Ragusa: i ristoratori in stato di agitazione permanente

Hanno dichiarato lo stato di agitazione permanente i ristoratori siciliani scesi in piazza a Ragusa. Rappresentanti del Co.Ri Sicilia hanno incontrato il prefetto. Da oggi parte la mobilitazione di tutti coloro che da 13 mesi hanno dovuto chiudere la propria attività non avendo aiuti dallo Stato.

Una ipiattaforma rivendicativa verrà inviata a tutte le prefetture siciliane per esprimere la protesta della categoria e chiedere con forza la riapertura immediata delle attività. Questa mattina a Ragusa si è svolta la manifestazione indetta e coordinata da Co.Ri.Sicilia, l’associazione costituita dai titolari di ristoranti, bar, pizzerie, pub e pasticcerie.

Massicia la partecipazione dei ristoratori presenti alla manifestazione. Presenti il movimento “Le partite Iva”, “Movimento imprese e ospitalità” e il gruppo “Brigate di sala e cucina” composto da chef, direttori di sala e camerieri. In piazza hanno parlato Raffaele Fiaccavento, presidente di Co.Ri.Sicilia, Ilda Migliorino, segretaria di Co.Ri.Sicilia; Monica Furnaro, Barbara Cannata del movimento Le partite Iva, Amedeo Monopoli di #MioItalia.

Intervenuti anche Stefania RIdolfo delle Brigate di sala e cucina; Federica Bisegna della compagnia G.o.D.o.T. per il settore teatro e cultura; Peppe Firera, in rappresentanza degli animatori di eventi ed un giovane diciassettenne, figlio di un ristoratore che ha letto una commovente lettera indirizzata ai parlamentari ed alle istituzioni.

Una delegazione, composta da Raffaele Fiaccavento, Barbara Cannata e Amedeo Monopoli è stata ricevuta dal prefetto Filippina Cocuzza. I ristoratori hanno chiesto l’apertura di un tavolo permanente a livello nazionale per concordare tutte le procedure per un’immediata apertura in sicurezza dei locali di ristorazione. “Le nostre attività sono chiuse da mesi e non abbiamo ristori, ma solo briciole – dice Fiaccavento – la misura è colma. Abbiamo messo a punto tutti i protocolli di sicurezza che ci sono stati chiesti, ma siamo stati costretti lo stesso alla chiusura. La soluzione è solo una: chiediamo di poter tornare a lavorare, garantendo il rispetto di tutte le misure previste”.

“Il prefetto ha ascoltato le nostre richieste – ha detto Barbara Cannata – e si farà portavoce presso il governo. Questa è una richiesta di equità sociale: la nostra categoria non può essere l’unica ad essere penalizzata. Da tredici mesi non lavoriamo, noi non facciamo parte dei cosiddetti “garantiti”. Accanto all’emergenza sanitaria, in Italia, esiste l’emergenza sociale: anche i nostri dipendenti e le loro famiglie sono stati abbandonati e sono sulla strada: oggi non hanno più un reddito. Siamo persone: le persone hanno una dignità che va rispettata! Chiediamo al governo l’apertura immediata di un tavolo di concertazione per giungere rapidamente alla riapertura”.

Ilda Migliorino, segretaria di Co.Ri.Sicilia ha aggiunto: “la massiccia partecipazione di oggi è un segnale importante. Finalmente c’è un risveglio di tutte le categorie per portare avanti la stessa battaglia. È  importante la partecipazione, la mobilitazione di tutti e l’organizzazione partendo dal basso. Ad oggi nessuna associazione di categoria è scesa in piazza a sostegno dei movimenti autonomi. Abbiamo avuto invece il sostegno e la solidarietà di molti cittadini e lavoratori”.

Stefania Ridolfo, rappresentante delle Brigate di sala e cucina ha detto: “questo lavoro è la mia passione: ho cominciato a 16 anni e oggi ne ho 28. Abbandonare la sala, per noi, è come abbandonare un figlio. Noi operatori della ristorazione abbiamo rispettato tutti i protocolli di sicurezza. ci hanno chiesto di ridurre i numeri: lo abbiamo fatto. Ci hanno chiesto di garantire le distanze: lo abbiamo fatto. Nessun settore ha rispettato le regole come il nostro, eppure solo noi siamo costretti a pagare un prezzo troppo alto”. (la foto sono di Sofia Accardo)

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