Caltanissetta: Exitus, fra gli arrestati un avvocato

C’è anche un avvocato fra i quattro arrestati dagli agenti della squadra mobile di Caltanisestta impegnati nell’operazione denominata Exitus. Gli arresti sono stati eseguiti con l’ausilio della squadra mobile di Parma in esecuzione di ordinanze emesse da lGip di Caltanissetta.

In carcere è finito l’avvocato Grazio Ferrara, 39 anni del foro di Gela; Benedetto Rinzivillo, detto Peppe ‘u curtu, 55 anni, imprenditore attivo nel commerci odelle carni; Giuseppe Incorvaia, imprenditore in pensione di Licata, nell’agrigentino, 73 anni; Emanuele Zuppardo, 62 anni, di fatto domiciliato a Parma, in atto sottoposto alla libertà vigilata.

Tutti e quattro gli arrestati sono stati accusati di associazione mafiosa, aggravata dall’essere armata per aver fatto parte di cosa nostra. L’attività investigativa costituisce una costola dell’operazione Extra fines che portò al’arresto il 4 ottobre di 37 affiliati al clan Rinzivillo.

Salvatore Rinzivillo, approfittando della carcerazione dei suoi fratelli Antonio e Crocifisso e dell’assenza sul territorio di uomini in grado di contrastarne il carisma, riorganizzò il clan facendo leva sia su figure tradizionalmente appartenenti ad esso sia su figure nuove ed emergenti che si erano messe a sua disposizione per assicurare il mantenimento in vita del clan.

Nell’ambito delle indagini è emersa la figura di Grazio Ferrara, avvocato del foro di Gela che era uomo di fiducia di Rinzivillo sin dal 2016 quando il boss gelese lo aveva fatto contattare da un suo affiliato. Da quel  momento in poi Rinzivillo non voleva occuparsi personalmente e delegava il suo fido avvocato ne contattare malavitosi.

Ferrara, inoltre, era come la longa manus di Rinzivillo negli affari intessuti dal boss gelese con Luigi Rinzivillo, di cui è diventato anche difensore di fiducia dopo il suo arresto nell’ambito dell’operazione Extra fines. Con Rinzivillo Benedetto, detto Peppe u curtu; con Collodoro Carmelo, esponente di cosa nostra gelese, con Santo Napoli, mafioso di Milazzo, nel messinese; con Paolo Rabito, uomo d’onore della famiglia di Salemi, autista degli esattori Nino ed Ignazio Salvo; con Salerno Roberto, reggente della famiglia di cosa nostra di Vittoria, nel ragusano.

La disponibilità di Ferrara nei confronti del boss gelese si manifestava anche dopo la carcerazione del boss. Infatti, è proprio a Ferrara che Salvatore Rinzivillo, approfittando del suo status di insospettabile legale, affidava il compito di fare uscire le sue ambasciate dal carcere, contenenti ordini per altri esponenti della consorteria mafiosa, ancora liberi sul territorio. Nel corso dell’indagine è stato rilevato che l’avvocato faceva arrivare ai boss messaggi dai sodali liberi esibendo dei fogli manoscritti durante i colloqui in carcere. Una modalità ingegnosa con la quale l’avvocato gelese pensava di eludere eventuali intercettazioni ambientali a suo carico.

Benedetto Rinzivillo, detto Peppe ‘u curtu,, assicurava aiuto economico all’associazione, al capo clan Salvatore Rinzivillo e ad altri sodali in stato di carcerazione. Inoltre, Benedetto Rinzivillo offriva disponibilità al capo dell’associazione ad assumere alle proprie dipendenze personale indicato dal capomafia e favoriva l’infiltrazione del clan rinzivilliano nel tessuto economico legale attraverso il riciclaggio di denaro di provenienza illecita.

Rinzivillo è indagato anche per tentata estorsione, aggravata per averla commessa in qualità di appartenente al clan mafioso, per aver tentato di procurarsi un ingiusto vantaggio ai danni di un imprenditore concorrente, rappresentante di carni e salumi che veniva minacciato di morte qualora avesse continuato ad offrire ai clienti, la stessa carne da lui commercializzata.

Giuseppe Incorvaia, imprenditore di Licata di cosmetici e profumi, si era messo a disposizione del capo clan Salvatore Rinzivillo che, dal carcere, faceva pervenire allo stesso Incorvaia precisi ordini sempre per il tramite di Grazio Ferrara.

Inoltre, Incorvaia favoriva il boss gelese fornendogli il suo contributo per l’attivazione di attività economiche funzionali all’investimento e riciclaggio di illeciti proventi. Anche in questo caso si avvaleva dell’aiuto dell’avvocato Ferrara.

Non meno importante la figura di Emanuele Zuppardo, storico appartenente al clan Rinzivillo di Gela che, approfittando dei permessi premio di cui godeva durante la carcerazione a Milano, riprendeva i contatti con Rinzivillo Salvatore, favorendo l’incontro tra quest’ultimo e lo storico esponente di cosa nostra di SAlemi, Paolo Rabito.

Ad ulteriore prova dell’importante ruolo rivestito nel sodalizio dall’avvocato Ferrara, era stato proprio lui il prescelto da Rinzivillo Salvatore per accompagnarlo ad un incontro riservato con Paolo Rabito avvenuto il 14 aprile del 2017.

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