Tortorici (Me): inaugurato il ritratto di Fra Felice Lupica Spagnolo

È stato inaugurato qualche settimana fa a Tortorici, nel settecentesco sacello di Valle Vena, un ritratto raffigurante “u biatu Filici di Turturici”, fra Felice Lupica Spagnolo. All’inaugurazione erano presenti padre Benedetto Lupica, parroco delle borgate Sceti e Mercurio e Antonino Liuzzo Scorpo, committente del quadro realizzato da Mario Valenti, anche lui presente alla manifestazione.

Nel corso del pomeriggio padre Benedetto Lupica ha illustrato ai presenti la figura del frate cappuccino sottolineando che “per oltre due secoli è stato il protagonista della vita religiosa di Tortorici”. Numerose le testimonianza che sono state raccolte dal sacerdote e da Liuzzo sulla vita e sugli aneddoti attribuiti al beato Felice. Nonostante la devozione popolare nei suoi confronti, agli atti non risulta alcun processo di beatificazione. Le informazioni e le testimonianze raccolte finora confluiranno in un libro di prossima pubblicazione.

Promotore dell’iniziativa è stato Antonino Liuzzo Scorpo che come un novello Mecenate ha commissionato l’opera al talentuoso artista Mario Valenti. “Per dare un’identità certa al frate cappuccino – spiega Antonino Liuzzo Scorpo – nel giugno del 2019 è stato costituito un apposito gruppo di ricerca che il primo luglio del 2019 portò ad una importantissima scoperta, ossia al rinvenimento nei registri dello stato civile del comune di Tortorici dell’atto di morte di fra Felice Lupica Spagnolo. L’atto attesta la sua dipartita avvenuta nel convento dei reverendi frati cappuccini di TOrtorici il 30 gennaio del 1866 all’età di 89 anni ed altre preziose informazioni. Tale scoperta assumeva una rilevanza eccezionale in quanto per la prima volta nella storia veniva attribuita a quel corpo incorrotto, esposto per 120 anni nel camposanto di Tortorici, una identità certa, completa e ufficiale”.

Dopo che gli è stata data una identità ora si è pensato di dare anche un volto al frate Cappuccino. Il tutto è stato possibile grazie ad una vecchia fotografia conservata da un devoto che, inserita in un apposito programma del computer denominato 3D, ossia in tridimensionalità, forniva una preliminare ricostruzione dell’immagine della sua faccia.

Questa prima ricostruzione veniva integrata e arricchita con il contenuto di quelle testimonianze raccolte che descrivevano la sua fisionomia. L’incrocio tra questi due elementi permetteva di dare un volto il più possibile somigliante a quello reale di fra Felice Lupica Spagnolo.

Nel corso della giornata sono state sentite alcune testimonianze più significative fornite da abitanti della zona le quali riguardavano aneddoti attribuiti al Frate Cappuccino e tra questi quello che Fra Felice di Tortorici dialogava con gli animali (segno di grande armonia con il creato) ed il più noto “Miracolo del paniere”. Tali aneddoti venivano rappresentati abilmente nell’opera pittorica del Maestro Mario Valenti, unitamente ad altri aspetti tipici che caratterizzavano la città oricense nella metà Ottocento.

Non poteva mancare l’occhio dell’artista. Il giovane talentuoso Mario Valenti ha spiegato come è riuscito a dare volto a fra Felice, illustrando il significato che ha voluto dare al ritratto e tutta la “oricensità” in esso contenuta e rappresentata. Infine, Valenti ha evidenziato lo stacco di una parte dell’opra con il passato, attualizzandola attraverso un tracciato ancora esistente di una strada che Fra Felice fece costruire intorno al 1830 per collegare il centro con il convento dei reverendi padri Cappuccini dell’omonima borgata.

Nel ritratto c’è anche un riferimento al patrono San Sebastiano, la cui immagina è raffigurata mentre viene esposta alla finestra della chiesa di Santa Maria Assunta. Il quadro è stato donato dal committente Antonino Liuzzo e dalla moglie alla chiesa parrocchiale di Sceti per essere messo a disposizione di tutta la comunità.

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