“I figli delle App: realtà virtuale e vita reale, la narrazione nella galassia dei social”. È questo il titolo dell’evento formativo promosso dall’UCSI di Caltanissetta con l’Assostampa e l’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, svoltosi nella splendida cornice di palazzo Moncada, riflessione aperta sui nuovi linguaggi e contesti dello spazio pubblico nell’era dei social.
Relatori sono stati: Francesco Pira, docente di sociologia dei processi culturali e comunicativi dell’università di Messina, giornalista ed autore del saggio “Figli delle app”; Antonino Ciavola, vice questore e dirigente della squadra mobile di Caltanissetta. Moderatrice sarà Fiorella Falci, presidentessa della sezione UCSI di Caltanissetta.
Oltre ai giornalisti erano presenti anche dirigenti scolastici, docenti e una delegazione della consulta studentesca provinciale che hanno posto diverse domande ai relatori su un tema che per i giovani rappresenta il contesto privilegiato delle loro reti relazioni, ma di cui non sempre conoscono i rischi e le grandi opportunità positive.
Anche le istituzioni sono state presenti con gli interventi di: Emanuele Ricifari, questore; Giovanni Magrì, presidente del consiglio comunale e padre Alessandro Rovello, direttore dell’ufficio diocesano cultura e comunicazioni sociali che ha patrocinato l’evento, insieme ad Ivana Baiunco, segretaria di Assostampa Caltanissetta.
La necessità di abitare la nuova galassia social, padroneggiandone i linguaggi e disinnescandone i pericoli di manipolazione, è una priorità urgente per chi, come i giornalisti, è responsabile della qualità dell’informazione e della comunicazione nello spazio pubblico. Il rischio reale è quello di vedere oscurata la propria funzione dalle dinamiche falsamente democratiche, di un sistema comunicativo in cui prevalgono i fenomeni della “vetrinizzazione” e della ricerca di una identità virtuale legata ad un consenso facile e privo di responsabilità.
La comunicazione diventa sempre più il banco di prova di una democrazia in buona salute, che sia capace di fare crescere la consapevolezza autentica dei fenomeni sociali a partire dal ruolo irrinunciabile della stampa. I media mai come oggi svolgono una funzione di “sanificazione etica” del campo dell’informazione, che va ben oltre il perimetro della semplice deontologia professionale.