Siracusa: traffico illecito di rifiuti, i particolari

Nove persone sono state raggiunte da misure cautelari a Siracusa per traffico illecito di rifiuti. In carcere sono finite 2 persone, tre ai domiciliari e quattro sottoposti alle misure cumulative dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e di dimora. Gli indagati dovranno rispondere, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione continuata e rivelazione di segreto d’ufficio nonché concorso esterno in associazione di tipo mafioso.

I fatti delittuosi sono essenzialmente connessi all’illecita conduzione della discarica di Lentini ,la più estesa della Sicilia. A gestirla era la Sicula trasporti.

Con il provvedimento di oggi eseguito dalla guardia di finanza sono stati sequestrati preventivamente tutti i beni aziendali, quote e azioni sociali e sono stati nominati amministratori e custodi.

Destinatarie del sequestro preventivo sono le imprese: Sicula trasporti srl , ora sicula trasporti Spa con sede a Catania, esercente l’attività di trattamenti e smaltimenti di alti rifiuti non pericolosi, ovvero della gestione dei rifiuti solidi urbani, ossia non riciclabil; l’impianto di trattamento meccanico biologico TMB nel territorio di Catania, in contrada San Giorgio, mente le vasche di abbancamento sono situate nel confinante comune di Lentini. La società ha un fatturato annuo di circa 100 milioni di euro e oltre 120 dipendenti.

E, ancora la Sicula compost srl, avente sede a Catania e che svolge l’attività di produzione di compost derivante dall’utilizzazione e trasformazione di scarti vegetali e agroalimentari. Una società con circa 20 dipendenti e un fatturato da 3,6 milioni di euro.

Nel mirino delle fiamme gialle anche la Gesac srl di Catania con sede in contrada Coda Volpe, con oggetto sociale l’estrazione di pomice e di altri minerali. La società, inserita nella filiera della lavorazione del SU, forniva il materiale pietoso da cospargere sulla parte secca del rifiuto, abbancato nelle vasche della discarica gestita dalla Sicula trasporti e che ha un fatturato annuo medio di circa 2 milioni di euro e oltre 20 dipendenti.

Non sequestrata, ma commissariata, invece, la Edile sud srl di Scordia, nel catanese, esercente l’attività di gestione di un impianto di recupero, trasporto e produzione di rifiuti non pericolosi (inerti) nel territorio di Lentini, nel siracusano. Una società con 18 dipendenti e un volume di affari di circa 1 milione di euro.

Nel corso dell’operazione è stato effettuato il sequestro preventivo di oltre 6 milioni di euro finalizzato alla confisca del profitto illecito generato dal traffico illecito di rifiuto. Il sequestro è stato effettuato nei confronti dei soci della Sicula trasporti: Antonino e Salvatore Leonardi. Gli imprenditori davano tangenti per decine di migliaia di euro. Sequestrati anche beni a carico del pubblico ufficiale corrotto Vincenzo Liuzzo.

Principale indagato è Antonino Leonardi, noto come Antonello, l’amministratore di fatto della Sicula trasporti srl e della Gesac Srl nonché amministratore di diritto della Sicula compost srl che è finito in carcere. Salvatore Leonardi, 47 anni, invece, è finito ai domiciliari, in qualità di socio della Sicula trasporti srl e della Gesac Srl e fratello di Antonino.

Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e di dimora per Pietro Francesco Nicotra, 36 anni, responsabile dell’impianto di compostaggio di Grotte San Giorgio a Catania dal quale provenivano anche parte dei rifiuti poi conferiti illecitamente in discarica e Francesco Zappalà, 52 anni, nella sua qualità di  responsabile dell’impianto di trattamento meccanico biologico dal quale originavano i rifiuti illecitamente conferiti tali e quali in discarica. I due, insieme ai fratelli Leonard, costituivano un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione reiterata di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti e di frode in pubbliche forniture nonché alla pervasiva pratica corruttiva quale strumento utile ad eludere i controlli e ottenere dalle pubbliche amministrazioni competenti provvedimenti amministrativi favorevoli.

Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e di dimora anche per i fratelli Francesco e Nicola Guercio, rispettivamente 49 e 59 anni, nella qualità di amministratori di diritto e di fatto della Edile Sud srl.

Appartenenti ad organi amministrativi pubblici di controllo, destinatari della misura degli arresti domiciliari per Vincenzo Liuzzo, 57 anni, pubblico ufficiale corrotto, dirigente di unità operativa semplice dell’Arpa Sicilia, sezione di Siracusa, addetto ai controlli e monitoraggi ambientali, Salvatore Pecora, 63 anni, quale incaricato di pubblico servizio, istruttore tecnico impiegato presso il libero consorzio comunale di Siracusa addetto al controllo sulla gestione dei rifiuti.

In carcere, invece, sono andati Filadelfo Amarindo, detto Delfo, 68 anni, quale dipendente della Sicula trasporti srl e in quanto concorrente nell’associazione mafiosa denominata Nardo, affiliata a Cosa nostra etnea, storicamente facente capo a Sebastiano Nardo e operativa su Lentini.

