Palermo: confiscati beni per 100 milioni di euro al costruttore vicino ai Graviano

Beni per un valore di 100 milioni di euro sono stati sequestrati dalla guardia di finanza di Palermo al costruttore vicino ai Graviano e alla mafia di Trabia, Gaspare Finocchio. Lo ha stabilito il tribunale di Palermo che, accogliendo le richieste della Dda, ha emesso un decreto di confisca del patrimonio di Gaspare Finocchio, 88 anni, divenuto irrevocabile con sentenza della corte di Cassazione per un valore stimato di oltre 100 milioni di euro, eseguito dai finanzieri del comando provinciale di Palermo.

Finocchio era stato già condannato dalla corte d’appello di Palermo il 5 luglio del 2007 e condannato a 7 anni e 3 mesi di reclusione. L’uomo è stato arrestato il 14 novembre 2003 insieme al figlio Giuseppe e ai fratelli Diego e Pietro Rinella, ritenuti i soggetti di vertice della famiglia mafiosa di Trabia.

Dalle indagini svolte sono emersi convergenti elementi circa la sua partecipazione a Cosa Nostra, in particolare con riferimento al suo ruolo di imprenditore legato alla famiglia mafiosa di Trabia, in favore della quale avrebbe, secondo le evidenze giudiziarie e plurime dichiarazioni di collaboratori di giustizia, subordinato la sua attività di costruttore, facendosi volutamente artefice di operazioni di reinvestimento dei proventi dell’attività illecita di tale compagine criminale.

“La costa da Buonfornello – dichiarava Antonino Giuffrè – a Campofelice è stata terra di conquista e di scempio” per la mafia che in quegli anni investiva nella provincia e proprio in questa ottica Gaspare Finocchio aveva accettato l’intestazione fittizia di alcuni dei beni della famiglie Rinella.

Altri collaboratori di giustizia, tra cui Salvatore Contorno, Tullio Cannella, Giovanni Brusca e Giovanni Drago hanno poi nel tempo affermato che il preposto era socio in affari o un imprenditore “vicino” ad altri autorevoli esponenti mafiosi di Cosa nostra palermitana, tra cui i Graviano.

La procura di Palermo, tenuto conto di tali condotte, ha delegato accertamenti economico-patrimoniali agli specialisti del GICO del nucleo di polizia economico-finanziaria della finanza che hanno evidenziato una significativa sproporzione che negli anni Novanta ammontava a quasi 6 miliardi di vecchie lire, tra l’ingente valore dei beni e degli investimenti effettuati nel tempo e i redditi dichiarati da Gaspare Finocchio e dai soggetti ritenuti suoi prestanome, formali intestatari da parte degli asset proposti per la misura ablativa.

Il tribunale di Palermo ha emesso a partire da maggio del 2004, diversi provvedimenti di sequestro che aggredivano gran parte del patrimonio immobiliare della famiglia Finocchio, nonché diverse società con il relativo complesso dei beni aziendali e disponibilità finanziarie degli stessi.

Sono entrate definitivamente nel patrimonio dello Stato: 6 imprese, 377 immobili tra terreni, ville, abitazioni, box, magazzini e terreni edificabili e non, tra cui spiccano i complessi realizzati nel quartiere Brancaccio di Palermo e i villini di Torre Roccella a Campofelice di Roccella e 17 rapporti finanziari.

 

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