Brolo: Stella & Aratro ed il suo secondo evento letterario aperto al pubblico

La tigre di Noto di Simona Lo Iacono

E’ stato un fine settimana alla riscoperta dell’incontro tra cultura e spettatore il secondo evento proposto dall’associazione Stella & Aratro presso la villa comunale di Brolo.

In numerosi hanno assistito alla presentazione del romanzo La tigre di Noto di Simona Lo Iacono.

Anna Maria Ciccone, questo il nome della protagonista del romanzo, realmente vissuta tra il 1891 e il 1965. Un periodo storico e una terra natia (la Sicilia) che la raccontano lunga sulle vicende che hanno potuto interessare un’intelligenza fulminante ed una personalità così autonoma come quella di Anna Maria. Sullo spaccato dell’epoca che si apre al ventesimo secolo, prende vita il racconto della Lo Iacono, che ha saputo cogliere la straordinaria vita di una donna coraggiosa, audace, autonoma, armoniosamente ribelle. Le parole dell’autrice del libro incalzavano gli ascoltatori presenti, alla villa comunale di Brolo, con un crescendo d’attrazione.

Anna Maria Ciccone è stato un personaggio fuori da ogni riga dell’epoca, le sue gesta ed il suo ruolo determinante nelle scienze matematiche, fisiche, filosofiche ed educative sono emerse da pochi anni. Dal motore di ricerca wikipedia possiamo trarre un ricordo dalle gesta onorevoli “tra il giugno e il luglio del ’44 regnava un clima di distruzione e bombardamenti; a causa di ciò un’aula dell’edificio dell’Istituto di fisica pisano venne minata e seriamente compromessa. La Ciccone, per scongiurare la completa distruzione del resto dell’edificio, comunicò in tedesco con gli ufficiali nazisti Hans Nothdurf e Guido Dessauer (commissario per le ricerche di alta frequenza, che ebbe un ruolo primario nei saccheggi degli istituti universitari pisani nell’estate del ’44). Gli ufficiali, che erano intenzionati a razziare l’istituto di fisica ed altri atenei, desistettero davanti alla minaccia della Ciccone di non abbandonare l’edificio, a costo di saltare in aria con esso. La Ciccone riuscì così ad evitare la distruzione completa dell’istituto, nonché il saccheggio degli strumenti e del prezioso patrimonio bibliotecario; per questo atto ricevette numerosi encomi ufficiali da autorità statali ed accademiche”.

In Sicilia fin da quando era bambina la famiglia l’avrebbe voluta maritata, per la madre non era rispettoso avere una figlia femmina che ambisse agli studi e ad un futuro che delineava un ruolo che, per altro, poteva appartenere solo agli uomini benestanti. Senza mezzi termini Anna Maria dimostrò autonomia e capacità di rifarsi esclusivamente a sé stessa dopo gli studi all’istituto magistrale di Noto e poi a Modica, prese il treno e proseguì il suo cammino.

L’elemento determinante di questa donna, prim’ancora d’essere l’amore per lo studio e la capacità di scontrarsi con le regole dell’epoca, era la sua concezione della scienza e della vita. Dal romanzo possiamo trarre elementi fondanti per un’etica sociale universale, per la Ciccone la legge che sorregge l’universo è una legge di responsabilità. La sua era una ricerca verso la luce che non teme il buio dal quale si può giungere alla luminosità. Per Anna Maria gli eventi avversi erano motivo di movimento verso una nuova rinascita, prima di essere una scienziata era una mistica. Possedeva in sé i primordiali elementi che racchiudono l’alchimia. Applicava formule poetiche alla disciplina scientifica. Con il suo intuito ha rivoluzionato la concezione del movimento, della luce e del tempo, insieme ad Einstein hanno concepito gli albori di quello che è la fisica quantistica, è stata capace di comprendere pienamente come la materia sia composta da atomi. La sua mente illuminata si esprimeva anche nelle concezioni sociali della vita,  innamorata di un Ebreo, non giudicava, non coltivava pregiudizi, non anteponeva nessuna certezza perché capace di rimettersi all’etica del dubbio. Il suo piglio teorico si sposava con armonia alle sua capacità pratiche che dimostrava nella scienza e nel vivere quotidiano.

La ricerca della luce, l’armonia del creato, quel dono trascendente che andava ad unirsi alle sue doti per le scienze matematiche.

Una donna che attraversa i tempi per testimoniare prima d’ogni scoperta, d’ogni invenzione, d’ogni azione di coraggio, prima d’ogni esempio politico ed educativo, lei è stata testimone diretta del vero senso della vita, delle straordinarie leggi universali che possiedono un’etica e lo dimostra.

Simona Lo Iacono con questa romanzo ci regala uno scrigno che racconta un passato utile in questo presente. Come lanterna questo romanzo può stimolare le menti ad oltrepassare la nebbia che circonda l’inizio di questo ventunesimo secolo. Perché l’umanità spesso procede come il gambero, fa un passo avanti per riportarsi altri due passi indietro nell’istante in cui incontra il sentimento della paura. Pertanto, questo racconto prima d’essere testimonianza, è un codice che svela l’essenza segreta e magica dell’esistere.

Tutto scompare di fronte alla vastità del cosmo il quale non inizia né finisce ma fluisce”.

Durante la serata hanno dialogato con l’autrice Stefania Ignazitto e Giovanna La Motta, tratti danzanti Gaia Vitanza e Joseph Sirna (planet dance academy), letture a cura dell’attrice Valentina Martino (associazione nuovi teatri), saluti assessore Maria Vittoria Cipriano, presenti sindaco Giuseppe Laccoto e in numerosi tra il pubblico.

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