Ucria (Me): si infiamma la protesta per la difesa dei noccioleti

Continua ad Ucria l’occupazione dell’aula consiliare da parte degli amministratori e degli agricoltori. “Tra una settimana in prefettura rimetteremo le deleghe – dice il vicesindaco del centro nebroideo del messinese, Rino Marzullo”.

“Se non dovessimo essere aiutati – dice il presidente del consiglio Roberto Di Stefano – passeremo alla catene e allo sciopero della fame”. Solidarietà viene espressa dal presidente del bio distretto Nebrodi e Gal Nebrodi Plus, Francesco Calanna.

Monta la protesta ad Ucria  per la difesa del territorio e dell’economia, duramente colpita dai ghiri che hanno ridotto a zero la produzione, fonte di sostentamento per gli agricoltori della zona. L’aula consiliare continua ad essere presidiata da amministratori locali ed imprenditori , ad oltranza , fino a quando il governo regionale non accenderà i riflettori sulla grave problematica, si attente la visita e l’aiuto concreto del presidente Nello Musumeci.

“Ho fatto tutto il possibile per aiutare il paese- afferma dagli scranni dell’aula consiliare il presidente del consiglio Roberto Di Stefano-  però a tutt’oggi nessuno  ha mantenuto gli impegni assunti.  Siamo partiti dal 2008, nel 2019,  il nostro prodotto, cioè le nocciole, è stato azzerato non abbiamo  la possibilità neanche di avere l’1% della produzione. Tutto ciò rappresenta un  effetto devastante per l’economia del centro montano”.

“I cittadini – prosegue Di Stefano- non hanno più la possibilità di utilizzare i noccioli noi qua abbiamo 148 braccianti agricoli che non possono trovare più occupazione, non vengono più assunto operai. Chiediamo un intervento immediato, per mantenere quel minimo di assistenza nei nostri confronti perché se viene meno l’ assistenza contributiva, non avremo la possibilità di effettuare la raccolta”. Poi il presidente si appella all’ onorevole Francesco Calanna, giunto ad esprimere la propria solidarietà. “Devi essere portavoce in tutte le sedi competenti per risolvere la criticità, attendiamo  la visita del presidente Musumeci, dopo l’occupazione dell’aula consiliare, passeremo alle catene ed  allo sciopero della fame”.

“Ti ringrazio- conclude Roberto Di Stefano ( riferendosi a Calanna) per la solidarietà dimostrata e significativa, per  la tua presenza tua in questa aula consiliare, ti devi  fare carico di fotografare la grave situazione di Ucria. In  passato gli agricoltori raccoglievano 50-60 quintali  di nocciole, adesso la produzione è irrimediabilmente compromessa”.

“Grazie per avermi accolto- dichiara Francesco Calanna-  io penso che da presidente del Gal , e da presidente del Bio Distretto Nebrodi, era doveroso nell’ambito dello sviluppo locale, attenzionare il tema, una tipologia di agricoltura naturale, che salvaguardia l’ambiente, soprattutto che tuteli la salute. Sono abituato a sintetizzare il problema per aspettare una risposta più efficace ed efficiente, il più delle volte ci siamo trovati ad avere un interlocutore che non conosce le nostre problematiche, ma se non abbiamo la capacità di rappresentare quali siano gli interventi da fare per la risoluzione della criticità, non arriveremo alla soluzione”.

“La politica- continua Calanna-  deve essere la capacità di organizzare, per quanto riguarda le organizzazioni e movimenti e, soprattutto  la capacità di rappresentare i problemi, la politica deve essere in grado di risolvere le criticità come vengono rappresentate”.

“Non solo solidarietà- conclude il presidente Calanna- ma anche un modo per sintetizzare la problematica e cercare di risolverla, non deve mancare da parte nostra questa capacità di risolvere il problema. La premessa è che l’agricoltura per questo territorio rappresenta fonte principale di sostentamento per le famiglie. Ad Ucria, le case profumavano di nocciole, seppure in una condizione non agevole per questo mercato che oggi ci condiziona, con riferimento al mercato turco,  la nocciola, continua ad avere un ruolo importante, perché il fabbisogno di questo prodotto è in aumento esponenziale,  vi è questa richiesta,  vi è questa domanda.

Dal punto di vista della tutela e da quello economico e la corilicoltura può svolgere ancora la sua parte in Sicilia. Quindi  di questo chi amministra deve tenerne conto. Siamo un’area da attenzionare, da rilanciare per dare un futuro. Anche il modo in cui ci presentiamo fa la differenza, la presentazione deve essere quella di un’area importante, con una forte capacità economica per il potere rilanciare in termini di valore ed economia il territorio, se non abbiamo questa consapevolezza, non riusciremo a trasferirlo all’esterno  ed ai nostri  interlocutori . Il nocciolo è un prodotto richiesto , la trasformazione non la facciamo più in loco”.

Il vicesindaco  Rino Marzullo commenta: “Sto tornando adesso dalla campagna, non siamo nelle condizioni di portare il prodotto che produciamo, purtroppo non siamo nelle condizioni di farci pagare le nocciole, di questo passo il nostro territorio andrà incontro al dissesto, con il pericolo che qualcuno scoraggiato, possa un giorno dare fuoco ai nostri noccioleti. “Per un comune come Ucria danneggiato- ribadisce il vicesindaco-  abbiamo la necessità di trovare risorse,  non siamo riusciti a trovare risorse degli ultimi 10 anni. Se non si dovessero trovare soluzioni utili la prossima settimana simbolicamente andremo i in prefettura a  Messina a  consegnare le nostre deleghe.  Non ha senso che continuiamo a stare ancora a Ucria”.

Infine è intervenuto l’esperto del sindaco Crisà,  Enzo Ioppolo che sostiene: “non è sicuramente una novità e la cosa che mi preoccupa, è che se ne stia  parlando come se fosse una cosa di oggi,  di questo animaletto maledetto ma protetto. L’ho  detto da sempre,  ormai, rappresenta  un problema atavico, quando ormai abbiamo un territorio che in ginocchio, che per il 90% di corilicoltura. Non è consentito che per un animaletto, la popolazione soffra così tanto. È necessario intervenire in maniera radicale, ne’ i rapaci , né i dissuasori riescono a debellarlo, il ghiro non può essere più protetto quando i danni sono così ingenti”.

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