Bronte (Ct): diga di Bolo, si passa alla fase tecnica

Dopo il sì da parte della regione, il progetto per la realizzazione della diga di Bolo a Bronte, nel catanese, passa alla fase tecnica. L’elaborato, infatti, è stato inviato alla facoltà di ingegneria dell’università di Catania per essere corredato dalle relazioni.

“In particolare – ci spiega il sindaco di Bronte, Pino Firrarello – il progetto sarà esaminato da Musumeci che dovrà redigere una relazione sulla capacità dell’intero sistema fluviale. I fatti ci indicano che abbiamo bisogno di questo invaso al più presto. Lo esigono diversi settori, quello agricolo, quello industriale e perché no anche quello potabile”.

Ad aver bisogno della diga sono anche gli agricoltori della piana di Catania e il settore industriale. “Ma avete visto – continua Firrarello – cosa è successo a Ponte Barca? La carenza d’acqua non ha soltanto provocato conseguenze alla fauna ittica, ma ha compromesso un’intera stagione irrigua nel settore agricolo catanese e la stessa esistenza delle coltivazioni. Ora il governo nazionale decida: o investe per sviluppare l’economia siciliana o ci dica chiaramente che siamo da soli. È dai tempi della cassa del Mezzogiorno che in Sicilia non si costruisce nulla. Il presidente Musumeci, che sono certo condivide questo mio pensiero, denunci ogni atteggiamento ostile verso lo sviluppo dell’isola”.

Il tema dell’acqua, per Firrarello, è primario. “E’ assurdo che una terra come quella siciliana che d’estate soffre la sete, sia in grado di conservare e riutilizzare appena l’11% delle acque piovane. Ed è ancora più assurdo se pensiamo che il progetto di questa diga sia stato anni fa scartato, nonostante sui Nebrodi l’acqua non manchi mai. È indubbio che l’idea della diga di Bolo sia vincente. Potrebbe arrivare ad alimentare non solo ponte Barca, ma anche il lago di Lentini. Vedrete, l’acqua con l’andare del tempo diventerà sempre più un bene prezioso. Ed è così importante conservarla da imporre alla realizzazione di questa diga un percorso privilegiato anche riguardo la burocrazia troppo lenta ed elefantiaca, come dimostrano le realizzazioni di parecchie infrastrutture siciliane”.

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