Le rapide e approfondite indagini condotte dai finanzieri del nucleo Pef di Catania e dallo Scico, sotto la direzione della procura distrettuale, sono state sviluppate anche attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, accertamenti bancari, disamina della documentazione amministrativa afferente le autorizzazioni necessarie per la gestione degli impianti della famiglia Leonardi nonché attraverso la messa a sistema degli elementi indiziari desunti dall’esecuzione di una consulenza tecnica disposta da quest’ufficio in ragione di un accesso presso gli impianti “incriminanti” operato dai finanzieri nel febbraio del 2019.

La consistente mole indiziaria ha permesso di portare alla luce un perdurante e sistematico illecito di smaltimento dei rifiuti solidi urbani provenienti da oltre 200 comuni siciliani convenzionati con la Sicula trasporti; un enorme quantitativo di rifiuti strutturalmente non più gestibile secondo le prescrizioni di legge che finiva in discarica senza subire alcun trattamento preliminare, un trattamento quest’ultimo essenziale per favorire l’individuazione dei materiali non ammissibili in discarica o dei rifiuti da destinare ad operazioni di recupero.

Una gestione della discarica, dell’impianto TMP  e di compostaggio, da parte della famiglia Leonard, orientata all’esclusivo perseguimento di utili attraverso il mantenimento delle convenzioni con i comuni, pur non essendo gli impianti nelle condizioni di poter adempiere alle prescrizioni fissate dalle stesse autorizzazioni amministrative.

Due i pilastri su cui si basava il sistema illecito orchestrato da Antonino Leonardi. Da un lato la puntuale dazione di tangenti a soggetti ritenuti dal corruttore in grado di influenzare la concessione di autorizzazioni amministrative e di pilotare i prescritti controlli ambientali. Dall’altro lato la fasulla rappresentazione della movimentazione dei rifiuti per garantire un’apparente osservanza delle norme. Una contabilità assolutamente non corrispondente alla reale entità e tipologia dei rifiuti conferiti in discarica e trattati nell’impianto di compostaggio.

È stato rilevato che sia gli ingenti quantitativi di RSU tra cui la frazione umida, quanto una consistente mole di materiale originata da un incompleto processo di compostaggio, venivano conferiti direttamente nella discarica lentinese, previa attribuzione fittizia di un codice che identifica i rifiuti derivanti da tritatura e vagliatura e, in alcuni casi, anche senza che i rifiuti fossero tracciati da alcun formulario.

Il sodalizio criminale che gestiva la “Sicula trasporti” e le altre realtà aziendali collegate in filiera ammettevano in discarica per lo smaltimento finale, categorie di rifiuti che, per la loro stessa natura, non avevano i requisiti di ammissibilità necessari; rifiuti mai sottoposti nemmeno ad un semplice esame visivo. In questo modo i responsabili potevano accumulare, nel tempo, guadagni illeciti non spettanti anche in frode agli impegni assunti con i comuni conferenti.

Si trattava in pratica di rifiuti altamente putrescibili e in grado di formare percolati e di produrre biogas creando così concreti presupposti per l’emissione diffuse di maleodorante oltreché di gas serra. In alcune circostanze è stato appurato che i percolati, liquidi che dovevano confluire sul fondo delle vasche e da qui stoccati in silos, erano sversati nel suolo e nelle acque circostanti.

Tra i rifiuti conferiti tali e quali in discarica sono stati trovati anche frigoriferi interi contenenti ancora al loro interno il poliuretano, pneumatici non ammissibili nella discarica, materassi non lacerati, plastica, metallo e carta recuperabili, pasti provenienti da mense ancora integri nonché rifiuti speciali sanitari.

Queste illecite modalità di conferimento di rifiuti in discarica determinavano anche un’evasione del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi pari, per il 2018 a oltre 6,2 milioni di euro a cui vanno aggiunti sanzioni e interessi.

Il tributo da versare ogni tre mesi alla regione siciliana dal gestore dell’impianto di stoccaggio definitivo, nella sua qualità di sostituto d’imposta, è finalizzato a favorire la minore produzione di rifiuti e il recupero dagli stessi di materia prima e di energia.

Da maggio del 2018 l’impianto di compostaggio della Sicula compost ha iniziato a ricevere, presso la propria struttura, la frazione umida proveniente dalla raccolta differenziata svolta da diversi comuni siciliani, con i quali l’azienda aveva stipulato preventivi contratti di conferimento, in ragione dell’autorizzazione rilasciata dall’assessorato regionale dell’Energia e dei sevizi di pubblica utilità che avrebbe consentito alla Sicula compost di ricevere nella sua struttura al massimo 70 mila tonnellate di rifiuti all’anno. Ma l’impianto di compostaggio, a fronte di una potenzialità di lavorazione della “frazione umida” calcolata intorno alle 160/180 tonnellate giornaliere, ne riceveva 250/270. Tale realtà nota ad Antonino Leonardi e a Pietro Nicotra determinava gli stessi a stabilire che delle 1.400 tonnellate di rifiuto umido che arrivavano ogni settimana nell’impianto, 400 dovevano essere “smaltite illecitamente” ovvero senza sottoporle ad alcun processo di recupero e veicolando tal quali nella discarica d Lentini.

