Bagheria (Pa): lezione sull’architettura fatimita egiziana e siciliana

La seconda lezione del seminario su “L’arte di abitare” organizzato da BCsicilia in collaborazione con l’ordine degli architetti della provincia di Palermo e con il patrocinio del comune di Bagheria, si terrà sabato 12 ottobre alle 16.00.

Il secondo appuntamento verterà su “La città e l’architettura fatimita egiziana e siciliana”a cura dell’architetto Susanna Bellafiore.

L’incontro si terrà a villa Cattolica a Bagheria. La relazione della Bellafiore sarà preceduta dalla presentazione di Alfonso Lo Cascio, presidente regionale BCsicilia; Gabriella Pantalena, responsabile della formazione appcpa; Daniele Vella, assessore alla cultura del comune di Bagheria e Maria Giammarresi, presidente della sede di Bagheria di BCsicilia.

Il terzo incontro si terrà venerdì 18 ottobre e avrà come tema “La città europea prima e dopo l’anno 1000” a cura di Ferdinando Maurici, medievalista.

Agli architetti che parteciperanno al corso di BCsicilia e che si accrediterranno previa iscrizione online tramite la piattaforma im@teria saranno riconosciuti tre crediti formativi, mentre a tutti gli iscritti sarà rilasciato un attestato di partecipazione al corso.

Dal X secolo tre diverse regioni mediterranee, quella magribina centro-orientale, la Sicilia e l’Egitto sono legate da una Koinè storica e culturale denominata fāṭimita, che diede luogo a grandi avvenimenti urbanistici ed artistici le cui fonti risiedono nell’Oriente mesopotamico e persiano.

I Fāṭimiti ebbero il ruolo di intermediari tra l’Oriente e l’Occidente. Provenivano da Mahdiyya (Tunisia) e fondarono il Cairo nel 969, lungo la via che attraversavano i pellegrini nord-africani diretti alla Mecca. L’urbanistica e l’architettura, in specie palaziale, egiziana svelano piene ed esclusive le comuni caratteristiche tra la Sicilia islamizzata e la civiltà musulmana dell’Ifrīqiya.

La presenza costante di sale nobili (qāʻa), di appartamenti indipendenti (bayt), di tutto un repertorio di forme decorative e principalmente di muqarnaṣ, di bacini d’acqua e di impianti di ventilazione, ci riporta ad una comune concezione del modo di costruire e di abitare i palazzi.

La Cuba palermitana è certamente l’esempio emblematico dell’architettura palaziale siciliana delle età islamica e normanna che si avvicina di più come disposizione generale alla qāʻa egiziana.

La relatrice, Susanna Bellafiore, dopo aver conseguito una borsa di studio presso l’università islamica ed americana del Cairo, ha iniziato a studiare la storia dell’urbanistica e dell’architettura islamica e la lingua araba, approfondendo, già dal 1978, la correlazione tra l’architettura palaziale cairota e palermitana dal XII al XIV secolo che pubblica nel 1979. Frequenta poi la scuola di specializzazione per lo studio e il restauro dei monumenti dell’università di Roma, conseguendone il relativo diploma con una tesi sulla Cuba di Palermo. Dirigente tecnico presso la Soprintendenza di Palermo segue numerosi interventi di restauro di monumenti. Dal 1996 si  dedica alla libera professione collaborando al progetto di restauro del Palazzo Celestri S. Croce. Nel 1984 pubblica un volume sulla “Cuba di Palermo” e un altro dal titolo “La casa islamica”. Dal 2013 avvia l’attività di editore per ripubblicare i testi di Giuseppe Bellafiore. Col suo ricordo affettivo e soprattutto professionale, vuole riproporne l’operato ed i libri, affinché la sua figura di uomo e di studioso venga ricordata nel tempo.

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