Catania: ruba una scheda video per pc, giovane indagato

Un giovane di 20 anni è stato indagato dagli agenti del commissariato Librino di Catania per rapina. Il giovane, dopo aver contattato via web una persona che aveva posto in vendita una scheda video per pc del valore di circa 500 euro, ha chiesto di incontrarla per un eventuale acquisto.

Alla presenza del venditore, approfittando di un momento a lui propizio, usando violenza, ha sottratto la scheda video per poi scappare. La vittima ha immediatamente sporto denuncia e sono state avviate le indagini da parte dei carabinieri che, a distanza di pochi giorni, ne hanno individuato il responsabile. Nel goffo tentativo di rendersi irriconoscibile il giovane si era completamente rasato la folta barba. La successiva perquisizione ha permesso di ritrovare la refurtiva che è stata consegnata al legittimo proprietario.

Nel corso dei controlli su strada, inoltre, sono state contestate diverse violazioni amministrative riguardanti l’uso personale di sostanze stupefacenti a seguito delle quali sono state anche ritirate le patenti di guida. Indagate anche due persone per evasione dagli arresti domiciliari. Su disposizione dell’Autorità giudiziaria, 2 soggetti di 20 e 46 anni sono stati sottoposti alla misura della detenzione domiciliare. Un ulteriore fatto di rilievo riguarda una donna di 30 anni indagata in stato di libertà per invasione di edifici pubblici e di detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura, tali da creargli gravi sofferenze.

L’indagata, percettrice del reddito di cittadinanza, vive in un luogo diverso da quello dichiarato all’Inps. In particolare abita in un immobile di circa 200 metri quadri realizzato abusivamente in 3 distinte unità immobiliari illegalmente occupate e unificate. Inoltre, la donna avrebbe lasciato il suo cane sulla strada per intere giornate, legato con una catena attaccata ad un muro adiacente all’abitazione, sotto il sole, senza cibo e con acqua putrida.

Infine, diversi soggetti sono stati indagati in stato di libertà per maltrattamenti in famiglia e uno per il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche non spettanti.

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