Palermo: voto di scambio politico-mafioso, arrestato Pietro Polizzi

Pietro Polizzi, uno dei candidati di Forza Italia al consiglio comunale di Palermo alle elezioni di domenica prossima, è stato arrestato per scambio elettorale politico-mafioso. Secondo la procura sarebbe stato Polizzi a stringere un patto con i boss dell’Uditore, i costruttori Sansone, storici alleati del capomafia Totò Riina che ospitarono il padrino di Corleone in una delle loro ville nell’ultimo periodo della latitanza.

Pietro Polizzi, ex consigliere provinciale eletto all’epoca nell’Udc, viene ritenuto un esponente politico di spicco. Arrestato anche Agotino Sansone, fratello di Gaetano, proprietario di via Bernini in cui Riina passò gli ultimi mesi prima dell’arresto nel 1993 e un suo collaboratore. Contro l’arrestato ci sarebbero anche alcune intercettazioni ambientali che hanno indotto la procura a chiedere la misura della custodia cautelare in carcere. Dalle conversazioni emergerebbe il patto elettorale stretto tra l’esponente di Forza Italia e Sansone.

“Gli arresti di questa mattina – dichiara il candidato a sindaco di Palermo del centrosinistra, Franco Miceli – dimostrano la fondatezza delle nostre preoccupazioni sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nelle elezioni dei prossimi giorni. Nessuno si dica sorpreso perché se si sdogana il supporto politico da parte di soggetti già codannati per reati connessi alla mafia, è naturale che in quella proposta politica trovino spazio metodi e sistemi che sono quelli che hanno già inferto ferite indicibili alla nostra città”.

L’ambiguità di Lagalla – continua Miceli, riferendosi al candidato a sindaco del centrodestra – oggi si manifesta: il re, come si dice, è nudo. E non basteranno delle frasi di circostanza espresse con malcelato imbarazzo a mascherare la realtà. Abbiamo il dovere di proteggere i miliardi del Pnrr e dei fondi europei dagli interessi scomodi e dalle spartizioni mafiose. Palermo – conclude Miceli – resisterà a tutto questo, non può avere un sindaco che diserta il 23 maggio e che rappresenta l’alfiere del ritorno ai tempi bui della città di Palermo”.

Dal canto suo il sindaco del centrodestra Roberto Lagalla fa un plauso alla procura della Repubblica “per la celerità delle indagini, segno di un impegno attento alla tutela della libertà del voto che rappresenta la più alta espressione democratica del nostro paese. Confido che la giustizia possa essere altrettanto celere nello stabilire processualmente le eventuali responsabilità”.

“Tenere alta l’attenzione contro ogni tipo di ingerenza della mafia – conclude Lagalla – è un imperativo categorico perché il rischio è che si insinui nelle maglie larghi di chi cerca scorciatoie, di certo non richieste. La mafia e le sue ramificazioni stiano lontane dalla mia porta, non troveranno mai alcuna accoglienza, saranno accompagnate immediatamente e senza tante gentilezze alla procura della repubblica”.

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