Scuola: le emergenze e le proposte della Cisl

Messa in sicurezza delle strutture, rientro dei fuorisede, contratto nazionale e allineamento degli stipendi a livello europeo, riforme incisive capaci di rendere la scuola un luogo di vera formazione e di sbocco reale e immediato nel mondo del lavoro, arrestando la fuga dei cervelli e creando occasioni di crescita in loco.

È una ricca piattaforma rivendicativa quella di Cisl scuola che, con la sua segretaria nazionale, Lena Gissi, a Pozzallo qualche giorno fa per un importante convegno sulla scuola del futuro, traccia le linee guida del sindacato per i prossimi anni, individuando emergenze e priorità per le quali si è pronti alla mobilitazione.

“Vogliamo che in legge di bilancio – spiega Gissi – vengano immesse tutte le risorse necessarie per il settore dell’istruzione, dell’università e della ricerca. Noi docenti, purtroppo, paghiamo un doppio scotto: il primo è quello di un rapporto PIL al di sotto della media europea in modo rilevante; il secondo è quello di essere la categoria più numerosa all’interno del pubblico impiego e di avere le retribuzioni più basse e ci chiediamo se non sia arrivato il momento di investire per una programmazione decennale, guardando non solo agli stipendi ma anche agli organici e al personale ATA, fino alla riorganizzazione dello stesso Ministero.

La nostra è una piattaforma con una visione molto ampia, che adesso affidiamo alla politica affinché faccia le sue scelte. Di certo, sono insufficienti gli oltre 3 miliardi inseriti in manovra di bilancio per il rinnovo contrattuale, perché ci permette di arrivare a stento a 70 euro lordi medi. Il ministro Bussetti e il premier Conte – aggiunge – si sono impegnati a reperire le risorse necessarie per arrivare a 100 euro procapite medie, ma servono risorse fresche e se non saranno previste siamo pronti anche allo sciopero. Del resto, stiamo scendendo in piazza già su diversi temi, non ultimi i precari e gli amministrativi, per i quali abbiamo lanciato nei giorni scorsi la sfida al Governo”.

Altro tema scottante il rientro dei docenti fuorisede, problema estremamente sentito nel sud Italia. Per la segretaria Gissi la soluzione passa attraverso tre fasi: incrementare il tempo pieno, individuare il rapporto alunni – classe e potenziare la scuola dell’infanzia in termini di organici.

Il problema è che al sud – afferma – la denatalità è sempre più forte e soffoca le nostre proposte di incremento del personale, perché non si possono istituire posti dove non ci sono alunni. Abbiamo anche aperto una vertenza per far conseguire ai colleghi che vogliano rientrare, magari con dei posti in deroga, un titolo di specializzazione per il sostegno, ma dobbiamo anche metterci nei panni di quelle realtà del nord in cui i posti ci sono e mancano i docenti. Il diritto allo studio del nord – continua – va garantito come quello del sud, e assegnare cattedre a docenti non adeguatamente formati pur di sopperire alle mancanze è inammissibile.

Il problema è che ci sono tanti posti nell’organico di fatto, e questo fa illudere gli insegnanti che una supplenza possa rappresentare il tramite per il trasferimento. Purtroppo non è così, e speriamo, quindi, di avere qualche chance in più con l’ampliamento del tempo a scuola. Un’altra soluzione può essere rappresentata dai concorsi.

I posti a disposizione sono veramente tanti, dato che più di 170mila sono le supplenze assegnate, ma non si può bandire un concorso per questi, perché vengono confermati di anno in anno e assegnati ai tempi determinati. Inoltre, ci sono ancora in graduatoria tutti i colleghi già risultati idonei in passato e quindi – conclude – abbiamo presentato una proposta di emendamento per garantire che prima di tutto siano fatte queste assunzioni”.

Sul tema della sicurezza nelle scuole si sofferma, invece, il Segretario Regionale Cisl Sicilia, Sebastiano Cappuccio.

“Stiamo lavorando con la Regione perché, da quando non ci sono più le province che si occupavano del problema, è come se fosse rimasto tutto in sospeso, soprattutto nelle secondarie. C’è bisogno – dice – di un investimento consistente ed immediato; sappiamo che stanno cercando di sopperire ma non basta, serve uno scatto in avanti affinché le scuole tornino ad essere dei luoghi sicuri, anche perché le responsabilità di dirigenti scolastici e insegnanti sono ormai altissime, quando invece dovrebbero occuparsi solo dell’educazione e della formazione.

Sicurezza, responsabilità e scuole efficienti devono andare di pari passo. Come Cisl Scuuola, la nostra proposta – annuncia – è quella di destinare parte degli investimenti previsti per tutte le infrastrutture esclusivamente alle scuole, partendo da quelle maggiormente in difficoltà. Sappiamo che non è semplice, ma se non si traccia un cronoprogramma di ristrutturazione non si può cominciare e, di conseguenza, non si può finire. Il rilancio della scuola parte dalle riforme, ma riforme vere e che non cambino a seconda dei governi. L’attenzione al mondo della scuola – conclude Cappuccio – è cruciale per la crescita del Sud e per fermare l’emorragia di giovani costretti ad andare via: la scuola deve muoversi all’interno di un contesto che permetta subito di trovare un’occupazione”.

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