Palermo: per le internazionali di tennis tre cene stellate al femminile

Saranno firmate dagli chef stellati Martina Caruso, Caterina Ceraudo e Patrizia Di Benedetto le tre cene in occasione del 30° Ladies Open, le internazionali di tennis femminile che si svolgeranno a Palermo dal 20 al 28 luglio prossimi al country time club di Palermo.

Le cene saranno accompagnate dai vini delle cinque tenute siciliane di Cusumano: un vero e proprio torneo di odori, sapori, colori che si disputerà accanto a quello di tennis per celebrare l’alta cucina del Sud Italia. Ad aprire e presentare, il 22 luglio, il calendario degli appuntamenti gastronomici sarà il cuoco e oste palermitano Filippo La Mantia.

I piatti, gli abbinamenti con i vini Cusumano, le ricette sono raccolti nel libro “Il sapore della rinascita” del fotografo Pucci Scafidi. In coda e in allegato il comunicato stampa, alcuni scatti e le ricette.

Accanto al torneo di tennis al femminile, dunque, si disputerà un torneo di odori, sapori e colori. Il 23 luglio sarà la volta di Martina Caruso, il 24 luglio di Caterina Ceraudo e il 25 luglio Patrizia Di Benedetto. Una festa, il 22 luglio, aprirà la rassegna con Filippo La Mantia.

“Il mio obiettivo è di rendere felici i clienti – dice spesso Caterina Ceraudo, ultima dei tre figli di Roberto che a Strongoli, in Calabria, lanciò una scommessa al bio – bisogna rimanere con i piedi per terra”. A poco più di 20 anni la giovane chef ha conquistato la stella Michelin e nel 2017 è stata incoronata “Migliore chef donna dell’anno” per la guida Michelin. Il ristorante di Caterina a Strongoli, in un vecchio frantoio all’interno di un casolare del Seicento, è gestito dall’intera famiglia Ceraudo, un’oasi di paradiso diventato anche luogo di attrazione celebrato dal New York Times che nel 2017 lo aveva inserito tra le 52 mete imperdibili.

A 32 anni, Caterina è tra le chef più apprezzate per la sua cucina che rispetta il territorio e la tradizione della famiglia. Prima si laurea in viticoltura ed enologia a Pisa, poi l’esperienza nella scuola di alta formazione di Niko Romito a Castel di Sangro in Abruzzo e nel 2013 il ritorno al ristorante di famiglia per mantenere la stella Michelin conquistata dallo chef che l’aveva preceduta, Frank Rizzuti.

“La stella Michelin? – ribadisce Caterina – La vivo come un punto di partenza e non potrebbe essere diversamente per chi vuole migliorarsi sempre di più”. Per caterina la felicità ha il sapore del “cioccolato”, mentr sostiene che il piatto che più la rappresenta è “triglia, pane e arancia”. I dolci preferisce mangiarli che prepararli, anche se i suoi clienti non si perdono il “dolce al finocchio” senza grassi.

Martina Caruso ha raccolto virtualmente il testimone della Ceraudo, anche se con un anno di ritardo. Ha ricevuto la stella Michelin quando il suo Signum ha festeggiato i 30 anni di attività, mentre lei compirà 30 anni il prossimo dicembre. “E’ il riconoscimento – si legge nella motivazione – alla sua cucina strutturata, ma allo stesso tempo fresca e delicata con proposte originali che esaltano i sapori e i profumi dei prodotti localie”,  ma anche alla “sua grande volontà e capacità di progredire e di rappresentare la sua isola raggiante, attraverso una grande tecnica e il tocco femminile di una giovane donna appassionata e determinata”.

C’è tutta Martina nella motivazione del premio. C’è il suo essere figlia di Salina al 100% e c’è la sua determinazione nel fare un lavoro che aveva capito potesse essere la sua professione a soli 14 anni. Dieci anni dopo il suo nome era già sulla guida Michelin con una stella: la più giovane donna italiana a ricevere il riconoscimento al quale punta chi guida un ristorante di prestigio.  Il Signum si trova a Malfa, con panorama mozzafiato su Panarea e Stromboli. “La mia femminilità in cucina è espressione della mia terra – sostiene Martina – isola nell’isola. in 27 km quadrati c’è il mondo di un’appassionata sognatrice che si è imposta una missione, cioè di far crescere e valorizzare il patrimonio isolano attraverso la sua cucina. Salina è una terra vulcanica, fonte di energia. Quell’energia che mi scorre nelle vene e mi spinge a fare sempre di più”. Martina a 16 anni è partita dalla sua isola per frequentare l’istituto alberghiero a Cefalù, nel palermitano, poi le sue esperienze professionali l’hanno portata a Londra, Roma e Vico Equense, prima di tornare a Salina e raccogliere in cucina l’eredità di papà Michele. Molte delle sue ricette sono l’evoluzione di ciò che cucinava il padre, mentre mamma Clara, psicologa, si è sempre occupata dell’albergo.

