di plurime interlocuzioni tra i vertici dei due gruppi mafiosi che stabilivano come la ditta riconducibile a La Rocca avrebbe continuato la gestione dei servizi, cedendo una percentuale dei profitti al clan Nardo e a cosa nostra catanese.

Nell’officine Rinaldi i carabinieri del Ros hanno documentato un susseguirsi di incontri finalizzati a monitorare costantemente le diverse e numerose questioni che sorgevano nella provincia etnea, tra queste estremamente significativa era quella che interessava i rapporti tra Catania e la famiglia di Ramacca che lamentava il mancato versamento delle percentuali storicamente pattuite derivanti dalle estorsioni commesse nel territorio di sua competenza, con la conseguenza di intaccare anche il prestigio di Pasquale Oliva, al vertice di quella famiglia. Anche in questo caso Rinaldi, Renna, Schillaci e Ferrini organizzavano più incontri, ai quali prendevano parte per conto della famiglia di Ramacca, Franco Compagnino e Alessandro Fatuzzo, all’esito dei quali veniva ristabilito il rispetto delle antiche regole.

In merito al clan Nardo di Lentini, è da dire che nel provvedimento sono confluiti gli esiti di tre distinti filoni investigativi, condotti dal nucleo investigativo del comando provinciale di Siracusa che traggono origine sempre dalle captazioni operante nell’officina di Salvatore Rinaldi. È emerso dalle indagini l’attuale reggenza del clan e la sua composizione, comprensiva dei referenti dei paesi limitrofi sotto il suo controllo ossia Francofonte e Vizzini. In particolare, è stato individuato Antonio Guercio come reggente operativo, subordinato solo a Giuseppe Furnò che va qualificato come successore di Pippo Floridia, già reggente del gruppo Nardo fino al 20 aprile 2016 come documentato in seno all’indagine Kronos del Ros.

È stato dimotrato che il clan Nardo e la famiglia Santapaola fossero in affari anche per il traffico di droga. È emersa la direzione da parte di Antonio Guercio e dello stesso RInaldi di un fiorente traffico e smercio di sostanze stupefacenti. Nel corso delle indagini, in tempi diversi, si è proceduto al sequestro di 108 Kg di marijuana, di 2,6 Kg di cocaina e 57 Kg di hashish. In questo contesto un ruolo centrale era assunto da Tiziana Bellistri che organizzava la rete dello smercio di droga.

Le cointeressenze tra i due gruppi criminali erano rivolte anche al controllo del tessuto imprenditoriale. Nel dettaglio è stato appurato come Guercio e Rinaldi avevano pianificato un’azione ai danni dell’ATI, aggiudicataria dell’appalto bandito da Italferr Spa che stava svolgendo i lavori presso il cantiere della stazione ferroviaria di Lentini.

I due, all’esito di più interlocuzioni, non solo imponevano alla società di cedere materiale forroso di risulta a soggetti individuati da Guercio e Rinaldi, che avrebbero poi provveduto alla vendita, ma anche i servizi di guardiania al cantiere. Le indagini hanno dimostrato, per ciò che emerge dall’attuale fase del procedimento, come i sodali oggi destinatari di misura restrittiva mantenessero attiva la propria rete di controllo su diversi settori economici e sociali, operando mirate estorsioni i cui ricavi erano da dividere in base a precisi accordi e sulla base dello spessore della famiglia destinataria.

