Sicilia: operazione “oro rosso”, 25 siti controllati e due indagati

Sono ben 114 le persone identificate, 2 i denunciati e 25 i siti controllati ubicati lungo la linea ferroviaria e non, nonché alcune attività di stoccaggio di rifiuti e materiale metallico. Questo il risultato della polizia ferroviaria della Sicilia nell’ambito dell’“operazione Oro Rosso” organizzata a livello nazionale dal servizio della polizia ferroviaria.  Giornata straordinaria di controlli finalizzata alla prevenzione ed alla repressione dei furti di rame e dell’illecito traffico dello stesso.

In particolare,  gli agenti della Polfer di Taormina, a seguito di un’accurata indagine, hanno indagato in stato di libertà  un uomo di 60 anni, della provincia di Agrigento, perché ritenuto socio di un’azienda di Mascali sequestrata dagli inquirenti nel giugno 2019 per gestione non autorizzata dei rifiuti. Per lo stesso reato è stata denunciata a piede libero una donna originaria di Santa Teresa di Riva, in provincia di Messina.

La quarantasettenne, a seguito degli accertamenti esperiti congiuntamente dalla polizia ferroviaria di Taormina e dal corpo di polizia metropolitana di Messina, è risultata essere la titolare di due diverse attività, ubicate a poche centinaia di metri di distanza tra di loro, in contrada Catalmo, nel comune di Santa Teresa di Riva. Per la prima azienda controllata, i poliziotti hanno appurato che i rifiuti erano stoccati difformemente alle autorizzazioni e alla planimetria attestante la distribuzione del materiale nei vari settori.

Atteso però che la difformità non comprometteva risorse ambientali e/o paesaggistiche, in base alla normativa, è stato dato alla titolare il termine di 30 giorni per adeguarsi alle prescrizioni richieste. Nella seconda attività, invece, situata su di un terreno recintato di circa 1000 mq, sono state rinvenute circa 200 autovetture sistemate sulle apposite rastrelliere senza però che la donna avesse le autorizzazioni per svolgere quel tipo di commercio. Pertanto tutta l’area è stata sottoposta a sequestro preventivo ed affidata in custodia giudiziaria alla stessa titolare che dovrà rispondere dinanzi all’Autorità giudiziale del reato di gestione di rifiuti speciali non autorizzata.

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