Messina: arrestato marocchino condannato per tentato omicidio

È stato condannato in via definitiva per tentato omicidio il marocchino arrestato dagli agenti della polizia di Stato a Messina. Nel pomeriggio del 30 ottobre scorso gli agenti della squadra mobile della questura insieme agli agenti di Brescia, hanno dato esecuzione ad un ordine di carcerazione emesso dalla procura della corte d’appello di Messina a carico di Miloudi Aboufaris, 40 anni, condannato in via definitiva con sentenza della corte d’appello di Messina a 9 anni di reclusione per tentato omicidio ai danni di un suo connazionale commesso a Furci Siculo il 23 maggio del 2004.

La vicenda trae origine nel 2003 quando una marocchina, al settimo mese di gravidanza, aveva denunciato delle molestie di un suo connazionale che le aveva formulato delle esplicite avances, invitandola a lasciare il marito per unirsi a lui. In quell’occasione la vittima ha reagito respingendo l’uomo e cercando di scappare ma quest’ultimo lo ha afferrato per le spalle strappandole una camicia e colpendola sul fianco, facendola cadere a terra svenuta.

Non appena la donna si era risvegliata, è stata soccorsa e trasportata in ospedale da personale di altra forza di polizia per ricever ele cure del caso. Successivamente la donna ha deciso di essere stata nuovamente avvicinata dal suo aggressore che le aveva intimato di ritirare le accuse mosse contro di lui, minacciandolo di morte.

A maggio del 2004 l’uomo è stato arrestato a seguito di ordinanza di custodia cautelare. Pochi giorni dopo l’esecuzione della misura, alcuni parenti dell’arrestato, tra cui anche Moloudi Aboufaris, bloccavano per strada il marito della donna che aveva subìto le molestie e gli chiedevano se intendesse ritirare le denunce presentate contro il parente.

Di fronte al netto rifiuto da parte dell’uomo gli aggressori, 4, lo assalivano bloccandolo per le braccia in modo da non consentirgli la fuga. Contemporaneamente, lo colpivano con sbarre di ferro, calci e pugni.

Un colpo di spranga ha provocato al malcapitato la frattura della gamba sinistra impedendogli di scappare. A quel punto, uno degli aggressori cercava di colpire la vittima al busto con un coltello ma quest’ultima riusciva ad afferrare la lama con la mano procurandosi una ferita da taglio lungo il palmo. Il gruppo si è accanito ancora con le sbarre sulla testa dell’uomo che cercava di bloccare i colpi con le braccia procurandosi delle fratture scomposte agli arti. Solo il tempestivo intervento dei carabinieri ha impedito che l’azione criminosa fosse portata a termine.

L’uomo si era reso irreperibile sin dall’aprile del 2019 e si è arrivati al suo arresto dopo alcune indagini supportate da operazioni di captazione, analisi di tabulati, attività di localizzazione ed accertamenti di vario genere.

L’uomo è stato individuato perché temporaneamente e in modo riservato aveva fatto rientro in un comune della provincia bresciana presso l’abitazione della moglie dove intendeva trascorrere alcuni giorni in famiglia.

La conseguente azione dinamica non lasciava vie di fughe all’uomo che venerdì scorso è stato associato in carcere come disposto dall’Autorità giudiziaria mandante.

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