Gioiosa Marea (Me): insulti ad autisti su gruppi Whatsapp, la denuncia di Giuliana Scaffidi

Tutti siamo uguali su questa terra: ricchi, poveri, intelligenti, svogliati, neri, gialli, bianchi, rossi, malati, sani. Spesso purtroppo, però, sono tante le discriminazioni he si vedono e si sentono. Da ultimo gruppi whatsapp offensivi contro autisti. A denunciarlo è la dottoressa Giuliana Scaffidi di Gioiosa Marea, centro balneare in provincia di Messina.

Ormai tutti utilizzano whatsapp. Per lavoro, per noia, per chiacchierare e adesso anche per parlare male di chi è meno fortunato e che già di suo ha una vita più complessa. Ma quando questi gruppi sono utilizzati da giovani studenti che usano appellativi poco “carini” nei confronti di loro compagni affetti da autismo, è un fatto davvero inopportuno e anche per molti insopportabile.

“Tutto questo – dichiara Giuliana Scaffidi – si estende senza avere la benché minima cura se vi siano componenti, sempre facenti parte della classe, affetti da patologie, ritardi lievi o gravi o se addirittura in classe vi siano soggetti colpiti dal disturbo dello spettro autistico. Questi messaggi passano indisturbati senza il controllo della patria potestà diventando continuativi e non passibili di controllo, trovando sempre più adesioni.

Questi appellativi, oggi tanto diffusi, sono diventati ” un tormentone mediatico” ed ancor di più si sono sostituiti ai ” classici” epiteti, a cui tutti indistintamente siamo stati sottoposti, soffrendo.  Appare e mi repelle che “Sei autistico” viene utilizzato come ingiuria e che addirittura vengano per questo, utilizzati degli stickers”.

“Tutto questo per raccontare la triste realtà che sta vivendo un ragazzino autistico, disturbo ad alto funzionamento e dunque capace di recepire il saccente invito alla risata, consapevole che quel dire è proprio indirizzato a lui”.

Una situazione certo non facile che si consuma non solo fra i banchi di scuola, ma anche sui canali di comunicazione più utilizzati oggi come Whatsapp.

Il ragazzino protagonista della vicenda raccontata da Giuliano Scaffidi frequenta la scuola media e fa parte del gruppo classe di whatsapp. “Ogni giorno convive con questi insulti perché in tal maniera sono indirizzati e verso i quali spesso e volentieri questi sono motivo di sofferenza. Si scusa con la mamma, convinto di essere vittima perché ha colpa, colpa di essere autistico. Riportare come M si sente non mi aggrada per niente e per tale ragione lascio a colui che legge l’amara interpretazione. Non é ammissibile e non si può accettare che azioni riprorevoli passino inosservate agli occhi di chi dovrebbe vigilare, accudire, insegnare.

Non esiste nessun tipo di diversità se non quella che viene creata intanto sui banchi di scuola, e non esiste diversità se ai più piccoli viene insegnato la regola  che tutti siamo uguali e degni di rispetto. Una società che condanna, che deride, che si erge a giudice, ha una grande  pecca chiamata fallimento. Abbiamo fallito tutti, ognuno con il proprio ruolo, ma più di tutti un mea culpa dovrebbe farlo la genitorialità assente o carente nelle più svariate azioni educative”.

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