Nel mondo sono 169 i ristoranti guidati da donne e 41 di questi si trovano in italia, il primo paese al mondo per ristoranti a guida femminile. Tre di queste chef saranno a Palermo in occasione del torneo.

Conosciamo l’ultima delle chef che saranno a Palermo: Patrizia Di Benedetto. Grazie a lei si è realizzato il progetto delle chef stellate per gli Open di tennis. Patrizia è nata nel 2011 la prima chef donna in Sicilia ad ottenere la stella Michelin, riportando, con il suo Bye Bye blues di Mondello, nel palermitano, il riconoscimento più prestigioso nella città a 20 anni di assenza.

“All’inizio è stata abbastanza dura e ho dovuto faticare parecchio ma, a poco a poco, arrivavano le prime soddisfazioni e di pari passo cresceva il mio amore per questo lavoro – ha detto Patrizia – è diventata chef quasi inconsapevolmente quando immaginava la sua vita dietro una scrivania. E invece nel 1991, insieme al marito Antonio Barraco, sommelier di professione, rileva il ristorante e diventa subito un punto di riferimento per i palermitani, ma la voglia di sperimentare e sperimentarsi ha portato presto Patrizia in giro per il mondo.

“Attualmente sto collaborando ad un progetto in Giappone per la valorizzazione e promozione dei loro prodotti agroalimentari, acquacoltura e zootecnica, studiando dei menu con profilo mediterraneo”.

La parola chiave e che unisce patrizia a Martina e caterina, è “Mediterraneo”, cioè l’essenza del nostro essere, l’insieme di tante culture e dominazioni che hanno fatto delle nostre terre e del nostro mare qualcosa di unico ed apprezzato nel mondo. La buona cucina, la cucina di qualità sono il veicolo per far conoscere il meglio di noi stessi e della nostra tradizione.

“Due ingredienti sono sempre presenti nella mia cucina: il mangiare bene ed in modo salutare – sottolinea Patrizia – utilizzo unicamente prodotti del mio territorio e solo e soltanto prodotti stagionali, con garanzia di qualità e freschezza delle materia prime, che sono i protagonisti indiscussi dei miei piatti. Piatti che nascono dal cuore più che dal cervello, piatti da gustare al Bye bye blues, nome di un ristorante che racchiude anche un preciso intento: Addio tristezza, perché chi fa il suo ingresso in via del Garofalo, nel cuore di Mondello-Valdesi, lascia fuori da quelle mura tutte le difficoltà del vivere quotidiano per abbandonarsi ai piaceri della buona tavola.

Mi propongo da sempre di raggiungere e riuscire a soddisfare la gente che viene a trovarmi, regalando ai miei clienti qualche momento piacevole e allegro come dice il nome del ristorante”.

Stesso nome che Patrizia e Antonio hanno voluto dare ad un altro loro ristorante inaugurato 6 anni fa in Brasile, nello Stato di Bahia, mentre nel 2017 hanno dato il know-how per l’apertura di un ristorante di cucina italiana a Taiwan.

“La mia è una cucina decisamente femminile e per femminile intendo una cucina fatta d’istinto, sentimento e creatività”. Una cucina che fa scuola nel mondo. Patrizia partecipa ogni anno al Word Gourmet Summit di Dubai e, una volta l’anno, ad eventi in Giappone per diffondere la cultura gastronomica siciliana. Basta dare un’occhiata agli ultimi impegni all’estero per capire quale sia l’impatto della cucina di Patrizia all’estero: ha partecipato all’Italian Fair al Marriott di Osaka, al Word Gourmet Summit ad Hong Kong e Pechino ed al Creative Chef Summit in Ucraina. A luglio prossimo, con Martina e Caterina, Patrizia sarà insieme a tutti noi al Country per un torneo che vuole risplendere di luce propria e, soprattutto, vuole continuare a regalare emozioni.

 

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