Messina: truffa all’Asp, arrestati farmacista e medico di base

Un noto farmacista ed un medico di base sono stati arrestati questa mattina dagli agenti della guardia di finanza di Messina per truffa nei confronti dell’Asp peloritana. Altri cinque medici di base sono stati interdetti dall’esercizio della professione per un anno. Gli arresti sono stati effettuati nel corso dell’operazione denominata Apotheke.

In complesso sono state indagate 12 persone, le cui condotte sono state rimesse alla valutazione del giudice. Sono stati disposti dal giudice arresti domiciliari nei confronti del farmacista R.S., 44enne di Messina e del medico di base L.C., 65enne di Messina, convenzionati con l’Asp di Messina.

Inoltre, con lo stesso provvedimento è stata disposta la sospensione della professione medica, per un anno, per altri cinque medici di base e il sequestro preventivo di beni mobili o immobili o denaro per circa 50 mila euro nei confronti di 7 degli indagati, coinvolti nella truffa.

Numerosi gli illeciti penali contestati a vario titolo agli indagati che vanno dall’associazione per delinquere alla truffa aggravata, al falso ideologico, all’esercizio abusivo della professione medica, alla somministrazione di morfina senza la prevista prescrizione medica.

L’indagine è nata a seguito di una denuncia presentata dall’Asp di Messina, per segnalare presunte irregolarità nell’emissione di prescrizioni mediche (le cosiddette ricette rosse) nei confronti di diversi soggetti fruitori di esenzioni ticket per motivi reddituali, concernenti l’acquisto di costosi farmaci a sua volta portati a rimborso.

Nel contesto, è stato rilevato che le prescrizioni mediche, ritenute “anomale”, venivano utilizzate principalmente per acquisti effettuati quasi esclusivamente nell’unica farmacia territoriale dell’Asp di Messina, con sede nella zona Sud della città dello Stretto.

Nel corso dell’operazione Apotheke è stata acquisita copiosa documentazione sanitaria e sono state sequestrate numerose prescrizioni mediche presso vari uffici dell’Asp di Messina. Le relative risultanze hanno evidenziato l’esistenza di una collaudata associazione a delinquere, composta dal titolare della farmacia, da due dipendenti della stessa, dalla madre del farmacista e da un medico di base dell’Asp di Messina, finalizzata alla commissione di truffe per il conseguimento di indebite erogazioni pubbliche, allo stato quantificate in circa 140 mila euro.

La base logistica dell’associazione era la farmacia messinese che in poco tempo ha visto aumentare in maniera esponenziale i propri complessivi flussi di vendita che nel 2015 ammontavano a circa 830 mila euro per passare poi negli anni successivi ad oltre un milione e 360 mila euro nel 2016 e a un milione e mezzo nel 2017. Volumi d’affari, questi, in controtendenza con i minori flussi di vendita di tutte le altre farmacie territoriali presenti sul territorio del messinese. In questo modo la farmacia incriminata è diventata tra le prime dell’Asp di Messina per fatturato da vendita di farmaci.

Il sistema di frode scoperto dalle fiamme gialle si presenta semplice ma funzionale, tanto da far passare in secondo piano l’interesse per l’ordinaria attività di farmacia, ovvero la vendita reale di farmaci ai consumatori che si pone, per questo esercizio, quasi come una mera attività di facciata. Il titolare, con l’aiuto dei sodali, infatti, tra cui la madre e alcuni collaboratori della farmacia, avrebbe gestito ed alimentato il collaudato meccanismo illecito.

Una vera e propria catena di produzione di false prescrizioni mediche, mediante il continuo approvvigionamento di ricette “rosse” sulle quali apporre le fustelle, provenienti da farmaci scaduti o venduti a clienti fidelizzati e privi di esenzione ticket a cui, di sovente, veniva applicata una particolare scoutistica. I finanzieri, poi, hanno analizzato meticolosamente la contabilità amministrativa apparentemente regolare, finalizzata alla riscossione dei rimborsi chiesti ogni mese e successivamente liquidati dall’Asp. Le prescrizioni sulle ricette rosse hanno riguardato farmaci costosi anche al prezzo di quasi 600 euro l’una, trattandosi di farmaci normalmente prescritti in caso di trapianto di organi, dolore severo, trattamento post chemioterapico, carcinoma del polmone ed altre patologie importanti. I farmaci venivano principalmente prescritti ad assistiti deceduti o addirittura inesistenti.

Quanto scoperto dalla finanza di Messina, ha prodotto un grave danno economico nei confronti dell’Asp di Messina. Dal 2016 in poi l’Asp ha corrisposto alla farmacia compensi superiori al milione di euro netti all’anno ed esattamente per il 2016 1 milione 124.433 euro; per il 2017 quasi un milione e 300 mila euro e per il 2018 quasi 1 milione e 300 mila euro.

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