Catania: le periferie al centro della “summer school di sociologia”



Partirà domani la X edizione della scuola di alta formazione di sociologia del territorio dell’AIS dal titolo “Le periferie del centro. Vecchie e nuove forme di disagio sociale. Il caso di Catania”. Un appuntamento promosso dal consiglio nazionale dei sociologi dell’ambiente e del territorio, nell’ambito del progetto formativo “PeriferiCittà”, la summer school con sede al dipartimento di scienze politiche e sociali dell’università di Catania che la patrocina, insieme con altri dipartimenti di scienze sociali degli atenei di Milano Bicocca e di Sassari, della conferenza italiana dei corsi di laurea in servizio sociale, dell’associazione nazionale comuni italiani, dell’ordine professionale assistenti sociali regione Sicilia, dell’ordine degli architetti pianificatori paesaggisti conservatori della provincia di Catania, dell’associazione catanese CittàInsieme, dell’unione delle comunità islamiche d’Italia e della comunità islamica di Sicilia.

A dare il proprio contributo anche il Politecnico di Torino e il movimento Jane’s Walk Catania. La città di Catania per una settimana sarà un “laboratorio di studio e di ricerca” che vedrà coinvolti – in un percorso sociologicamente orientato – 28 iscritti (studenti magistrali e dottorandi) provenienti da tutta Italia, con una formazione fra scienze politiche e sociali e scienze della progettazione, per contribuire alla definizione di figure professionali capaci di riflettere sulle problematiche di marginalità socio-economica, culturale e fisica dei centri storici.

“Accanto alla formazione accademica si è inteso privilegiare un’altra attività di ricerca sul campo – dichiara il prof. Carlo Colloca, docente di Sociologia urbana presso il DSPS dell’Università di Catania e responsabile scientifico della Summer School – il coinvolgimento di un parterre così articolato di istituzioni accademiche e non, di ordini professionali e di rappresentanti dell’associazionismo si motiva perché le  grandi città del Sud Italia, e fra queste il capoluogo etneo, assistono a crescenti condizioni di vulnerabilità e di disagio sociale, acuite dal Covid19, che vanno oltre le periferie geografiche e interessano anche i quartieri storici. Occorre, dunque, un approccio che coinvolga una molteplicità di attori attenti alla complessità dei bisogni individuali e collettivi, affinchè si comprenda per chi e perché si progetta e come si possano avviare processi sostenibili di rigenerazione urbana anche in queste aree”.

Ad aprire i lavori della Summer School, il rettore dell’Università di Catania, Francesco Priolo, insieme al direttore del DSPS, Giuseppe Vecchio. Seguiranno gli interventi di Enzo Bianco, in qualità di presidente del consiglio nazionale dell’Anci, del segretario dell’ordine degli architetti della provincia di Catania, Giuseppe Messina, della professoressa Maria Carmela Agodi, presidentessa dell’AIS, del professore Giampaolo Nuvolati, coordinatore del consiglio nazionale dei sociologi dell’ambiente e del territorio e del professore Carlo Colloca.

“Nel tentativo di comporre una sequenza di azioni e di competenze teoriche e metodologiche che concorrano ad una progettazione sociale del territorio –  conclude il prof. Colloca – gli allievi si dedicheranno ad aree specifiche della città, quali Antico Corso, Civita e San Berillo, incontrando cittadini residenti ed associazioni”. Significativo il dialogo della Summer School con la comunità islamica catanese che ospiterà, presso la Moschea della Misericordia, alcuni dei momenti formativi. L’intento degli organizzatori è, infatti, soffermarsi sulla stratificazione di popolazioni residenti nel centro di Catania, fra le quali è significativa la presenza di cittadini stranieri immigrati, accanto ad altre popolazioni fragili quali, gli anziani, senza trascurare tutta una platea di city user che vivono il centro storico anche per ragioni di consumo.

Il 16 settembre – a conclusione dei lavori – gli allievi presenteranno ipotesi progettuali e strategie di azione che troveranno ulteriori approfondimenti in tesi di laurea, di dottorato e in percorsi di tirocinio e che gli organizzatori sperano possano essere una risorsa in più di conoscenze a beneficio della comunità locale.

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