Milazzo (Me): narcotraffico, 11 arresti

È scattata alle prime luci di questa mattina l’operazione antidroga denominata “Drug express” condotta dalla guardia di finanza e dalla polizia nei confronti di un’associazione a delinquere dedita al traffico e allo spaccio di droga, con base a Milazzo e operante nella fascia tirrenica della provincia di Messina, con propaggini su Roma.

Le indagini sono state coordinate dalla direzione distrettuale antimafia di Messina. Quattro persone sono finite in carcere, mentre altri cinque sono stati posti ai domiciliari e per altri due è stato disposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza.

Le indagini, sviluppate attraverso attività tipiche di polizia giudiziaria e plurime investigazioni tecniche, hanno permesso di documentare tutte le fasi del traffico illecito: dai viaggi per gli approvvigionamenti, al pagamento dei fornitori sino alla consegna della droga venduta.

In soli sei mesi di indagine gli investigatori hanno accertato come l’associazione criminosa oggi repressa, grazie ad un nutrito “portafoglio clienti” ormai fidelizzato, potesse vantare una presenza capillare ed avesse escogitato plurimi diversivi per non incorrere in sequestri di narcotico, in particolare attraverso il sistema delle consegne porta a porta, da cui il nome dell’operazione.

I componenti della banda passavano nelle abitazioni dei singoli assuntori, alcuni dei quali già sottoposti alla misura degli arresti domiciliari per altri reati, per  raccogliere le richieste e di conseguenza le somme necessarie per l’acquisto delle sostanze, per poi provvedere alla consegna a domicilio.

I componenti dell’associazione utilizzavano fra loro un linguaggio criptico. Per esempio con il termine pizza indicavano le dosi di crack.

A capo dell’associazione c’era il tunisino M.K., 37 anni, residente a Torregrotta, finito in carcere. L’uomo era aiutato nelle attività illecite da un articolato gruppo di spacciatori, tutti dimoranti nella fascia tirrenica del messinese.

La droga arrivava dal Lazio con un sistema di spedizioni tramite “thermos” che in realtà contenevano pasticche di anfetamine e 38 gr di etilmorfina. È stato ampiamente documentato il progetto criminoso di porre in essere un attentato contro la caserma della finanza di Milazzo e far saltare gli automezzi di servizio con la benzina, giungendo a ripromettersi di vendicarsi nei confronti di un finanziere che li aveva controllati su strada.

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