Messina: riformano clan, arrestati anche 5 ex pentiti

Cinque ex pentiti sono stati arrestati questa mattina a Messina dagli agenti della polizia di Stato impegnati nell’operazione denominata Predominio. Gli indagati sarebbero tornati a Messina, hanno ricostruito la cosca, si sono armati e hanno ripreso il controllo del territorio dedicandosi agli affari illeciti di sempre quali estorsioni e traffico di droga.

Oggi son ostati arrestati al termine di un’inchiesta condotta dalla squadra mobile e coordinata dalla Dda di Messina, guidata da Maurizio De Lucia. In manette sono finite ben 14 persone.

Gli ex pentiti hanno ricostruito i loro contatti con la criminalità organizzata di provenienza, ma si muovevano in un’ottica di nuovo controllo del territorio in contrasto con i gruppi tradizionali. Particolare rilievo assume la figura di Nicola Galletta che, oltre ad aver formato un proprio gruppo di riferimento unitamente all’ex collaboratore Gaetano Barbera con le caratteristiche dell’associazione di stampo mafioso in cui rivestono un ruolo di primo piano anche gli ex collaboratori di giustizia Pasquale Pietropaolo e Salvatore Bonaffini ha costituito un fiorente sodalizio dedito al traffico di droga che, ancorché dotato di autonomia strutturale e organizzativa rispetto alla quasi speculare associazione mafiosa svolge la funzione di finanziamento del complessivo progetto criminoso e di ausilio al consolidamento del controllo del territorio.

Le indagini, avviate a luglio del 2018 e protrattesi sino al marzo del 2019, sono state sviluppate con la combinazione di una serrata attività tecnica di intercettazione di comunicazioni telefoniche ed ambientali, servizi tecnico-dinamici sul territorio, analisi di tabulati e riscontri ad alcune dichiarazioni di collaboratori di giustiziai. Al termine delle indagini è affiorato un quadro generale particolarmente allarmante perché alcuni ex collaboratori di giustizia avevano ripristinato i loro legami con la criminalità organizzata.

Le indagini sono partite da tre gravi episodi delittuosi avvenuti in città ai danni dei componenti del nucleo familiare degli Arrigo, il primo avvenuto il 29 aprile e gli altri due nella giornata del 25 gennaio 2017.

In seguito, dallo sviluppo delle indagini inizialmente condotte sugli agguati, sono stati evidenziati i rapporti fra l’ex collaboratore di giustizia Nicola Galletta, Pasquale Pietropaolo e Salvatore Bonaffini, anche loro collaboratori di giustizia.

Tra loro e sin dall’inizio Galletta assumeva un ruolo di preminenza dirigendo e organizzando, insieme a Gaetano Barbera, una cellula criminale mafiosa cui aderivano anche Vincenzo Barbera, Pasquale Pietropaolo, Salvatore Bonaffini e Cosimo Maceli.

Era Galletta a promuovere incontri e riunioni. Il 29 agosto del 2018 si era registrato un vero e proprio summit tra gli ex collaboratori di giustizia ed altri individui del contesto delinquenziale messinese. Il gruppo, in particolare, era dedito all’estorsione e al traffico di sostanze stupefacenti.

Nel corso delle indagini è risultato che Bonaffini e Barbera, ognuno nella propria abitazione, avevano una pistola con relativo munizionamento. Altre armi da fuoco, secondo le intercettazioni, risultavano nella disponibilità di Nicola Galletta, Cosimo Maceli e Antonino Stracuzzi.

Lo scorso gennaio era stata messa in atto una estorsione in cui rimanevano coinvolti Giuseppe Cutè, Nicola Galletta e Gaetano Barbera. Estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni del titolare di un’associazione sportiva dilettantistica e culturale messinese. Quest’ultimo era costretto a versare parte della propria liquidazione e minacciato affinché si dimettesse dalla carica ricoperta presso la citata associazione culturale.

Il settore redditizio veniva impegnati Galletta, Bonaffini, Pietropaolo, Maceli e Bellissima Orazio, componenti del nucleo criminale intrattenendo rapporti con singoli spacciatori, provvedendo a fornire loro la droga, cocaina e marijuana, da immettere sul mercato cittadino e soddisfare così le esigenze dei consumatori locali.

Numerosi gli episodi di cessione di stupefacenti accertati e documentati nel corso dell’indagine ed attribuiti anche ad altri individui colpiti anche loro dalla misura cautelare. A rispondere di spaccio sono chiamati Alleruzzo Alberto e Michele,  Angelo Arrigo, Vincenzo Barbera, Stellario Brigandì e Giovanni Ieni.

Dunque, con l’operazione Predominio, sono finiti in manette: Alberto e Michele Alleruzzo, rispettivamente 38 e 37 anni; Angelo Arrigo, 31 anni; Vincenzo Barbera, 51 anni; Orazio Bellissima, 61 anni; Stellario Brigandì, 52 anni; Nicola Galletta, 52 anni, già collaboratore di giustiziai; Cosimo Maceli, 55 anni; Pasquale Pietropaolo, 50 anni, già collaboratore di giustizia; Antonino Stracuzzi, 45 anni, già collaboratore di giustizia.

La notifica presso l’istituto di pena dove erano già ristretti per altra causa è stata notificata a: Gaetano Barbera, 49 anni, già collaboratore di giustizia; Salvatore Bonaffini, 47 anni, già collaboratore di giustizia; Giuseppe Cutè, 39 anni. Arresti domiciliari, infine, per Giovanni Ieni, 48 anni.

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