Ucria (Me): duplice omicidio di Ferragosto, Russo ha sparato con la sua pistola

Un colpo di scena chiude le indagini preliminari sul duplice omicidio del giorno di ferragosto 2019 ad Ucria, centro del messinese. A seguito di una lite per un parcheggio Salvatore Russo aveva ucciso Antonino e Fabrizio Contiguglia. Dalle indagini ora emerge che la pistola era di proprietà di Russo.

All’inizio, invece, si era pensato che il giovane di Paternò si sarebbe impossessato dell’arma da cui sono partiti i colpi mortali, a seguito di una colluttazione con i due Contiguglia. Si era invocata la legittima difesa di Russo. Oggi la procura di Patti, nell’avviso di chiusura delle indagini preliminari a firma del procuratore Angelo Cavallo e del sostituto procuratore Andrea Apollonio scrive nero su bianco la tesi opposta.

Secondo la ricostruzione effettuata dagli inquirenti, infatti, supportata dalle perizie e dai rilievi balistici, intorno alle 21.00 della sera di ferragosto dell’anno scorso, Salvatore Russo avrebbe estratto dalla tasca dei pantaloni la pistola per poi sparare a bruciapelo un colpo verso Antonino Contiguglia, raggiunto alla testa e morto sul colpo.

In un secondo momento Russo avrebbe rivolto l’arma contro Fabrizio Contiguglia, uccidendo anche lui con un solo colpo di pistola. Anche lui raggiunto dal proiettile alla testa. Nel corso della serata ancora Russo avrebbe ferito Salvatore Contiguglia, raggiunto da tre proiettili e miracolosamente scampato alla morte.

Lo scorso settembre il tribunale del riesame aveva confermato l’ordinanza del gip di Patti, Ugo Molino, non accogliendo la richiesta di annullamento dell’imputazione per carenza di gravi indizi di colpevolezza, presentata dalla difesa di Russo.

La pistola detenuta dal duplice omicida sarebbe stata acquistata nel 2017 da un romeno che la deteneva illegalmente. Dopo l’acquisto, Russo avrebbe nascosto l’arma, caricata con otto cartucce, in una botola nel giardino della propria casa di Paternò.

Nella sera tra il 14 e il 15 agosto del 2019 il paternese sarebbe ritornato a Paternò per prendere la pistola, portarla ad Ucria e nasconderla nella casa che aveva affittato per le vacanze estive. Alla base del duplice omicidio, comunque, resta la lite per un parcheggio tra Russo, il cugino Daniele Balsamo e Santino Contiguglia. Da quell’episodio sarebbe scattata una “richiesta di chiarimenti” avanzata da Santino Contiguglia e dai suoi parenti Antonino e Fabrizio rimasti poi uccisi, Vittorio e Salvatore Contiguglia. I cinque sarebbero andati davanti all’abitazione di Russo e Balsamo minacciandoli e chiedendogli con violenza di uscire fuori. Da qui sarebbe partita la sparatoria.

Nei minuti successivi Vittorio Contiguglia, padre di Fabrizio, subito dopo l’uccisione del figlio avrebbe impugnato un coltello di 15 centimetri minacciando di morte Russo e il cugino Balsamo. “Io venti anni me li sono fatti ed altri venti me li faccio con piacere, vi vengo a prendere ovunque vi troviate, ve la faccio pagare, vi ammazzo” gli avrebbe detto.

Gli atti adesso passano alla magistratura giudicante che dovrà decidere se mandare o meno a processo i quattro indagati: Salvatore Russo, attualmente in carcere con l’accusa di omicidio e tentato omicidio; Santino Giovanni Contiguglia, Vittorio Contiguglia e Salvatore Contiguglia per violenza privata in concorso. Inoltre, Vittorio Contiguglia dovrà rispondere dell’accusa di aver portato fuori dalla propria abitazione un coltello senza giustificato motivo.

Russo è difeso dagli avvocati Enrico Trantino e Salvatore Liotta; Santino Giovanni Contiguglia dagli avvocati Luigi Gangemi e Giuseppe Bonavita e quest’ultimo assiste anche Salvatore e Vittorio Contiguglia.

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