Palermo: corruzione, arrestato ex funzionario del policlinico e un imprenditore

È stata denominata “Tutto in regola” l’operazione condotta dagli agenti della guardia di finanza di Palermo e dai carabinieri del Nas. Per corruzione sono stati arrestati un ex funzionario del Policlinico “Paolo Giaccone” e un imprenditore. Nel corso dell’operazione, inoltre, sono stati sequestrati 260 mila euro.

Il gip di Palermo ha disposto gli arresti domiciliari per Maurizio D’Angelo, 64 anni, già segretario del dipartimento dei servizi centrali dell’azienda ospedaliera universitaria policlinico Paolo Giaccone di Palermo; Alessandro Caccioppo, 49 anni di Messina, già rappresentante legale della Italy emergenza cooperativa sociale. I due sono indagati per corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio insieme a T.I., 32 anni di Palermo; S.M.L., 45 anni di Palermo e G.F., 76enne di Messina.

Il Gip ha disposto anche il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie per 260 mila euro quale prezzo e profitto della corruzione. L’indagine, inizialmente avviata dai carabinieri del NAS di Palermo, su segnalazione dell’azienda ospedaliera, ha evidenziato gravi anomalie nella gestione del servizio di trasporto ammalati nell’ospedale, appaltato alla Italy Emergenza nel 2012 e svoltosi fino al 2018 con una spesa preventivata pari a 4,5 milioni di euro.

Il pubblico funzionario D’Angelo aveva attestato la conformità delle fatture rilasciate dalla società nonostante fossero prive dei documenti e delle informazioni previste dal capitolato speciale d’appalto con particolare riguardo all’indicazione specifica dei servizi resi e nonostante fossero stati addebitati all’ente pubblico costi inerenti al personale già compresi nelle prestazioni remunerate. L’azienda ospedaliera ha sostenuto un maggiore costo pari a oltre 3 milioni e 300 mila euro.

Le indagini svolte dalla guardia di finanza hanno permesso di contestare un patto corruttivo fra il legale rappresentante della categoria Caccioppo e il pubblico funzionario D’Angelo, remunerato per la su infedeltà con 130 mila euro, corrisposti attraverso sofisticati stratagemmi per “schermare” gli illeciti flussi finanziari. In un caso la cooperativa Italy emergenza aveva corrisposto su un conto corrente cointestato a T.I., figliastra del dipendente pubblico e al marito S.M.L., 80 mila euro poi pervenuti nella diretta disponibilità di D’Angelo, giustificata artificiosamente dalla volontà di risolvere bonariamente una potenziale controversia di lavoro a fronte di ua prestazione irregolare svolta da T.I. nei confronti della cooperativa, rapporto che si ritiene non fosse in realtà mai avvenuto.

In un’altra circostanza, una società immobiliare, legalmente rappresentata da G.F., di fatto collegata alla Italy emergenza, ha bonificato su un conto corrente cointestato a D’Angelo e ad un’anziana signora, altri 50 mila euro. Per giustificare il pagamento, la società ha acquistato dalla donna un fatiscente immobile, contestualmente concesso in locazione alla coopertiva che, al di fuori da ogni logica commerciale, versava 50 mila euro come pagamento anticipato dei canoni di locazione per 6 anni, somma poi entrata definitivamente nella disponibilità del funzionario pubblico.

L’attività evidenzia il perdurante impegno della procura di Palermo, per il contrasto della corruzione e delle più gravi forme di reato contro la pubblica amministrazione che sottraggono alla collettività risorse pubbliche, incidendo pesantemente anche sulla qualità dei servizi forniti ai cittadini, soprattutto in un settore delicato come quello della sanità.

 

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