Catania: sfruttamento della prostituzione, 9 ordinanze

Nove persone sono state raggiunte da ordinanze di arresti a Catania per sfruttamento della prostituzione in esecuzione di un’ordinanza emessa il 9 ottobre scorso dal Gip su richiesta della DDA. Gli agenti della polizia di Stato hanno messo le manette ai polsi di: Emil Ivanov Milanov, 42 anni, arrestato a Catania; Milena Milanova, detta Miriam, 31 anni ,arrestata anche lei a Catania così come Maria Kozarova, detta Zina, 27 anni. Ai domiciliari, invece, sono finiti: Massimo Corrado, 43 anni; Francesco Barbera, 50 anni; Giuseppe Caruso, 45 anni; Alessandro Santo Coco, 31 anni; Elena Angelova, 43 anni. Infine, M.A., 73 anni, è stato sottoposto all’obbligo di dimora nel comune di Catania.

I nove sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di tratta di persone, riduzione in schiavitù, nonché di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione aggravati, tra l’altro, dalla trans nazionalità.

Il provvedimento arriva a seguito di un’indagine avviata a giugno del 2020 a seguito di una denuncia sporta da due cittadine bulgare nei confronti di un’altra cittadina straniera per questioni riguardanti il pagamento del canone di locazione delle postazioni su strada, cosiddette “joint” ubicate nei pressi di un bar nella zona della locale stazione ferroviaria dove le denuncianti erano solite prostituirsi.

Gli indagati hanno accertato che le vittime di tratta, alcune reclutate in madrepatria al costo di 12.000 lev, circa 6.129 euro, una volta in Italia venivano collocate in abitazioni fatiscenti, nel quartiere San Cocimo, dove c’erano pessime condizioni igieniche e venivano private di ogni libertà, persino dei documenti di identità e sfamate con lo stretto necessario. Alle ragazze veniva dato poco cibo, ma anche piatti poco costosi come le patate garantendo al gruppo criminale un introito costante di circa 1.400 euro a settimana.

Le vittime venivano definite “spazzatura”, “bokluk” in lingua bulgara, da cui il nome dell’operazione. Le ragazze venivano costrette a prsotiursi per parecchie ore al giorno (dalle 19.00 alle 04.30) anche durante le restrizioni imposte dalla pandemia, con ogni condizione atmosferica, sottoposte a percosse e soprusi di ogni tipo ed al costante controllo di connazionali e/o di soggetti locali, assoldati dai promotori a tale scopo.

In quest’ambito il gruppo criminale non ha risparmiato le continue vessazioni anche in pregiudizio di una ragazza particolarmente vulnerabile, in quanto affetta da un grave handicap, costretta a prostituirsi sotto il costante  controllo dei componenti del sodalizio.

Promotore del sodalizio era Emil Milanov. La giovane che ha reso dichiarazioni agli inquirenti, veniva maltrattata dall’intero sodalizio che, dovuto alla sua condizione di donna straniera e affetta da un grave e limitante handicap la costringeva non solo a prostituirsi, ma anche a svolgere mansioni domestiche, cucinare. In alcuni casi la vittima veniva svegliata in piena notte e vessata con violenze fisiche e verbali indescrivibili.

Nel contesto dell’esecuzione è stato sequestrato il materiale comprovante lo sfruttamento della prostituzione ad opera degli indagati, telefoni cellulari e denaro contante. Nel corso delle indagini, inoltre, è stato possibile dimostrare che l’organizzazione criminale, guidata dalla coppia Emil Milanov e Milena Milanova, ha previsto una precisa assegnazione di ruoli e compiti, attraverso il contributo e la collaborazione operativa di italiani e bulgari con mansioni di controllo e di accompagnamento delle vittime sul luogo del meretricio.

Un altro bulgaro è stato indagato per gli stessi reati e destinatario della misura cautelare in carcere, ma al momento risulta irreperibile ed è attivamente ricercato.

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