Famiglia: lettera aperta al ministro per le pari opportunità da MdM

A seguito delle ultime dichiarazioni del neo ministro per le pari opportunità e la famiglia in merito al divorzio e al decreto Pillon che rimane nel cassetto e che comunque non verrà preso in considerazione, abbiamo ricevuto e pubblichiamo integralmente la lettera aperta dell’avvocato Salvatore Dimartino, presidente dell’associazione MdM.

Gentile Ministra,

una stagione troppo lunga ha visto la famiglia e le pari opportunità protagoniste di fratture politiche e sociali, le cui conseguenze sono drammaticamente sotto gli occhi di tutti.

La qualità dei servizi sociali, ben al di sotto dei livelli guardia, e le disfunzioni della giustizia e della sua amministrazione sono sempre più innegabili e non certo colpa di chi – in un contesto di profonda divisione sociale come quello attuale – sentendosi ignorato se non deriso dalle Istituzioni, oggi protesta in piazza per chiedere il rispetto della propria vita privata non riuscendo a trovare altro modo per far ascoltare la propria disperazione e la propria solitudine.

E non sarà certo attribuendo frettolose etichette o continuando a nascondersi la realtà, come finora è purtroppo avvenuto, che si ridurranno le angosce e le inquietudini che quelle fratture e quelle divisioni hanno instillato nell’animo di chi soffre nell’incertezza del futuro dei propri figli oltre che del proprio.

E’ indubbio che, in un momento di grave crisi economica ed occupazionale, occorra restituire fiducia e serenità alle famiglie aumentando il numero dei posti negli asili nido e nelle scuole materne e introdurre nuove misure di sostegno economico per le famiglie.

Occorre però anche iniziare a pensare in modo diverso: continuare a credere che il tema del lavoro femminile sia solo un problema di conciliazione di tempi con la vita familiare da risolvere solo attraverso compensazioni economiche o corsie privilegiate sarebbe riduttivo e replicherebbe gli errori del passato.

Le pari opportunità vanno innanzitutto realizzate partendo dall’interno della famiglia attraverso un ecosistema di regole che, prendendo atto dei cambiamenti della società e del mondo del lavoro, superi gli stereotipi di genere e coniugi bigenitorialità dei figli e cogenitorialità dei genitori.

Ben venga allora l’appello al dialogo ed al confronto che superi steccati ideologici e porti all’approvazione di un Family Act che, nel solco della Costituzione, ridefinisca il ruolo dello Stato nel sostegno e nella promozione della persona umana e del suo diritto a relazioni familiari caratterizzate da autenticità, uguaglianza e reciprocità e gli sottragga ogni potere di ingerenza indebita nei rapporti personali tra i componenti del nucleo familiare, e principalmente nei rapporti fra genitori e figli.

Occorre perciò riscrivere gli articoli 337 ter e 403 cc la cui attuale formulazione costituisce uno dei principali ostacoli nel percorso verso l’uguaglianza dei cittadini.

La natura ed i modelli sociali di riferimento in cui quelle norme furono concepite sono infatti ben diversi da quelli attuali; esse mutuano soluzioni tipiche di settori del diritto ove la posta in gioco è di tipo patrimoniale e perciò stridono ruvidamente con la delicatezza dei rapporti familiari che non tollerano giudizi di tipo moralistico o distinzioni tra vincitori e vinti.

La natura dell’intervento statale dovrà avere esclusivamente finalità sussidiarie così da mantenere salda la responsabilità delle scelte familiari ed educative in capo ai singoli componenti della famiglia secondo modelli che favoriscano la condivisione e la compartecipazione alle scelte di vita, dovendosi viceversa limitare gli interventi di tipo sostitutivo e/o ablativo della responsabilità solo a situazioni di evidente contrasto con i diritti della persona, al fine di evitare disparità di trattamento tra quanti, genitori e figli, vivono in un nucleo agiato economicamente ed unito e quanti, viceversa, vivono in un nucleo disagiato economicamente o disunito.

Solo così gli strumenti normativi potranno dirsi rispettosi dell’individuo e coerenti con l’essenza, più intima e necessariamente reciproca, delle relazioni familiari. Con l’auspicio che la discontinuità vada oltre le buone intenzioni e si traduca in azioni concrete che restituiscano l’integrità ai diritti inviolabili a genitori e figli, Le rivolgiamo perciò l’augurio di buona strada.

Molto cordialmente.

Avv. Salvatore Dimartino Presidente Associazione MdM

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