Ragusa: serre per coltivare marijuana per 25 milioni di euro

Una volta immessa sul mercato la marijuana avrebbe fruttato 25 milioni di euro. Agenti della guardia di finanza hanno scoperto 5 tonnellate di marijuana in quattro serre realizzate da un florovivaista di 53 anni di Ragusa. Attualmente risulta irreperibile un suo coetaneo romeno, “gestore”, del fondo agricolo su cui coltivava marijuana all’insaputa del proprietario del terreno.

Entrambi sono indagati per produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti. Le serre erano state realizzate in una zona impervia del ragusano dove sono stati trovati più di 7 mila arbusti in piena fioritura, alti tra i 150 e i 200 centimetri, nascosti da una “barriera” di ortaggi ad alto fusto. Secondo gli investigatori dalla marijuana nelle serre si sarebbero potute ricavare più di 3,5 milioni di dosi.

Il gip di Ragusa ha arrestato V.A., 53 anni, amministratore di fatto dell’azienda florovivaistica e di un romeno suo coetaneo, gestore del fondo agricolo. Il provvedimento arriva nell’ambito di un più ampio contesto investigativo eseguito da diversi mesi dalla compagnia di Ragusa che ha permesso in località Finocchiara o Menta del comune di Santa Croce Camerina, nel ragusano, il sequestro della maxi piantagione di cannabis in piena fioritura.

La piantagione era stata scoperta nei primi giorni del mese di aprile dello scorso anno quando i militari avevano raccolto indizi dell’esistenza in quell’area di qualcosa di sospetto. In tutto questo lasso di tempo sono stati disposti numerosi appostamenti, a seguito dei quali sono stati notati movimenti inconsueti da parte di alcuni soggetti che, soprattutto di sera, effettuavano ripetute perlustrazioni del perimetro per scongiurare la possibilità di essere scoperti.

I finanzieri hanno fatto irruzione nel terreno agricolo quando hanno avuto certezza della presenza delle piante di marijuana. Alla vista dei militari i soggetti, dopo aver esploso diversi colpi di arma da fuoco a scopo intimidatorio, si davano alla fuga attraverso le campagne riuscendo a far perdere le loro tracce.

La conseguente perquisizione operata nella piantagione ha portato alla luce un ingegnoso impianto serricolo, dotato di tutti gli accorgimenti necessari a garantire l’ottima riuscita della coltivazione impiantata.

Nei pressi delle sere è stato rinvenuto un pozzo creato ad hoc da dove attingere l’acqua che tramite una pompa, alimentata da un gruppo elettrogeno, aveva permesso l’irrigazione regolare delle piantine di marijuana attraverso un sofisticato sistema di tubi che garantiva adeguata acqua ad ogni singola piantina.

Le indagini hanno permesso di accertare che il terreno agricolo era gestito da un romeno che aveva provveduto a retribuire il locatario del fondo attraverso dei pagamenti effettuati per suo conto dal ragusano V.A., quest’ultimo proprietario del terreno adiacente all’area suddetta sul quale è ancora presente un’azienda florovivaistica formalmente intestata al figlio, ma risultata di fatto gestita dal padre.

Gli ulteriori approfondimenti eseguiti hanno messo in luce l’intera attività delittuosa realizzata dagli indagati consentendo di appurare che l’illecita piantagione era stata interamente realizzata con la complicità del ragusano V.A, imprenditore del settore vivaistico che aveva unito la sua attività di coltivazione di fiori a quella più remunerativa della produzione di marijuana.

Tutto è stato gestito e organizzato mediante la connivenza e il supporto specialistico del romeno O.C.R. quale formale intestatario del contratto di locazione del terreno.

V.A., giunto a Catania con un volo proveniente da Bucarest, è stato arrestato a Ragusa a bordo di un’auto priva di copertura assicurativa e associato alla locale casa circondariale a disposizione dell’Autorità giudiziaria. Intanto proseguono le indagini per rintracciare il romeno che ha fornito la propria assistenza e manodopera per la realizzazione della piantagione.

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