Grotte (Ag): presepe tematico sul genocidio dei cristiani nel mondo

A Grotte, nell’agrigentino, è stato allestito un presepe tematico sul genocidio dei cristiani nel mondo. Una piccola opera carica di significati realizzata dall’operatore culturale e poeta Gero Miceli, promossa dall’associazione La stella di Betlem con il patrocinio morale di Poveri cavalieri di Cristo.

Nel diorama che vuole porre l’attenzione sulle persecuzioni subite dai cristiani in tanti paesi del mondo non sono appositamente collocati i pastori, i magi, ma in un’essenziale scenografia oltre alla natività, Gero Miceli ha inserito soltanto alcuni elementi simbolici: luci rosse, chiesa distrutta, un piccolo gregge che giace a terra, palme, filo spinato, case con la lettera araba Nun, il vangelo e la colomba bianca.

Ogni simbolo ha un significato particolare. La luce rossa ricorda il sangue versato dai martiri cristiani nel mondo e le persecuzioni che vivono ogni giorno in paesi come Corea del Nord, Cina, Pakistan, Afghanistan, Somalia, Egitto, Sri Lanka, Iraq, Siria, Sudan, Burkina Faso e Nigeria.

La chiesa distrutta ricorda le varie chiese cristiane colpite da attentati. Nella facciata è inserita l’immagine della statua del Cristo Risorto bagnata dal sangue dei martiri dello Sri Lanka uccisi in chiesa il giorno di Pasqua 2019. Sul pavimento macerie e un gregge di pecore che giace a terra a indicare i cristiani uccisi in odio alla fede.

E, ancora, le palme sulle pecore che giacciono al suolo su un drappo rosso a simboleggiare il sangue, simbolo del loro martirio. Il filo spinato ricorda la guerra, il dolore, la sofferenza e il sacrificio, esperienze vissute ancora oggi nel mondo nonché le case con la lettera araba Non per ricordare il simbolo della persecuzione contro i cristiani in Iraq. Questa lettera è stata impressa sui muri delle case dei “nazareni” come atto di discriminazione e intimidazione.

Il vangelo aperto su Mt 10,16-18 racchiude la natività ai cui piedi giacciono bandiere e simboli di alcuni “lupi”, simboli rappresentati come già vinti e per questo visibilmente distrutti e accompagnati dalla citazione evangelica “Le tenebre non prevarranno”.

La colomba bianca, infine, che svetta sul vangelo, è il simbolo di pace e dello spirito santo consolatore per quelli che hanno perso le loro case, i loro figli, i loro cari e anche la loro stessa vita poiché hanno preferito morire piuttosto che rinnegare la fede in Cristo.

Questo piccolo presepe tematico ci vuole esortare a riflettere sulla condizione dei cristiani perseguitati – dichiara Gero Miceli – a non restare indifferenti, sollecitandoci ad avere un pensiero e una preghiera per questi nostri fratelli, durante il Santo Natale e ogni giorno dell’anno, nella speranza che dopo la caduta del sedicente e autoproclamato Stato Islamico vi sia, almeno in quei territori, una pace duratura e venga scongiurata la minaccia concreta,  più volte denunciata da Papa Francesco, unico in Occidente a condannare apertamente tali persecuzioni, di un Medio Oriente senza cristiani, proprio in un’area dove la nostra fede ha le sue più profonde radici”.

Il presepe tematico “Come agnelli in mezzo ai lupi” è in esposizione a Grotte, nei locali di Corso Garibaldi 109, sino al 6 gennaio 2020 tutti i giorni dalle ore 17.00 alle 22.30.

 

I visitatori ricevono gratuitamente una copia della Rivista “L’Eco dell’Amore” gentilmente omaggiate al presepista in occasione della mostra, dalla Fondazione Pontificia “Aiuto alla Chiesa che soffre”.

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