Veniva documentato il tentativo di estorsione attuato da esponenti del clan Nardo e della famiglia Santapaola-Ercolano ai danni delle società Trasporti e movimento terra srl e della Figeco srl, impegnate nell’esecuzione di lavori di pulitura, smaltimento di detriti e rifacimento degli argini sul fiume Dirillo; della ditta L.C. Costruzioni, impegnata nei lavori di risanamento della sovrastruttura stradale lungo la S.S. 124 dal Km. 33+120 al Km 57+000 in t.s. Grammichele – Buccheri. L’azione delittuosa interessava anche il settore dei trasposti su gomma da parte di Giuseppe GENTILE (deceduto per cause naturali qualche giorno fa e soggetto di rilievo del clanNardo, del quale in passato era stato reggente, prima che questo ruolo venisse affidato a GUERCIO) il quale,attraverso il titolare della Ecotrasporti, gestiva una piattaforma logistica adibita a centro di raccolta degli agrumi che, dopo essere stati confezionati, venivano affidati in esclusiva per il trasporto, in considerazione della riconosciuta caratura criminale, a ditte di fatto riconducibili a Giuseppe GENTILE (LogitradeSrl, TlogSrl E Lg Srl) ed oggi sottoposte a sequestro preventivo. Tale monopolio determinava un momento di forte attrito allorquando il titolare della Ecotrasportisi opponeva all’apertura a Francofonte (SR) di un’altra agenzia di trasporti da parte di tale Gregorio Luminario, soggetto vicino a Michele Schillaci che, senza il benestare e l’autorizzazione di cosa nostra catanese, aveva intrapreso l’iniziativa imprenditoriale.

La situazione di tensione diveniva evidente il 3 dicembre del 2018 quando Carmelo Gualtieri, titolare della ditta, aveva una violenta colluttazione con Gregorio Luminario che, per le lesioni subite, era costretto a recarsi al pronto soccorso dell’ospedale di Lentini. La vicenda veniva discussa con cosa nostra catanese, dai vertici del clan Nardo su Francofonte e con il diretto intervento di Giuseppe Furnò. Il potenziale conflitto veniva ricomposto nel rispetto della tradizionale alleanza tra le due compagini mafiose, stabilendo che LUminario avrebbe aperto l’agenzia, ma avrebbe dovuto corrispondere delle somme ad entrambi i gruppi criminali.

L’ipotesi investigativa è stata condivisa dal Gip che ha emesso le misure cautelari. In esito alle catture verrà attivato il contradditorio procedimentale, nel corso del quale gli indagati avranno la facoltà di fornire la loro versione dei fatti e indicare eventuali prove a discopa.

In carcere sono finiti: Calogero Aquilino, Sebastiano Basso, Antonino Sebastiano Battaglia, Tiziana Bellistri, Antonino Briganti, Gesualdo Briganti (detto Aldo o Celentano), Salvatore Briganti, Gaetano Casciana, Vincenzo Castelli, Rosario Ciaffaglione, Giuseppe Ciriacono, Francesco COmpagnino, Donatello Cormaci, Filippo Crisafulli, Giuseppe De Luca, Sebastiano Giovanni Desi, Salvatore Di Liberto, Benedetto Distefano, Carmelo Fallara, Alessandro Antonio Fatuzzo, Salvatore Fazio, Luigi Ferrini, Giuseppe Furnò, Salvatore GIarrusso, Antonino Guercio, Gioacchino Francesco La Rocca, Giuseppe Midore, Nicholas Midore, Sebastiano Midore, Pasquale Oliva, Orazio Papale, Maurizio Pinzone Vecchio, Benito Privitera, Domenico Querulo, Salvatore Rannesi, Carmelo Renna, Salvatore Rinaldi, Gaetano Riolo, Gabriele Santapaola, Vincenzo Sapia, Lorenzo Michele Schillaci, Giuseppe Scuderi, Lorenzo Sgroi, Barbaro Stimoli, Matteo Vasta e Rosario Zagame.

Destinatari di misure cautelari non detentive, invece, sono: Mario Brullo, Gianfilippo Ciriacono, Vito Cutrera, Domenico Gentile, Gianluca Italia, Lorenzo Palazzo, Salvatore Orefice, Francesco Rametta e Giuseppe Spitale.

Sequestrati invece: la società di trasporto T.LOG S.R.L., la società di trasporto LG S.R.L., la Logitrade s.r.l.; l’impresa edile Eredi di Gaetano Spitale e di Angela Spitale & C. Snc, l’impresa individuale Salvatore Orefice, le onoranze funebri srl della Cutrera, l’Ital costruzioni group srl; l’Ital costruzioni srl; la sede operativa della società di trasporti Logitrade srl ora T LOG srl costituita da un manufatto con corpo secondario fuori terra su due livelli e area parcheggio di 1.200 metri quadrati, la Sicilsystem Srl, tutti i veicoli intestati alla LG S.R.L. nonché tutti i veicoli intestati alla Logitrade e alla T LOG S.R.L.

 

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