Palermo: presentata “l’altra faccia del dolore” di Elena Battaglia Giorgianni

Oggi a palazzo Branciforte a Palermo è stato presentato il libro di Elena Battaglia Giorgianni dal titolo “l’altra faccia del dolore”. L’evento è stato organizzato e fortemente voluto dal presidente onorario della fondazione Caponnetto, Giuseppe Antoci, in collaborazione con l’università degli studi di Palermo e Fineco Banca.

Dopo i saluti del prefetto di Palermo, Antonella DE Miro; del rettore Fabrizio Micari e del group manager di Fineco, Fausto Pellegrino, si è dato il via ad una serata emozionante e piena di messaggi valoriali che hanno visto la partecipazione commossa del pubblico intervenuto.

Il dibattito, moderato da Vincenzo Antonelli dell’università Cattlica del Sacro Cuore, ha visto coinvolti il professore Salvatore Corrao, direttore UOC medicina interna del civico e docente dell’università di Palermo, Gloria Giorgianni, produttrice televisiva e figlia di Elena Battaglia; Giuseppe Antoci, presidente onorario della fondazione Caponnetto e promotore della serata.

Fra i presenti anche il presidente della corte dei Conti, Guido Carlino; il questore di Palermo, Renato Cortese; il comandante della legione carabinieri Sicilia generale, Giovanni Cataldo; i comandanti provinciali di carabinieri e guardia di finanza ma anche tante altre autorità che con attenzione e commozione hanno partecipato all’evento.

Elena Battaglia Giorgianni, nata nel 1948  a Palermo e morta 10 anni fa, era una storica commerciante e proprietaria del negozio di abbigliamento “Battaglia Esquire fashion” in via Ruggero Settimo. Situato nel salotto della città è stato uno dei negozi più frequentati di Palermo. Aperto dal padre di Elena, Amedeo Battaglia e dal fratello Enzo nel 1938 ha resistito fino al 2007 avendo sempre una conduzione familiare. Il negozio è stato inserito dalla camera di commercio fra i negozi storici di Palermo.

Nonostante il suo fosse un negozio di gran moda, che vestiva la classe dirigente e la borghesia palermitana, Elena Battaglia non ha mai dimenticato i più deboli; era anche infatti la Presidente e la mediatrice familiare del consultorio “La Casa”, associazione che si occupa di servizi sociale, all’interno della quale per anni Elena Battaglia ha svolto con abnegazione attività di volontariato aiutando spesso persone in difficoltà. Tra le sue passioni, lo studio, la musica classica, la pittura.  I suoi ultimi pensieri sono proprio raccolti nel piccolo libro “L’altra faccia del dolore” (che la cognata Elvira Giorgianni Sellerio – sorella maggiore di Vittorio Giorgianni – ha voluto fortemente pubblicare) realizzato da lei iniziando a scrivere direttamente e poi dettando parola per parola nonostante la malattia le spezzasse il respiro sempre più di frequente, nonostante la fatica e la stanchezza del corpo ogni giorno diventassero più difficili da combattere.

“Abbiamo voluto raccontare la storia di una donna coraggiosa – dichiara Giuseppe Antoci Presidente Onorario della Fondazione Caponnetto – legalità significa anche portare a conoscenza degli altri storie valoriali che lanciano messaggi a chi soffre a causa di malattie incurabili e che ci portano a riflettere sulla problematica del fine vita e di come, a volte, il dolore, come ci insegna la storia di Elena, possa diventare mezzo di speranza”.

Toccante l’intervento di Gloria Giorgianni la figlia di Elena. Gloria, che ha dedicato a sua madre il nome e la mission della sua importante azienda di produzione televisiva, ha trasferito al pubblico presente anche l’esperienza del loro vissuto “ quando si impatta con questa malattia – dice –  si prova tanta solitudine e le famiglie dei malati di SLA si trovano a volte a combattere da soli”.

Una bella serata che ha dato lo spunto per riflettere sul valore della vita ma anche sul valore della morte perché nella serata a Palazzo Branciforte quella farfalla, disegnata da Elena e riportata nella copertina del libro, ha battuto così tanto le ali da far soffiare nei cuori di tutti un vento di amore, di passione ma soprattutto di vita, sì proprio di vita e nonostante la morte.

“Nel libro – continua Antoci – Elena scrive: “Vorrei lasciar scritte queste riflessioni per chi sta soffrendo come me e cerca di trovare la forza di affrontare il dolore; vorrei dire loro che c’è un’occasione di bellezza, di novità, di vita anche in queste condizioni esistenziali.” “Ci sembra questo il modo migliore per incorniciare la serata e ringraziare Elena Battaglia per il suo coraggio” – conclude Antoci.

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