Più di 30 mila tonnellate di rifiuti solidi inerti derivanti da lavori di scavo effettuati per la realizzazione di una vasca nella discarica della Sicula trasporti venivano smaltiti illecitamente nei terreni di proprietà delle società di Leonard. Una gestione fraudolenta dei rifiuti realizzabile con la compiacenza dei fratelli Guercio e della loro Edile sud srl la cui piattaforma risultava solo cartolarmente, attraverso la redazione di oltre 1.300 falsi formulari, luogo di destinazione dei succitati inerti.

Nello specifico Vincenzo Liuzzo, dirigente Arpa di Siracusa, sezione controlli e monitoraggi ambientali, si recava ogni mese alla discarica di Leonardi per ricevere una mazzetta in contanti di 5.000 euro. Era puntuale Liuzzo. Arrivava da Leonardi ogni giorno 20 del mese.

Uno scambio di denaro documentato dai finanzieri del Gico. Dall’agosto del 2018 al marzo del 2019 e dopo la ricezione dei contanti in una di queste volte, Liuzzo risultava aver totalmente asservito la sua funzione pubblica alle finalità utilitaristiche e personali perseguite da Antonino Leonardi con cui intratteneva un rapporto confidenziale in spregio dell’imparzialità cui deve conformarsi ogni pubblico dipendente.

Liuzzo, oltre a fornire suggerimenti a Leonardi per una “redditizia” gestione ambientale dei suoi impianti”, comunicava allo stesso in anticipo i controlli che l’Arpa Siracusa avrebbe effettuato presso gli stessi impianti così da consentire la predisposizione di tutti gli accorgimenti utili per non incorrere nell’accertamento di violazioni e abdicando così ogni funzione di controllo.

Liuzzo, inoltr, su richiesta di Leonardi interveniva su un controllo in atto nella cava dei fratelli Guercio, operato da funzionari Arpa e del libero consorzio di Siracusa affinché i controllori pubblici non rilevassero irregolarità.

Nello specifico, questi ultimi venivano costretti a “non vedere” un macroscopico disallineamento tra la realtà documentata dai falsi formulari e quella emergente dal riscontro visivo. I rifiuti inerti, presenti in cava, erano nettamente inferiori rispetto a quelli contabilmente registrati perché smaltiti nei terreni delle aziende i Leonardi.

Liuzzo, nel partecipare a conferenze di servizi aventi quali oggetto autorizzazioni amministrative richieste dall’imprenditore corruttore, assumeva posizioni e formulava interventi in linea con le volontà dei Leonardi.

Altro funzionario a libro paga di Leonardi era Salvatore Pecora che, come Liuzzo, era solito notiziare l’amministratore della Sicula trasporti di tutti i controlli che sarebbero stati effettuati e curati dal libero consorzio comunale di Siracusa. Pecora, inoltre, partecipava preliminarmente ai Leonardi atti riservati del proprio ufficio prima che gli stessi fossero oggetto di deliberazione interna assumendo, a priori, posizioni congeniali alle illecite finalità imprenditoriali di Leonardi.

Da ultimo, la meticolosa attività di indagine portava alla luce anche una stabile e compiacente relazione finanziaria tra il gruppo imprenditoriale di Leonardi.

Le indagini, infine, hanno portato alla luce una stabile e compiacente relazione finanziari tra il gruppo imprenditoriale dei Leonardi ed alcuni esponenti del clan Nardo ai quali Antonino Leonardi faceva pervenie, durante le festività, somme in contanti di 5.000 euro tramite il suo collaboratore Delfo Amarindo.

Era Amarindo a fornire un rilevante supporto per la realizzazione dei progetti criminosi del clan Nardo, una collaborazione significativa manifestatasi attraverso plurime condotte, tra le quali anche quella di riportare agli affiliati della compagine mafiosa le indicazioni e le volontà del boss recluso Alfio Sambasile.

Delfo Amarindo rappresentava l’anello di congiunzione dei Leonardi con il sodalizio lentinese e questo ruolo veniva in luce quando era necessario decidere a chi assegnare la gestione di un punto di somministrazione di cibi e bevande nello stadio di calcio della Sicula Leonzio. Amarindo viene incaricato da Leonardi di veicolare il messaggio che il chiosco non sarebbe stato affidato a nessuno dei gruppi criminali pretendenti e che gli stessi sarebbero stati ripagati per il mancato introito con le dovute regalie.

Antonino Leonardi e suo figlio erano ben consapevoli, in quel frangente, quali rischi corressero nel concedere quell’attività a figure orbitanti negli ambienti di criminalità organizzata.

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