Floresta (Me): investire sui borghi ad economia speciale

Convegno a Floresta, nel messinese, con il convegno “Land degradation neutraly: the Sicilia’s case study”. Appuntamento a palazzo Landro-Scalisi del comne del messinese in occasione della giornata mondiale per la lotta alla siccità e alla desertificazione.

A moderare i lavori sono stati: Francesco Cancelleri, coordinatore dell’area tematica aree protette ed eco regioni Sigea e Chiara Lo Cicero. Relatori: Bernardino Romano, professore ordinario di tecnica e pianificazione urbanistica all’Univerisità di L’Aquila; Sabrina Diamanti, presidentessa del consiglio nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali; Maria Alessandra Ragusa, professore ordinario di analisi matematica dell’università di Catania e presidentessa del comitato scientifico IRSSAT, istituto di ricerca, sviluppo e sperimentazione sull’ambiente ed il territorio; Rachele Castro, presidentessa della consulta ambiente IRSSAT; Maurizio Erbicella, Cts Asso CEA Messina Aps; Giovanna Lucia Piangiamore, ricercatrice INGV; Pietro Monforte, componente della consulta ambiente IRSSAT; Michele Seminara, componente consulta ambiente IRSSAT e Vincenzo Veneziano, componente della stessa consulta.

Dai contributi dei vari relatori in termini di desertificazione e qualità climatica emerge la proposta di mettere a frutto le conoscenze scientifiche maturate sino ad oggi, integrate con una proposta di nuovo concetto di zona svantaggiata, ovvero investire sui BES borghi ad economia speciale. Un progetto di manutenzione dei territori comunali a maggiore rischio desertificazione con selezione di quelli più fragili.

Le piccole comunità sono la chiave di volta per avviare un processo virtuoso che consiste nell’individuare in maniera obiettiva i borghi che potrebbero beneficiare di un processo rigenerativo dei suoli. Se il progetto verrà gestito correttamente, porterà benefici vari come: fermare lo spopolamento, ricostruire i presidi montani, mitigare il dissesto idrogeologico e rivitalizzare le colture di eccellenza tutelando il patrimonio genetico agrotecnico. Si potrà persino frenare l’emorragia di giovani che vanno via a causa della crescita esponenziale della disoccupazione e migliorare la qualità di vita degli anziani che restando non beneficiano di adeguati servizi.

La Sicilia deve diventare competitiva. Per quanto goda di tre università pubbliche e una privata deve investire sempre di più sull’alta formazione finalizzata alla ricerca applicata. Abbiamo un Brand Sicilia che coniuga turismo, beni culturali e prodotti agroalimentari tipici.

Molti borghi siciliani sono scrigni di storia, cultura, arte e presidi Slow Food impegnati nel recupero e la salvaguardia di piccole produzioni di eccellenza gastronomica minacciate dall’agricoltura industriale e dal degrado ambientale. Il progetto BES potrebbe essere la chiave di volta per creare un’inversione di tendenza e dare una concreta risposta al rischio desertificazione che se non si può sconfiggere, di certo si può mitigare in quanto abbiamo le conoscenze scientifiche e gli strumenti per intervenire.

Ha concluso i lavori con un intervento riguardo le proposte e i nuovi criteri per lo studio e la classificazione di zone agricole svantaggiate, il professore Vincenzo Piccione, coordinatore del team desertificazione IRSSAT.

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