Termini Imerese (Pa): l’antico culto della madonna della Lettera

di Salvatore Mantia

Almeno quattro opere artistiche testimoniano a Termini Imerese, in provincia di Palermo, il culto alla Madonna della Lettera, di cui oggi, però, si è persa memoria. Esiste in questa cittadina la chiesa di Sant’Orsola, risalente alla seconda metà del XV secolo. Da decenni chiusa al pubblico, questa chiesa sorge nel quartiere delle Rocchecelle (i Rucchiceddi), così chiamato per la presenza di roccia che ancora oggi affiora nella zona.

L’edificio ingloba una delle torri civiche medievali che viene detta “Torre dei Saccàri”, dall’arabo Saqkra cioè “rocca”. È all’interno di questa chiesa che ritroviamo tracce di antico culto tributato alla Madonna della Lettera. Nella terza cappella di destra, infatti, è collocato un grande dipinto raffigurante la Madonna della Lettera e le Anime del Purgatorio: è un’opera del 1782 del pittore palermitano Tommaso Pollaci.

Questa cappella venne dedicata proprio alla Madonna della Lettera nella seconda metà del XVII secolo quando donna Maria Bertòlo da Termini si trasferì a Messina. La famiglia termitana Bertòlo deteneva, infatti, il patronato di questa cappella.  Nella parete di sinistra della stessa, è affrescata inoltre la Consegna della Lettera ai Messinesi. I lavori di decorazione della cappella furono eseguiti dal pittore Alessio Geraci, allievo del più famoso Vito D’Anna, attivo nella seconda metà del XVIII secolo a Termini Imerese.

Nella “consegna” si legge: Maria Virgo, Joachim filia, Dei himilissima Christi Hesu Crucifixi mater, ex tribu Juda, stirpe David: Messanensibus omnibus salutem et Dei Patris omnipotentis benedictionem. Vos omnes fide magna Legatos ac Nuncios, per publicum documentum ad nos misisse constat, Filium Dei genitum, Deum et Hominem esse fatemini, et in coelum post suam resurrectionem ascendesse Pauli apostoli electi praedicatione mediante, viam veritatis agnoscentes, ob quod Vo set ipsam Civitatem benedictione prima III Nonas Iunii luna XXVII. Feria V ex Hierosolimis. Maria virgo quae supra hoc chirographum approbavit celebratur festivitas in pia et metropolitana ecclesia nobilis Messanae fuit et si Regni caput die III Junii.

La chiesa di Sant’Orsola è nota a Termini per la presenza delle cosiddette catacombe, ovvero la cripta sotterranea che conserva i resti mummificati dei confrati della Fulgidissima compagnia dei Neri o compagnia della morte. Fra i confratelli sepolti: don Ignazio Geraci-Di Littri, un armatore calabrese di cognome Polverino, Costantino Atena (De Tena), Girolamo Sceusa, Francesco Greco e il sacerdote Vincenzo Impallària che è ben visibile nel suo loculo appeso in piedi in abito sacerdotale e cotta. Un sacerdote, questo, popolarmente considerato santo. In questa chiesa si conserva un pregevole dipinto attribuito a Mattia Preti: il San Benedetto che resuscita un confratello.

L’altra testimonianza del culto della Madonna della Lettera a Termini Imerese si può ammirare nel museo civico Baldassare Romano dove si conserva un pregevole dipinto attribuito nel 1985 da R. De Gennaro al pittore Giovanni Battista Quagliata. In passato era stato catalogato dalla soprintendenza per i beni artistici e storici di Palermo quale Madonna incoronata.

E per gli stilemi iconografici fiamminghi l’opera era stata attribuita al pittore messinese Niccolino Von Houbrachen: la Madonna è raffigurata a mezzobusto, in atto benedicente, sospesa sopra la terra; racchiusa entro una corona di fiori attorniata da angioletti: due di questi le pongono una corona sul capo. La Madonna tiene in mano la santa Lettera col testo ben visibile. Purtroppo, allo stato attuale delle ricerche, non si è in condizione di rinvenire né la provenienza del dipinto né la committenza: questi dati non sono neppure espressi nei cataloghi del museo termitano, né a memoria d’uomo vi è conoscenza della preesistenza collocazione del dipinto.

Un’altra opera raffigurante la Madonna della Lettera, di ignoto autore, presumibilmente risalente al XVII secolo, è conservata nella sagrestia della Maggior Chiesa di Termini Imerese. Il dipinto riporta i segni del tempo, essendo la pittura scuritasi, ma in basso a destra è chiaramente leggibile la scritta “Madonna della Lettera”.

Sappiamo che quest’opera faceva parte dei dipinti conservati nella chiesa di San Pietro, annessa al quattrocentesco reclusorio benedettino per orfanelle, da decenni chiusa al pubblico e non lontana dalla chiesa di Sant’Orsola. L’esistenza di tali opere a Termini Imerese fa ipotizzare la presenza di un’antica e folta colonia messinese nel territorio.

Si auspica, pertanto, alla luce di quanto sopra esposto che il contributo sia da auspicio per ulteriori ricerche atte a fornire nuovi elementi documentari in merito.

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