Isola delle Femmine (Pa): mostra dedicata alla I guerra mondiale in ricordo del milite ignoto

Isola delle Femmine (Pa): mostra dedicata alla I guerra mondiale in ricordo del milite ignoto

L’associazione BCsicilia a Isola delle Femmine, nel palermitano, in collaborazione con l’associazione Isola-Pittsburg Forever, con il gruppo scout e la guardia costiera ausiliaria, ha organizzato una mostra dedicata alla prima guerra mondiale e al ricordo dei cento anni del milite ignoto.

Spoglie senza nome che riposano sull’altare della patria, simbolo di tutti i caduti che hanno difeso l’Italia durante il primo conflitto mondiale. La mostra sarà aperta al pubblico giovedì 4 novembre dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00, sabato e domenica dalle 10.00 alle 13.00 in via Cutino, 14, nei locali della casa museo Joe Di Maggio a Isola delle Femmine.

Gli oggetti in esposizione fanno parte delle collezioni private del luogotenente dei carabinieri, Benedetto Salvino, medaglia d’oro, vittima del terrorismo e della presidentessa di BCsicilia Isola delle Femmine, Agata Sandrone che, insieme a Giancarlo Equizzi ha curato le ricerche sui soldati dell’isola. Inoltre, all’interno della mostra sarà possibile ammirare antichi cimeli, divise, medaglie, preziosi documenti che raccontano la vita quotidiana dei soldati che parteciparono al conflitto. Saranno visibili anche dei pannelli con foto e storie dei soldati di Isola delle Femmine e Sferracavallo.

La decisione di realizare un monumento in onore dei caduti della prima guerra mondiale fu presa il 28 luglio 1921 con una legge del Parlamento. Ben presto si fece strada l’idea di collocarvi anche la salma di un soldato italiano non identificato: il milite ignoto. Il militare morto fu selto attraverso un lungo processo. Una commissione prima selezionò undici corpi rimasti senza nome. Successivamente una donna triestina, Maria Bergamas, madre di un soldato non identificato, nel corso di una solenne cerimonia al duomo di Aquileia indicò la salma destinata a rappresentare tutti i caduti per la patria.

Il trasferimento del corpo a Roma avvenne con un treno che fermava cinque minuti in ogni stazione del percosro. Il ministero della guerra ordinò il più rigoroso silenzio durante il passaggio del treno: erano vietati discorsi pubblici e all’arrivo del treno poteva essere eventualmente suonata una sola volta “La canzone del Piave”.

Dopo una cerimonia nella basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma, il 4 novembre 1921, giornata dell’unità nazionale e delle forze armate, un lungo corteo accompagnò la bara fino a palazzo Venezia. Un milione di persone partecipò alla tumulazione, tra squilli di trombe e il suono delle campane di tutta la città.

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