Capo d’Orlando: Il potere incontrastato della tecnologia di ultima generazione

Il mondo è grande ma è anche piccolo. Così Capo d’Orlando, comune dal fascino turistico che si estende su 14,43 Km quadrati, si ritrova dal 25 agosto 2020, con una stazione radio base SRB di 24 metri, sita in contrada Scafa e sulla quale dovranno essere poste e attivate 2 antenne UMTS e 2 antenne 5G. Il punto scelto per innalzare le antenne è una zona residenziale. Un luogo dalla vista stupefacente attorniato da case, ville e uliveti.

A destare sgomento sono la tipologia, la modalità, la località ed il periodo in cui è avvenuto e sta avvenendo tutto questo. Dagli atti avuti dai residenti si è appreso che la progettazione per la stazione radio base sia avvenuta nel mese di marzo 2020 e l’istanza di autorizzazione ad inizio aprile senza comparire su albo on line. “Tutto l’iter si è svolto quando noi cittadini eravamo impossibilitati ad uscire” dicono gli abitanti della zona.

Il nome della società per azioni che ha richiesto l’installazione dell’antenna è ILIAD. L’avvocato Angelo Siracusa, legale rappresentante di un gruppo di cittadini residenti a Scafa, fa risaltare all’attenzione con quale eccezionale rapidità l’ARPA abbia confermato parere favorevole a ILIAD. Giovedì 3 aprile la società invia il progetto per la realizzazione della stazione radio ad ARPA che risponde con parere favorevole entro il seguente mercoledì 9 aprile.

Questo il principio della vicenda a cui sono seguiti manifestazioni, incontri con le istituzioni comunali, petizioni, sospensione e ripresa dei lavori e recenti ricorsi presso il TAR.

E mentre la legislazione nazionale ed Europea considera l’installazione di queste tipologie di antenne un “servizio di pubblica utilità”, i cittadini si sentono abbandonati dalle istituzioni preposte e che per prime dovrebbero spendersi per il diritto comune alla salute e alla tutela del proprio territorio. Capo d’Orlando non è “vergine” all’installazione di molteplici stazioni radio base con plurime antenne montate.

I cittadini si chiedono se il Comune sia tutelato da un piano di localizzazione che ponga in equilibrio il rapporto in stime percentuali tra territorio, cittadini, ambiente ed esposizione alle radiazioni; se esiste una regolamentazione comunale che disciplini la materia sul proprio territorio; se è stato presente o attualmente lo sia, un Ufficio Ambiente comunale preposto; ma soprattutto i cittadini si chiedono se il loro sacrosanto diritto alla salute sia stato tutelato.

Senza una regolamentazione comunale, chiunque potrebbe disporre antenne in maniera selvaggia sul territorio. A novembre 2020 la sospensione dei lavori risultava annullata dal Comune, è seguito il ricorso della ILIAD che intimava alla ripresa dei lavori.

All’inizio del 2021, la comunità di Scafa, richiamando la delibera di consiglio comunale n. 82/2005 e del piano di localizzazione degli impianti di cui all’art. 6 del Suddetto Regolamento, approvato con delibera del commissario straordinario n. 17/2006 ha chiesto al comune di verificare se entro i 500 metri dal centro dell’antenna esistessero siti sensibili – specificamente il campetto sportivo. Le misurazioni hanno confermato che questo entra dentro questa distanza.

Il comune ha scritto a Iliad a inizio marzo facendo notare quanto sopra. ILIAD ha risposto che “il regolamento comunale, nel disciplinare il corretto insediamento nel territorio degli impianti, può contenere regole a tutela di particolari zone e beni di pregio paesaggistico o ambientale o storico- artistico, o anche per la protezione dall’esposizione ai campi elettromagnetici di zone sensibili (scuole, ospedali etc.), ma non può imporre limiti generalizzati all’installazione degli impianti se tali limiti sono incompatibili con l’interesse pubblico alla copertura di rete nel territorio nazionale”. In generale le compagnie telefoniche usufruiscono di molte semplificazioni proprio per il servizio di utilità che svolgono. Per questo motivo i cittadini di Scafa chiedono che almeno le cose che sono in dovere di fare, le facciano seguendo i regolamenti stabiliti.

Ad inizio maggio, i rappresentanti della comunità (che ad oggi hanno cercato di tutelare la salute del comprensorio in merito alla questione) hanno chiesto al Comune di misurare l’altezza dell’antenna, giacché anche questa infrangerebbe il piano di localizzazione degli impianti, essendo alla stessa altezza. Il comitato di cittadini di Scafa lo scorso 3 febbraio (reg. n.38) aveva chiesto e ritirato dal comune di Capo d’Orlando il regolamento comunale per l’installazione di infrastrutture di telecomunicazione ed il controllo dei campi elettromagnetici. Dal regolamento si evince che qualsiasi impianto deve in ogni caso superare di almeno 3 metri l’altezza degli edifici presenti nel raggio di 100 metri, come citato all’articolo 6 del “piano localizzazione impianti”.

L’antenna, dunque, non rispetterebbe il parametro imposto dall’attuale regolamento relativamente all’altezza rispetto all’abitazione di Massimiliano Arena posta nel raggio di 100 metri, come si evince dalla particella 547, foglio 9. In questo momento il nostro rappresentante legale è in attesa di riunirsi con il legale ingaggiato dal comune di Capo d’Orlando ma sfortunatamente l’ufficio pertinente non ha ancora trasmesso il fascicolo del caso a tale legale. “Non si capisce perché ci sia tutto questo ritardo – dicono i cittadini – cosa ci sia dietro. Allo stesso tempo anche se la nostra PEC, chiedendo la misurazione dell’altezza dell’antenna, sia stata inviata più di 30 giorni fa, ancora siamo in attesa che questa sia fatta.

Sembrerebbe che il tutto si basi sull’argomento che i comuni – prosegue il comitato – potendo stabilire principi (criteri o regole come riferito da ILIAD) per salvaguardare la salute e il benessere di noi cittadini, per esempio, le parabole trasmittenti debbano essere almeno 3 metri al di sopra di abitazioni entro i 100  metri di distanza. ILIAD interpreta qualsiasi regola come limitazione e non sembrerebbe interessata a costruire una stazione radio base nel rispetto del regolamento locale, perciò ILIAD procede senza nessun riguardo”.

Sembra che non si riesca a venire a capo della situazione. I fatti richiedono chiaramente una tutela da parte della cittadinanza ed in particolare dei residenti limitrofi all’antenna, il Comune sembra immobilizzato di fronte ad interessi che non riguardano soltanto il territorio in questione ma vanno ad incidere su realtà multinazionali. I cittadini, in tutto ciò, chiedono solo il diritto della tutela della propria salute, principio fondante che primeggia di fronte a qualunque obiettivo.

Nancy Calanna

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