Tremestieri (Ct): elezioni, cittadini scrivono a Conte e Musumeci

“Come cittadini elettori ci sentiamo scippati di un diritto garantito dalla Costituzione”. Così scrivono alcuni elettori di Tremestieri Etneo al presidente del consiglio, Giuseppe Conte e al presidente della regione, Nello Musumeci, nonché al commissario dello Stato (Sicilia), Giovanna Cagliostro e all’assessore regionale alle autonomie locali Marco Zambuto.

In una nota cittadini di Tremestieri spiegano quello che sta accadendo nel piccolo comune etneo e chiedono di rivedere il decreto assessoriale. “Si tratta di una richiesta legittima – spiega Santo Nicosia – che mira a ripristinare la democrazia. Abbiamo avuto una raccolta firme e nei prossimi giorni invieremo il documento”.

Scriviamo in ordine al decreto di indizione dei comizi per l’elezione del sindaco e del consiglio comunale di Tremestieri Etneo – prosegue la nota – nei giorni 14 e 15 marzo 2021 ed eventuale ballottaggio nei giorni 28 e 29 marzo 2021. Il predetto decreto all’art. 2 prevede che siano “fatte salve le operazioni relativamente alla presentazione delle liste e delle candidature a sindaco e consigliere comunale già presentate in occasione del procedimento elettorale avviato, giusto decreto dell’Assessore alle Autonomie locali ed alla Funzione Pubblica n.329 del 06 ottobre 2020”.

Anche se la suddetta disposizione si fonda quasi letteralmente sul disposto dell’art. 1 della legge regionale 29 dicembre 2020 n. 34, non sfugge che, rispetto all’interpretazione che è stata data, finisce con l’essere palesemente illegittima. Impedisce, infatti, sia la modifica delle candidature presentate che la possibilità di presentarne delle nuove, cancellando così diritti pubblici soggettivi incomprimibili dei cittadini.

E’ palese la violazione dell’art. 51 della Costituzione: “Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti adlla legge”.

Tale esito, però, a parere degli scriventi, non è irreversibile. Basterebbe dare una diversa lettura della norma dell’art. 1 della legge 34/2020, nel senso che essa non restringe ma allarga le possibilità di candidarsi a coloro che non lo avevano fatto nei termini previsti dal decreto assessoriale 329 del 06 ottobre 2020 ed a quelli che nel frattempo ne avranno maturato i requisiti al momento della scadenza prevista dal nuovo procedimento elettorale.

Come cittadini elettori ci sentiamo “scippati” di un diritto, garantito dalla Costituzione. Le regole democratiche non possono essere calpestate. Eguaglianza significa che tutti devono avere le stesse possibilità. Al momento siamo di fronte ad un incomprensibile divieto a candidarsi.

Appare poi inspiegabile la proroga dell’attuale amministrazione, il cui mandato elettorale è scaduto lo scorso mese di maggio. Sicuri dell’attenzione che presterete alle nostre considerazioni, cogliamo l’occasione per porgere cordiali saluti.

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