Trapani: confiscati beni ad un imprenditore edile

Sin dagli anni Novanta un imprenditore edile di Trapani svolgeva il ruolo di prestanome delle quote di alcuni esponenti mafiosi tra cui anche il capo mandamento di Trapani. Oggi gli uomini della DIA, direzione investigativa anfimatia, hanno confiscato beni nei suoi confronti.

Secondo gli inquirenti l’uomo era entrato a far parte di un contesto societario controllato da ambienti mafiosi, fornendo liquidità per ripianare esposizioni con il sistema bancario. Le indagini hanno dimostrato come l’imprenditore aveva consentito alla società, della quale aveva rilevato alcune quote, di effettuare un’importantissima e redditizia speculazione immobiliare facendo pressioni sugli uffici comunali affinché modificassero la destinazione d’uso di un appezzamento di terreno per la realizzazione di villette residenziali.

Il terreno venne posto sotto sequestro. L’imprenditore aveva acquistato un’area edificabile in zona sottoposta a vincolo giudiziario e su cui aveva ottenuto un’importante concessione edilizia, interponendo nel rapporto di compravendita una nuova società. Il dubbio sulla liceità dell’operazione è sorto dall’analisi di un documento antiriciclaggio fornito dagli organi di vigilanza della Banca d’Italia.

Tra i beni sottoposti a confisca: una società di capitali nel settore dell’edilizia, 39 fabbricati tra abitazioni civili, magazzini e negozi, tra Trapani ed Erice, 9 sull’isola di Levanzo (Tp), 2 terreni e un conto corrente bancario per un valore complessivo di oltre 15 milioni di euro. (immagine di repertorio)

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