Palermo: usura, beni per 17 milioni confiscati al “monaco”

Beni per un valore di circa 17 milioni di euro, riconducibili a Francesco Abbate, palermitano, detto “il monaco”, sono stati confiscati dagli agenti della guardia di finanza del capoluogo siciliano che hanno così eseguito il provvedimento della procura.

Abbate è un usuraio pluripregiudicato, condannatonnel 1997 per due ipotesi di usura consumate a Palermo nel 1991 e nel 1992 e una seconda volta nel 2018 a seguito di pronunciamento della corte d’Appello a 7 anni di reclusione, per usura ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria, oltre che al trasferimento fraudolento di valori.

L’ultima condanna deriva dalle indagini, coordinate dalla procura di Palermo e condotte dagli specialisti delle fiamme gialle. Venne arrestato nel 2013 con conseguente sequestro di beni e disponibilità finanziarie. Le indagini avevano ricostruito un giro di affari di Abate che prestava soldi almeno a 30 persone e pretendeva rate a scadenze prefissate con tassi di interesse dal 25% al 250% all’anno.

Successivamente alle indagini penali, il gruppo investigazione criminalità organizzata del nucleo PEF venne delegato dall’Autorità giudiziaria palermitana all’esecuzione di indagini economico patrimoniali in materia di misure di prevenzione al cui esito il tribunale di Palermo nel 2013 aveva disposto il sequestro di beni mobili, immobili, gioielli e disponibilità finanziarie riconducibili direttamente o indirettamente all’uomo.

A conclusione del procedimento di prevenzione, il tribunale di Palermo ha ora emesso il provvedimento di confisca per 42 immobili a Balestrate, Palermo e Milano, 10 diritti di usufrutto e/o nuda proprietà di immobili, un’auto; 15 tra conti correnti, carte di credito e polizze vita; oggetti preziosi, monili in oro e orologi di pregio. Il tutto per un valore complessivo di circa 17 milioni di euro.