Catania: associazione a delinquere, arresti della polizia

Raffica di arresti a Catania eseguiti dalla polizia di Stato su delega della DDA di Catania. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di far parte di un’associazione per delinquere di tipo mafioso aggravata dall’essere armata, tentato omicidio aggravato, associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanza stupefacente, aggravata dall’essere armata, detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, reati in materia di armi e ricettazione delle medesime, tentata rapina aggravata, tentata estorsione aggravata, evasione e favoreggiamento personale.

Le manette sono scattate ai polsi di: Luigi Bivona, 25 anni; Alessandro Cafici, 43 anni; Francesco Celeste, 34 anni; Giuseppe David Costa, 40 anni; Antonino Gurgone, 43 anni; Carmelo Imbarrato, 33 anni; Salvatore La Mela, 35 anni; Agatino Lo Cicero, 39 anni; Cristian Lo Cicero, 35 anni; Francesco Lombardo, 43 anni; Graziano Pellegriti, 32 anni; Francesco Restivo, 56 anni il 9 marzo; Giuseppe Restivo, 30 anni; Giuseppe Restivo, 34 anni; Giuseppe Restivo, 34 anni; Salvatore Restivo, 25 anni; Salvatore Restivo, 26 anni; Salvatore Restivo, 41 anni; Pietro Santangelo, 45 anni; Maurizio Tomarchio; 44 anni; Mario Tuttobene, 28 anni.

Il provvedimento restrittivo emesso sulla base di indagini coordinate dalla Dda ed eseguite dalla squadra mobile-sezione criminalità organizzata di Catania e dal commissariato di polizia di Adrano accoglie gli esiti di una complessa ed articolata attività investigativa, condotta tra il mese di ottobre 2018 e quello di novembre 2019 nei confronti di un’associazione, anche di tipo mafioso, operante nel territorio di Adrano e nei comuni limitrofi, capeggiata da Cristian Lo Cicero e collegata alla famiglia mafiosa Mazzei detta anche Carcagnusi di Catania.

Le indagini, riscontrando le dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia, hanno consentito di appurare come Lo Cicero, sotto l’egida della famiglia mafiosa catanese dei Mazzei e approfittando di un vuoto di potere venutosi a creare a seguito delle operazioni di polizia condotte nei confronti delle storiche compagini mafiose insistenti su quel territorio e cioè i clan Santangelo-Taccuni e Scalisi, sia riuscito a conquistare notevoli spazi, specie nel settore del traffico e dello spaccio di droga promuovendo, organizzando e dirigendo un nutrito gruppo criminale, in ciò coadiuvato dal fratello Agatino e dai pregiudicati Luigi Bivona, Francesco Celeste, Francesco Lombardo, Francesco Restivo e Giuseppe REstivo che, a loro volta, potevano fare affidamento su decine di affiliati.

Nel corso delle indagini, a riprova della pericolosità dell’accolita e del controllo del territorio dalla stessa esercitato sono stati effettuati numerosi sequestri di armi (5 fucili, 3 pistole e 1 bomba a mano) e munizioni, nonché documentato il tentato omicidio ai danni di due pregiudicati, uno dei quali minorenne all’epoca dei fatti, scaturito da contrasti connessi allo spaccio di sostanze stupefacenti.

A questo proposito il gruppo gestiva un vasto traffico di sostanze stupefacenti che poi provvedeva a commercializzare non solo nel territorio di Adrano, nel catanese, ma anche in quello di altri comuni delle province di Catania, Caltanissetta, Enna e Ragusa. È stato possibile acquisire elementi di prova anche in ordine a coloro che rifornivano l’associazione in parola. In particolare l’approvvigionamento della cocina tramite soggetti appartenenti al clan Mazzei dei Carcagnusi di Catania. Il rifornimento della droga del tipo marijuana, invece, avveniva tramite dei canali albanesi, la cui presenza dei referenti è stata più volte documentata ad Adrano. L’acquisto di eroina avveniva tramite dei contatti operanti nella provincia di Messina.

Nel traffico illecito era stabilmente inserita anche una famiglia di “caminanti”, ovvero nomadi di nazionalità italiana che gestivano una piazza di spaccio in contrada Zizulli, agro di Adrano. Un’altra piazza di spaccio, riconducibile al sodalizio criminale, era operativa tra le case popolari di Adrano di via IV novembre e gestita principalmente dai pregiudicati Salvatore Restivo (classe 1995) e Carmelo Imbarrato.

A riscontro delle attività, nel corso delle indagini, sono stati effettuati 15 arresti in flagranza del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e sequestrati 600 grammi di cocaina, 1,9 Kg di eroina, 183 Kg di marijuana e 2,8 Kg di ecstasy in pastiglie. L’operazione era stata denominata “Third family”.

Dopo le formalità di rito, tutti gli indagati sono stati allocati presso varie carceri siciliane di massima sicurezza. Tutte le ipotesi accusatorie dovranno trovare conferma allorché verrà instaurato il contraddittorio tra le parti, come legislativamente previsto.

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