Sant’Agata di Militello (Me): infermiere deruba collega in ospedale 13 volte, arrestato

Era lui il responsabile di più furti aggravati ai danni di un collega dell’ospedale di Sant’Agata di militello. Oggi un infermiere messinese di 53 anni, residente nel territorio nebroideo, è stato arrestato dagli agenti del commissariato su disposizione del Gip di Patti che ha accolto le richieste del procuratore di Patti, Angelo Cavallo e del sostituto procuratore Alessandro Lia.

L’indagine prende spunto dalla denuncia sporta al commissariato di Sant’Agata di Militello nel gennaio 2020 da parte dell’infermiere che si era avveduto che, diverse volte, nei mesi precedenti, alla fine del servizio, dal proprio portafoglio mancavano piccole somme di denaro. E tutto questo accadeva anche se la vittima riponeva i propri effetti personali all’interno dell’armadietto, chiuso a chiave.

Del primo ammanco, in particolare, l’uomo si accorgeva che ad ottobre del 2019, dopo aver riposto il proprio portafoglio, come faceva all’inizio di ogni turno nell’armadietto metallico nello spogliatoio attiguo al reparto dove presta servizio insieme all’indagato. Alla fine del turno di servizio, uscendo dall’ufficio, mentre estraeva il portafoglio per prendere il cartellino per timbrare l’uscita, si accorgeva dell’ammanco di 60 euro.

Nel mese di ottobre, poi, lo stesso infermiere si accorgeva di un ulteriore ammanco di 70 euro E nel mese di novembre, in 4 giorni diversi, gli sono stati sottratti altri soldi per un importo complessivo di circa 290 euro. E , ancora, nel mese di dicembre gli sono mancati altri 40 euro. I furti si ripertevano nei mesi successivi e sono stati quantificati in 13 con la sottrazione complessiva di 530 euro. Sull’armadietto, chiuso a chiave, la parte offesa rilevava che vi erano dei segni di effrazione.

Così, d’accordo con gli agenti del locale commissariato, è stata installata una microcamera nell’armadietto che ha portato i frutti sperati. Grazie alle telecamere, infatti, sono stati ripresi diversi momenti in cui l’arrestato, dopo aver aperto l’armadietto, prelevava il portafoglio dai pantaloni del collega e rubava i soldi.

Inizialmente le immagini acquisite non avevano permesso di individuare con certezza l’indagato perché il più delle volte indossava camice, mascherina e copricapo che ne rendevano difficile l’identificazione. Inoltre, per aprire l’armadietto usava i guanti chirurgici e non era stato possibile rilevare alcuna impronta. Successivamente, però, alcuni furti sono stati commessi a volto scoperto e questo ha permesso agli agenti di acquisire elementi inconfutabili sulla sua responsabilità.

Uno dei furti era addirittura stato commesso dall’arrestato mentre non doveva essere in servizio. In quell’occasione era venuto appositamente in ospedale per impossessarsi del denaro in modo illecito. Visionando accuratamente le immagini si rilevava che l’indagato aveva cura di riporre tutto come prima e in tre casi, dal momento che il collega aveva lasciato poco denaro, dopo averlo contato lo riponeva di nuovo nel portafoglio senza rubare nulla, probabilmente per evitare di venire scoperto.

L’infermiere arrestato ora dovrà rispondere di furto aggravato con violenza sulle cose presenti in edifici pubblici ed esposte per necessità alla pubblica fede e di aver abustao di relazioni d’ufficio.

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