Catania: controlli straordinari a Librino, minorenni destinati al lavoro nero

Continuano i controlli straordinari del territorio da parte degli agenti della polizia di Stato a Catania nel quartiere Librino. Fari puntati sul quartiere Librino.

La repressione di questi specifici ultimi aspetti rappresenta uno specifico progetto con cui valorizzare ancora di più le attività operative su strada, voluto fortemente dal questore Mario Della Cioppa, soprattutto nel quartiere Librino.

Nell’ambito del progetto l’attività del vice questore Berretta e degli agenti del commissariato da lui diretto non si è fermata, è proseguita senza sosta assicurando anche nei due giorni appena trascorsi controlli straorinari a raffica, nel caso specifico diretti alla repressione dei reati commessi in danno dei minori così come avevano evidenziato i controlli delle scorse settimane, segno di diffuso senso di illegalità da parte dei genitori che, privi di qualsiasi forma di adeguata attenzione nei riguardi degli aspetti socio educativi dei figli adolescenti, rendono possibile la realizzazione di future devianze sociali che puntualmente scaturiscono nella commissione di reati se non presi in tempo.

Indagate diverse persone, oltre che sono state rilevate significative criticità e illeciti penali che hanno visto coinvolti quali parti offese sette minori di anni compresi tra i 10 e i 17 anni.

Particolare rilievo assume il controllo effettuato in un’officina totalmente abusiva e gestita da due soggetti all’interno di un immobile, sottoposto a procedura esecutiva e in atto all’asta, di 366 metri quadrati in via Giacomo Antonini nel quartiere Zia Lisa, durante il controllo di polizia è stato accertato un grosso volume d’affare. Qui erano presenti dieci autocarri in riparazione e molteplici clienti e vi lavoravano anche due minori che si presentavano unti di grasso e oli lubrificanti e abiti strappati e sgualciti.

Non solo, è stato accertato che uno dei due minorenni si era recato da solo in viale Grimaldi, nella cosiddetta fossa dei Leoni, alla guida di un ciclomotore senza essere in possesso della patente e, tra l’altro, il veicolo era sprovvisto di copertura assicurativa nonché revisione, recatosi in detti luoghi per riparare un camion.

L’officina, oltre ad essere priva delle prescritte autorizzazioni, presentava pessime condizioni sotto il profilo della sicurezza e salubrità sui luoghi di lavoro e, fatto ulteriore, che i titolari gestivano illegalmente i rifiuti speciali pericolosi derivanti dai lavori di meccanica. Erano, infatti, totalmente privi dei prescritti formulari di carico e scarico rifiuti. Inoltre, è emerso che uno dei minori non ha completato l’istruzione obbligatoria mentre l’11enne, che frequenta la prima media, ha fatto oltre 20 giorni di assenza nell’anno scolastico in corso.

Uno spaccato di forte illegalità che preclude percorsi di crescita di minori che dovrebbero ricevere ogni dovuta attenzione soprattutto da parte dei genitori, nel caso specifico, del tutto assente.

Tutti i dipendenti presenti, cinque catanesi, in nero, erano privi di contratto di lavoro e vi era anche il padre del minore di 11 anni che, avendo permesso che il proprio figlio lavorasse, è stato indagato per sfruttamento del lavoro minorile.

In relazione ai due titolari dell’officina meccanica, gli stessi sono stati indagati per i reati di sfruttamento del lavoro minorile con l’aggravante di averli fatti lavorare in luoghi non sicuri e insalubri, circostanza comunicata all’Asp Spresal per le ulteriori contestazioni e gestione illegale di rifiuti speciali.

I rifiuti sono stati sottoposti a sequestro penale e non appena è arrivata la polizia, ai titolari dell’officina sono state contestate le previste sanzioni pecuniarie che ammontano ad oltre 5.000 euro per la mancanza di autorizzazioni amministrative e per aver affidato al minore il ciclomotore sequestrato. Per quanto riguarda l’attività commerciale in argomento, è stata sottoposta a sequestro argomentativo.

Nei giorni successivi la polizia di Stato ha accertato, per ben 2 volte, che l’officina meccanica era regolarmente aperta, reiterando, in tal modo, il reato ambientale di gestione illecita di rifiuti speciali e violando l’articolo 650 del codice penale che punisce l’inosservanza dei provvedimenti dell’autorità, in questo caso del sequestro dell’esercizio commerciale in argomento. Ciò posto e al fine di evitare la reiterazione del reato, la polizia di Stato ha sottoposto a sequestro penale l’intero immobile con apposizione dei sigilli e detti titolari sono stati indagati di nuovo.

Non si escludono conseguentemente più gravi misure nei loro riguardi, visto il reiterarsi del grave reato.

Nel quartiere di San Cristoforo in via della Concordia sono stati indagati, invece, in stato di libertà, 2 pregiudicati per aver allestito sulla strada una rivendita di agrumi con merce pari a 300 Kg circa rendendo non fruibile l’intero marciapiede agli utenti.

Fatto di rilievo è che sono stati individuati 2 minori di 10 anni senza i genitori che restavano sui luoghi di lavoro in atteggiamento lavorativo stando proprio dietro il bancone.

I titolari dell’attività commerciale abusiva sono stati indagati in stato di libertà per invasione di terreni pubblici e incauto acquisto di cose di provenienza verosimilmente furtiva e ciò in quanto hanno riferito che la merce gli era stata regalata da un soggetto non identificato e, nella circostanza, non hanno esibito alcuna ricevuta fiscale e le arance risultavano con il gambo strappato tipico dei furti nei terreni.

In relazione ai minorenni, gli stessi sono stati accompagnati presso l’abitazione affidandoli ai genitori, uno dei quali ai domiciliari e, nella circostanza, venivano invitati a prestare maggiore cura e attenzione agli obblighi della potestà genitoriale.

Infine, gli agenti si sono recati in un istituto scolastico secondario di primo grado ed è stato appurato che diversi bambini, iscritti in prima media, di fatto, hanno interrotto gli studi e per questo due genitori sono stati già indagati per inosservanza dell’obbligo di istruzione.

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