Catania: tentato omicidio, due persone arrestate

Due persone sono state arrestate a Catania dai carabinieri per tentato omicidio in via Leucatia. Le manette sono scattate ai polsi di Sebastiano Laganè, 25 anni; Santo Aiello, 60 anni. I due dovranno rispondere di tentato omicidio in concorso.

La vittima designata era Pietro Costanzo, 54 anni. L’uomo, mentre passeggiava a piedi nei pressi di piazza Vicerè e precisamente tra le vie Leucatia e San Gregorio, era stato investito volontariamente da un’auto che lo ha scaraventato contro un muro e poi è stato aggredito da più soggetti, riportando gravi lesioni su tutto il corpo e in particolare un gravissimo politrauma alla gamba destra.

Il giorno seguente, il 36enne catanese Fabio Laganà, attualmente detenuto, venne sottoposto a fermo di indiziato di delitto, eseguito dai carabinieri del nucleo operativo della compagnia di piazza Dante che nell’immediatezza dei fatti raccolsero gravi elementi indiziari a suo carico e lo riconobbero come il conducente della Ford Focus utilizzata per l’investimento.

Le indagini, condotte senza soluzione di continuità dai carabinieri ha portato oggi al provvedimento restrittivo. Insieme a Laganà, padre di Sebastiano Laganà e nipote di Santo Aiello, all’investimento e al pestaggio di Costanzo, incappato in una vera e propria trappola, c’erano gli arrestati di oggi. Da diversi mesi le due famiglie erano in contrasto a causa della crisi di coppia sorta tra il figlio dei Costanzo e la figlia dei Laganà.

Grazie alle testimonianze acquisite nell’immediatezza dei fatti e alla scrupolosa analisi delle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza attive nella zona teatro dell’evento delittuoso, i militari operanti hanno subito individuato l’auto utilizzata da Fabio Laganà, nonché identificato l’altra auto, una Fiat Panda nera, utilizzata dai correi e riconducibile alla famiglia Aiello.

Le immagini di videosorveglianza sono state rielaborate e migliorate nella qualità dei fotogrammi dagli esperti della sezione investigazioni scientifiche del comando provinciale di Catania, consentendo ai colleghi di piazza Dante di dare un volto agli altri due autori del delitto, sui quali, grazie allo svolgimento di attività tecniche di indagine, sono stati raccolti altri inequivocabili indizi di colpevolezza che chiariscono la loro partecipazione al tentato omicidio.

Centrale è stato anche il ruolo di Santo Aiello, zio dei Laganà che aveva dato appuntamento alla vittima in un noto bar della città per parlare delle vicissitudini familiari, in modo da farlo uscire da casa a piedi ad un determinato orario, mentre lo attendevano l’ sotto per tendergli l’agguato.

Il quadro raccolto dagli investigatori è stato supportato dalla relazione tecnica redatta dal consulente tecnico nominato dal pubblico ministero titolare dell’indagine, grazie alle quale si è rilevato che il conducente della Ford Focus che viaggiava ad una velocità di circa 20 Km orari, poco prima di impattare, avesse impresso un’accelerazione al mezzo, rimarcando così l’idoneità della condotta a causare la morte della vittima. I due arrestati, dopo le formalità di rito, sono stati condotti in carcere.

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