Messina: rigenerazione urbana al centro di un incontro a palazzo Zanca

Superbonus 110%, progetto Capacity e partenariato pubblico privato: tre modelli da seguire per portare a compimento il risanamento delle aree degradate di Messina senza più commettere gli errori del passato, scongiurando la creazione di nuovi “ghetti” e nuovi casi di marginalizzazione sociale. A fare il punto sul processo di rigenerazione urbana in città, questa mattina, sono stati i relatori dell’incontro “Il risanamento a Messina: fra obiettivi raggiunti e nuovi traguardi”, promosso dal M5s nel Salone della Bandiere di Palazzo Zanca.

Tanti gli argomenti affrontati nel corso del dibattito, dagli aspetti amministrativi alla necessità di ragionare sui diversi am­bi­ti territoriali tenendo in con­si­de­ra­zio­ne, in primo luogo, le spe­ci­fi­che esi­gen­ze del­le fa­mi­glie e dei cittadini coinvolti.

Ad introdurre il confronto è stato il parlamentare nazionale Francesco D’Uva, che si è soffermato sul cospicuo stanziamento di risorse da parte del Governo, grazie alla sinergia politica trasversale che ha portato alla Legge speciale per le baracche, mentre il candidato sindaco del centrosinistra Franco De Domenico ha illustrato i punti salienti del suo programma elettorale, auspicando una collaborazione produttiva fra tutte le realtà coinvolte: “Il risanamento sociale è importante tanto quanto il risanamento urbanistico. Quanto fatto a Roma è la dimostrazione che è possibile e doveroso anteporre l’interesse della città agli interessi dei singoli”.

Pietro Franza, presidente di Sicindustria Messina, ha allargato la prospettiva del risanamento come occasione del rafforzamento del sistema imprenditoriale di Messina, ribadendo l’importanza della continuità amministrativa e l’assoluta necessità di differenziare le tipologie di intervento. A fargli eco, l’ingegnere Franco Cavallaro, consigliere nazionale OICE, che ha proposto la soluzione del partenariato pubblico privato, portando ad esempio vari casi virtuosi in Italia e all’estero.
È poi la volta dell’ingegnere Sergio Bruno, che  ha illustrato uno studio territoriale degli ambiti di risanamento a Fondo Saccà e Camaro, con particolare riferimento al SuperBonus110: “L’80% delle baracche che c’erano in città 40 anni fa sono purtroppo ancora lì. È fondamentale un approccio diversificato, sfruttando magari gli incentivi statali in vigore fino al 2026”.

A seguire, l’avvocato Annalisa Giacobbe è intervenuta sugli aspetti civilistici e amministrativi, portando ad esempio il caso emblematico (e a lieto fine) di una cittadina, alle prese per anni con gli intoppi della burocrazia.

Lucrezia Piraino, in rappresentanza di “Fondazione di Comunità”, ha offerto il suo contributo sul progetto Capacity nelle vesti di mediatrice sociale, illustrando i tanti risultati virtuosi raggiunti in questi anni.

In conclusione, prima del confronto con i partecipanti, gli interventi della consigliera comunale Cristina Cannistrà e del vicepresidente della III Circoscrizione Alessandro Geraci. La prima ha parlato di emergenza abitativa, mettendo in evidenza la difficoltà di assegnazione degli alloggi popolari e la sovrapposizione di competenze tra il dipartimento competente e l’agenzia Arisme. Il secondo ha portato ad esempio il caso simbolico di Bisconte, con la costruzione, nel 2006, di 189 alloggi in un grande “palazzone” ridotto adesso in condizioni fatiscenti: “Non è emulando ‘le Vele’ di Scampia che si risolvono i problemi, dalla dispersione scolastica alla microcriminalità. Ogni territorio è un caso a sé: Fondo Fucile non può essere gestito come Bisconte. Non si può ragionare solo con l’ottica delle ruspe, ma bisogna pensare alla rigenerazione urbana”.

 

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