Enna: operazione antimafia, 30 arresti

Sono trenta i provvedimenti di custodia cautelare emessi su richiesta della DDA di Caltanissetta nell’ambito dell’operazione antimafia denominata “Caput silente” nella provincia di Enna. Per gli arrestati le accuse sono di associazione per delinquere di stampo mafioso aggravata dall’uso delle armi, estorsioni, danneggiamenti e traffico di stupefacenti.

Il can mafioso, sotto l’egida della famiglia mafiosa di Enna, imponeva il pizzo controllando anche in regime di monopolio il mercato della droga specialmente nella zona nord della provincia. Nel corso delle indagini sarebbe stato scongiurato anche un omicidio e sono state sequestrate ingenti quantità di droga e armi da fuco.

Le indagini hanno documentato innumerevoli cessioni di stupefacente e diversi episodi di danneggiamento, soprattutto ai danni di imprenditori appartenenti anche alla locale associazione antiracket e quelli di due agenti in servizio alla squadra di polizia giudiziaria del commissariato di Leondorte. Ad un imprenditore vennero recapitate buste da lettera contenenti due proiettili con la richiesta di un pagamento di un’ingente somma di denaro. Per quanto riguarda, invece, le estorsioni, l’associazione mafiosa dei Fiorenza ha tentato di sottoporre la totalità dei commercianti e degli imprenditori al pagamento di piccole somme a titolo di protezione.

Nell’aprile del 2019 era stata presa la decisione di uccidere un pusher locale. Assassino sventato dall’intervento degli agenti della polizia di Stato che nel corso di una perquisizionen domiciliare hanno trovato una pistola semiautomatica che era destinata ad esplodere i coli mortali.

“Il fortissimo interesse per il territorio di Enna – ha dichiarato il procuratore capo, Gabriele Paci – è antico perché qui nascono le idee delle stragi. Qui si svolgono le riunioni dove si decidono i destini di quegli anni maledetti. Qui nasce, lavora, opera una parte di quella classe politica che ha svolto attività di mediazione al tempo delle stragi dove entra in ballo anche l’autodromo che doveva essere dato come contropartita per bloccare le stragi. Un crocevia di interessi legati ora alle famiglie catanesi, ora palermitane”.

“Esprimo grande apprezzamento al lavoro della polizia di Stato per l’operazione antimafia che questa notte ha posto fine ad un sistema che mina l’economia sana e i principi della civile convivenza”. Così commenta gli arresti Elena Pagana, deputata all’Ars di Attiva Sicilia.

“L’operazione – aggiunge Pagana – conferma ancora una volta gli interessi illeciti della criminalità organizzata per il territorio ennese, interessi sui quali non si abbassa e non si deve mai abbassare la guardia. In un momento di profonda crisi socioeconomica come quello che stiamo vivendo, che in territori interni economicamente deboli. È fondamentale per i cittadini avere la conferma della presenza dello Stato e delle forze dell’ordine. Questa presenza è tanto più determinante quanto più i territori sono svantaggiati perché si deve sempre impedire che si crei terreno fertile ai traffici illeciti sui quali la mafia incentra i propri interessi”.

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