Capo d’Orlando (Me): la bellezza di un sabato stellato usurpata dall’utilizzo dei social

La baia di Capo d’Orlando, mare calmo e caldo, tramonti e albe spettacolari, località che ha il privilegio di essere via di mezzo tra paese e cittadina, dove i giovani si trovano e ritrovano ad ogni angolo. Due anni di pandemia, i rincari dei beni primari, dinamiche sociali che hanno subito dei cambiamenti profondi, mettendo a dura prova qualunque asse della nostra cultura occidentale.

In questo clima di austerità che i giovani sconoscevano, è presente la grande voglia di riprendersi i propri spazi e le proprie abitudini tentando di ripartire.

Così  è stato per molte attività. Riprendere la normalità delle cose per alcuni versi non è stato e non è semplice. Se l’economia italiana scende a capofitto regalandoci un paese di anno in anno più debole, la voglia di vita non conosce tregua e si appresta col manifestarsi.

Il primo sabato di giugno apre il coconut (discoclub di Capo d’Orlando) l’entusiasmo tra i giovani ed i gestori è alle stelle. Musica, suoni, colori che si infrangono con ritmi calzanti tra la pista di ballo calcata dai più giovani. Tra ritmi caldi e fari spara colori, arrivano le parole del deejay “per me il coconut è un sogno da quando avevo la vostra età .. per me ripartire dall’anno zero con tutti voi mi fa battere forte il cuore”. Tutto bello, tutto perfetto, tutto entusiasmante quasi, forse, come la “febbre del sabato sera”.

La serata scorre tra musica, bevande ed entusiasmi .. ritorna l’alba, si apre il nuovo giorno. Iniziano i chiacchiericci, girano video .. passano i giorni .. esplode qualche battuta velenosa sui social, polemiche tra la gente, chi fa finta di essere sbalordito, chi giudica, chi abdica, chi sogghigna, in pochi, in silenzio, si rattristano davvero. Ma cosa è accaduto, nulla di grave se non fosse stato che, due bellissimi giovani su un cofano di una macchina, di fronte a qualche passante, si sono dedicati ad una delle pratiche più antiche e più belle della vita. Da qui le riprese dei due ragazzi e dei passanti, ed il giro incondizionato di telefono in telefono, di occhi a occhi, di parole in parole, sino a diventare virale.

Di fronte a tutto questo, qualunque persona di buona coscienza dovrebbe provare dolore per due motivi profondi che vanno bel oltre le richieste di due corpi nel legarsi. Cosa conduce la generazione di oggi a non possedere il senso del pudore? E quale lo scopo di filmare certe scene per condividerle poi con il mondo intero??

Se alcol e tutto il resto possono far perdere la dimensione del luogo opportuno, chi ha girato il video se aveva coscienza delle sue azioni, certamente non è stata bella e buona cosa condividerlo. Non dimentichiamo che dietro queste bravate vi sono persone, ragazze, genitori, nonni, vi è ancora l’anima di chi deve crescere e forse non ritrova esempi che possono donarle il senso delle piccole cose che poi diviene pudore, attenzione, rispetto. Non è lo scandalo del gesto che accomuna tutti, ma il contorno delle azioni che diviene malefico e può apportare danni morali irreparabili per chi li subisce. Allora cosa ne rimane dell’apertura di una serata che doveva essere la rivincita del divertimento post-pandemico? Cosa ne rimane di queste giovani generazioni, dei lori genitori, degli insegnanti? Tutto è una catena, tutto è collegato. Siamo tutti colpevoli dell’assenza di delicatezza verso le persone che incontriamo, perché se quei due giovani sono stati superficiali nello scegliere la postazione delle loro azioni, chi ha ripreso e poi condiviso è stato diabolico. Tutti abbiamo fratelli, sorelle, tutti siamo o diventeremo genitori e dietro queste sceneggiate vi sono persone che possono rimanere irrimediabilmente ferite. È doloroso apprendere che, come sempre sulla bocca di tutti ci sia il soggetto femminile, lei è .. lei ha fatto .. lei è stata .. di lui neanche un accenno. Come se per legge di natura a pagare il prezzo maggiore debba essere sempre la donna.

Non possiamo giudicare due giovani se ad essere preso di mira non è tutto il contesto con la società che gira intorno ad esso. Non possiamo mettere le mani di fronte alla tecnologia. Però possiamo creare delle coscienze, possiamo coltivare la bellezza del rispetto, la delicatezza di vedere questi giovani crescere con serenità.

La cosa più spiacevole che tra le vie si è sentita, è stata una frase di una madre molto pensierosa “questi giovani sembrano sempre tristi, incontentabili, sempre con qualche problema, ho una figlia che ha subito cattiverie dai suoi coetanei e adesso si è completamente chiusa”.

L’augurio è quello che questa vicenda abbia insegnato quanta disumanità educativa ci sia nella società e di come è divenuto più urgente che mai porre lo sguardo verso i giovani. Uno sguardo coscienzioso che insegni la bellezza dell’unione tra due corpi, evitando che tutto questo possa divenire anche solo un dramma morale.

Questo si dovrebbe dire, questo si dovrebbe fare per donare un augurio speciale di buona e serena estate a questi bellissimi giovani.

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