Siracusa: tentato omicidio Signorelli, due fermi

Giuseppe Sallemi è stato fermato dalla polizia di Stato per gli omicidi di Massimiliano Nunzio Casella, 47 anni e Vincenzo Agatino Saraniti, 19 anni. I due sarebbero i responsabili del tentato omicidio di Gregorio Signorelli, 36 anni, nonché del porto illegale in luogo pubblico di arma da fuoco.

Il provvedimento è stato emesso sulla base di indagini coordinate dalla procura di Catania e dalla procura di Siracusa ed eseguite dalla squadra mobile. Le indagini erano state avviate la notte tra il 9 e i 10 febbraio scorso, a seguito del ferimento di Gregorio Signorelli, attinto all’addome e al braccio sinistro da colpi di fucile.

Agenti della squadra mobile sono andati al pronto soccorso dell’ospedale Garibaldi centro dove è giunto Signorelli accompagnato da un conoscente. Da una prima ricostruzione dei fatti, gli investigatori hanno compreso che l’episodio delittuoso è avvenuto nelle campagne tra Scordia e Lentini, rispettivamente nel catanese e nel siracusano, dove la vittima ha posto in essere un’attività predatoria di agrumi con la complicità di altri due autori.

Tale ipotesi è stata suffragata dal successivo rinvenimento, in contrada San Giovanni nelle campagne di Lentini, dei corpi privi di vita di Casella e Saraniti raggiunti da colpi di fucile, il cui sopralluogo è stato curato ed eseguito dal gabinetto regionale della polizia scientifica di Catania.

Gli agenti della squadra mobile hanno individuato l’omicida di Sallemi, dedito alle attività di vigilanza dei fondi agricoli e titolare di una licenza per porto di fucile ad uso caccia. L’assassino è stato intercettato nella sua abitazione di Scordia dove teneva un fucile marca Bernardelli calibro 12 che è stato sequestrato e condotto negli uffici della squadra mobile di Catania.

In tale sede Sallemi ha rilasciato spontanee dichiarazioni auto indizianti confessando di aver esploso col proprio fucile, nel corso della serata precedente, diversi colpi all’indirizzo di tre soggetti da lui sorpresi ed inseguiti per impedire la sottrazione definitiva delle arance che avevano rubato.

A dire di Sallemi, la propria condotta sarebbe avvenuta in quanto gli uomini lo avrebbero intimorito con minacce di morte e avrebbe sparato verso di loro da una distanza di circa 15 metri per allontanarli. Sallemi ha confermato le proprie dichiarazioni in sede di interrogatorio reso alla presenza dei sostituti procuratori della repubblica di Catania e Siracusa e del proprio difensore di fiducia.

Alla luce di quanto esposto, al termine dell’interrogatorio, le autorità giudiziarie hanno emesso il decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti di Giuseppe Sallemi che, dopo le formalità di rito, è stato associato al carcere di Catania piazza Lanza.

Sono in corso ulteriori accertamenti investigativi mirati a far luce sul movente e sull’esatta dinamica dei fatti descritti da Sallemi anche in ragione degli accertamenti esperiti dai medici-legali che da una preliminare analisi esterna hanno rilevato che i colpi risultano esplosi a distanza ravvicinata.

 

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