Catania: confiscati beni all’imprenditore della catena GM

Due società di capitali comprendenti 12 supermercati della catena GM, un’impresa individuale comprendente un distributore di carburanti, sette immobili fra terreni fabbricati, cinque veicoli e numerosi conti correnti e rapporti finanziari intestati ai familiari di Michele Guglielmino, sono stati confiscati oggi dagli agenti della guardia di finanza di Catania. Il valore dei beni ammonta complessivamente a circa 31 milioni di euro.

Inoltre, con lo stesso provvedimento di confisca, il tribunale ha disposto nei confronti di Michele Guglielmino l’applicazione della sorveglianza speciale di polizia con l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza per tre anni. L’uomo non potrà rincasare dopo le 21.00 e non potrà uscire di casa prima delle 06.00 del mattino senza comprovata necessità. Non si potrà associare a persone che hanno subìto condane o che siano sottoposte a misure di prevenzione o di sicurezza di non detenere armi e di non partecipare a riunioni pubbliche.

Il provvedimento ha riguardato beni e società già oggetto di sequestro eseguito dalla questura di Catania a gennaio del 2018, in esecuzione di una misura di prevenzione patrimoniale disposta dallo stesso tribunale, in accoglimento della proposta avanzata dal questore di Catania nel settembre 2017, in stretta sinergia con la procura della repubblica di Catania, che ha sostenuto fortemente nelle udienze l’impianto accusatorio.

Michele Guglielmino, detto “Michele da Gesa”, è ritenuto soggetto con qualificata pericolosità sociale, già particolarmente attivo nel traffico degli stupefacenti, per le cui condotte ha subìto severe condanne definitive e che in virtù della sua vicinanza al clan mafioso Cappello, si è distinto nella capacità di inserirsi nel mercato della grande distribuzione di generi alimentari, reimpiegando il denaro, provento delle attività illecite, nell’acquisto di beni e nella costituzione di numerosi supermercati e attività commerciali intestate ai familiari, ma tutte riconducibili all’interessato.

Molto vicino ad Angelo Cacisi, elemento di vertice del clan Cappello di cui aveva favorito la latitanza, Guglielmino era stato arrestato nel 2004 nell’operazione Ramazza, nel 2006 nell’operazione Clapton e nel 2007 in Night life ed era stato già sottoposto sia alla misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel 2008, sia alla misura di sicurezza personale della libertà vigilata nel 2013.

I numerosi elementi raccolti nei confronti di Michele Guglielmino hanno ampiamente delineato la figura di un soggetto abitualmente dedito a traffici illeciti che hanno dato origine a provviste impiegate dal predetto per incrementare notevolmente il patrimonio personale, nel periodo in cui è stata accertata e perimetrata la sua qualificata pericolosità sociale, in modo del tutto ingiustificabile.

È stata evidenziata anche la sproporzione tra i redditi formalmente dichiarati e beni immobili, mobili registrati e le società acquisite e realizzate dallo stesso, di cui aveva la disponibilità diretta e indiretta, anche attraverso l’interposizione di soggetti terzi a lui riconducibili.

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