Gela (Cl): furto in gioielleria con cavallo di ritorno, 5 arresti

Cinque persone sono state arrestate a Gela dagli agenti del commissariato per furto in gioielleria. Su ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale, i cinque sono stati arrestati e dovranno rispondere di furto aggravato ai danni della gioielleria Rachele di via Vittorio Emanuele.

Il furto era stato messo a segno alle prime ore della mattina dello scorso 11 marzo. I cinque dovranno anche rispondere di ricettazione ed estorsione, collegati allo stesso evento delittuoso.

I cinque malviventi, dopo aver sfondato la vetrina, si erano impossessati di numerosi gioielli e orologi del valore complessivo di circa 77 mila euro. Questa mattina sono scattate le manette ai polsi di Michael Smecca, Carmelo Martines, 23 anni entrambi e Giacomo di Noto, 39 anni. Sono stati condotti invece ai domiciliari Angelo Lombardo, 21 anni e Dario Gagliano, 30 anni. Con l’ordinanza è stato disposto anche il sequestro preventivo di beni e denaro.

Smecca, Martines e Lombardo sono indagati per furto aggravato in concorso per aver distrutto la vetrata antisfondamento della gioielleria e dopo essersi introdotti all’interno si sono impossessati di gioielli e orologi.

Gagliano e Di Noto, invece, sono indagati per ricettazione in concorso, per aver ricettato i gioielli e gli orologi rubati e per estorsione in concorso, per aver costretto i titolari della gioielleria a pagare il prezzo di 7.000 euro per ottenere quanto loro sottratto nel corso del furto.

L’indagine è stata svolta dagli agenti della polizia di Stato a seguito del furto dell’11 marzo. I tre avevano utilizzato una mazza da carpentiere, mandando in frantumi i vetri antisfondamento di una vetrina d’esposizione della gioielleria, riuscendo a penetrare all’interno, rubando numerosi gioielli per un valore stimato di circa 77 mila euro come già detto.

Grazie ai filmati registrati dalle telecamere di sorveglianza a circuito chiuso di cui è dotata la gioielleria depredata, gli investigatori hanno individuato il percorso di fuga dei suddetti, fino all’abitazione di uno di loro: Smecca.

Grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali si è avuto modo di percepire come le vittime del reato, tramite un familiare, avessero avviato una trattativa per la restituzione dei gioielli rubati. Le intercettazioni hanno svelato, allo stato delle indagini, l’avvenuto pagamento di una somma di denaro da parte delle vittime per rientrare in possesso degli oggetti rubati, quantificata in circa 10 mila euro e la dazione in regalo di un orologio del valore di 1.700 euro a Di Noto per il suo interessamento.

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