Palermo: false invalidità, truffa all’Inps per 100 mila euro

Una truffa all’Inps è stata scoperta dagli agenti della guardia di finanza di Palermo impegnati nell’operazione denominata Igea. I finanzieri hanno scoperto un sistema per il riconoscimento di false invalidità. Per questo sono stati arrestati due responsabili e sequestrati 100 mila euro.

I finanzieri hanno messo le manette ai polsi di R.A., 56 anni di Terrasini e A.F., 48 anni di Camporeale, ai vertici di un progetto criminale con lo scopo di compiere sistematiche truffe ai danni dell’Inps a vantaggio di numerosi soggetti che, in cambio di cospicue somme di denaro, hanno ottenuto indennità previdenziali e/o assistenziali, in realtà non spettanti.

Le attività di indagine hanno permesso di rilevare come i soggetti colpiti dalle odierne misure cautelari, uno dominus dell’intero sistema criminoso, l’altro suo principale collaboratore, si servissero di una fitta schiera di “procacciatori di pazienti” e complici che hanno assunto, a vario titolo, un ruolo all’interno del sistema fraudolento disvelato.

Tra di loro identificati e denunciati numerosi soggetti tra dipendenti pubblici, medici generi e specialisti, componenti delle commissioni mediche Asl nonché responsabili di Caf. L’indagine ha messo in evidenza scambi di favori, rapporti inopportuni, vantaggi di varia natura che hanno costituito l’humus ideale sul quale costruire il sistema illecito.

Gli investigatori del gruppo tutela mercato beni e servizi del nucleo PEF di Palermo hanno disvelato un modus operandi consolidato negli anni, talmente collaudato da indurre la platea di interlocutori a ritenere che il ricorso ai servizi offerti dai soggetti arrestati fosse l’unica strada per l’ottenimento delle indebite prestazioni previdenziali.

Gli accertamenti disposti dalla procura della repubblica di Palermo hanno permesso di individuare gli step seguiti degli indagati che cominciavano con la ricerca dei “potenziali clienti”, individuando coloro che apparivano bisognosi e disponibili a richiedere un aiuto per ottenere riconoscimenti pensionistici o assistenziali.

Stabilito il contatto con il candidato all’invalidità, gli indagati lo indirizzavano a medici compiacenti che poi redigevano i certificati necessari per attestare la sussistenza delle patologie “utili” ad ottenere l’indennità.

Per evitare le visite mediche collegiali, in alcuni casi veniva attestata formalmente l’impossibilità del soggetto ad allontanarsi dal proprio domicilio, servente ad ottenere la visita domiciliare nel corso della quale medici compiacenti avrebbero espresso parere favorevole alla prosecuzione dell’istanza.

Gli indagati preparavano il candidato su come poter passare la visita di controllo. Alla liquidazione dei benefici ottenuti dal presunto invalido, gli autori delle condotte delittuose passavano alla riscossione del pagamento per la prestazione illecita secondo un tariffario prestabilito pari di solito agli arretrati erogati dall’Inps, tendenzialmente corrispondenti a circa 12 mensilità.

L’operazione denominata Igea, dal nome della dea greca della salute che veniva invocata nell’antichità per la guarigione, ha consentito di smascherare casi eclatanti di falsificazione della realtà quali, ad esempio, un invalido totalmente cieco, intento a recuperare nella cassetta postale fuori casa la posta per poi visionarla; diversi invalidi non in grado di deambulare autonomamente ma in grado di guidare un’auto o recarsi al bar in assoluta autonomia; un invalido con indennità di accompagnamento che andava a divertirsi con balli di gruppo.

Agli arrestati vengono contestati i reati di concorso in truffa ai danni dello Stato, truffa aggravata per il conseguimento di contributi pubblici, falsità ideologica e traffico di influenze illecite.

Con lo stesso provvedimento è stato disposto il sequestro di 100 mila euro pari al profitto illecito quantificato.

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